L’orsa Amarena, una dei più noti orsi marsicani del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, è stata uccisa giovedì 31 agosto. Un uomo di 56 anni le ha sparato un colpo di fucile alla periferia di San Benedetto dei Marsi, un comune in provincia dell’Aquila fuori dal territorio del Parco, perché «si sentiva minacciato». Secondo l’associazione Leal (Lega Antivivisezionista), il responsabile sarebbe un bracconiere, già identificato dai Guardaparco e dai carabinieri. Intanto, sono stati avvistati i due cuccioli dell’orsa per provare a salvarli.
Un’orsa “confidente” e “figliata”
L’orso marsicano è una sottospecie dell’orso bruno, presente solo nell’Italia centrale. Secondo gli scienziati, Amarena era un’orsa «confidente», senza diffidenza nei confronti degli esseri umani. Fin dal 2016, era nota per avvicinarsi ai centri abitati. I paesi abruzzesi, infatti, erano fonte di cibo e forma di protezione per i suoi cuccioli.
Era famosa anche per la sua prolificità: nel 2020 aveva avuto e cresciuto quattro piccoli. Un evento eccezionale perché i parti quadrigemini sono rari tra gli orsi. Il 24 gennaio 2023, il minore della cucciolata, conosciuto con il nome Juan Carrito, è morto investito da un’automobile sulla strada statale 17, che attraversa l’appennino abruzzese.
La Procura ha aperto un fascicolo sul caso
L’uomo è indagato per il reato di uccisione di animali (544 bis), ossia chiunque procuri «per crudeltà o senza necessità» la morte di animali. Rischia dai 4 mesi ai 2 anni di reclusione. Il Parco ha subito condannato il gesto dichiarando che «non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificarlo» dato che «Amarena non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo». Il direttore Luciano Sammarone, attende di capire la dinamica dell’incidente prima di giudicare, ma «ha difficoltà a credere che si sia trattato di difesa» visto che l’orsa era notoriamente pacifica.
La Regione pronta a costituirsi parte civile
Il presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha dichiarato che «l’uccisione dell’orsa Amarena è un atto gravissimo, che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile». Ha aggiunto che è «pronto a costituirsi parte civile per tutelare l’immagine e l’onorabilità della gente abruzzese». Infine, ha invitato le comunità locali e i turisti a continuare a osservare tutte le norme affinché gli animali presenti sul territorio possano vivere indisturbati nel loro habitat.