A oggi, sono circa 160mila gli italiani a cui è arrivato il messaggio che comunica lo stop al reddito di cittadinanza (nel caso in cui non si abbiano a carico soggetti fragili).
Il Governo Meloni, però, ha previsto un nuovo sussidio (di importo più limitato): il Supporto per la formazione e il lavoro. Questo il nome della nuova proposta inserita nel decreto n.108 dell’8 agosto 2023, la quale prevede un “mini-assegno” di 350€ mensili per andare a coprire coloro che hanno perso il reddito di cittadinanza e che sono in cerca di occupazione.
I requisiti per il Supporto per la formazione
Ci sono alcune novità per quanto riguarda i requisiti e le modalità, soprattutto in confronto all’ex Reddito di Cittadinanza:
- Avere un ISEE non superiore ai €6.000 (contro i 9600€ dell’RDC)
- Non avere i requisiti per accedere all’assegno di inclusione
- Fare domanda all’INPS dal 1 settembre 2023 tramite il sito “Siisl” o dal 1 gennaio 2024 al CAF
- Indicare tre agenzie per il lavoro o enti autorizzati che potranno prendere in carico il richiedente
La particolarità è che, mentre l’RDC (reddito di cittadinanza) si assegnava per nucleo famigliare, il Supporto per la formazione e il lavoro è individuale (ossia se in una coppia entrambi rispettano i requisiti, si potranno ricevere fino a 700€ mensili). Dal momento in cui si inizia a percepire l’assegno, si cominceranno a ricevere offerte di lavoro, di servizio civile oppure corsi di orientamento e accompagnamento al lavoro anche online.
La durata
Questo nuovo sussidio è previsto per 12 mensilità non prorogabili e la persona che lo chiede dovrà confermare ogni 90 giorni di partecipare ai progetti di qualificazione, altrimenti l’assegno verrà sospeso. Inoltre, il beneficiario dovrà accettare qualsiasi offerta di lavoro almeno che non debba percorrere più di 80km o 2 ore con i mezzi pubblici.
Se, invece, l’offerta di lavoro è inferiore ai 6 mesi, l’assegno sarà solo sospeso per poi riprendere alla fine del contratto. Ad oggi, circa 37.000 individui sono già iscritti a misure di politiche attive che danno diritto al SFL. Per quanto riguarda i nuclei familiari con al loro interno persone “non occupabili” che rispettino i requisiti stabiliti, spetta loro un assegno fino ad un massimo di €500 mensili, chiamato “assegno di inclusione” e molto simile all’ormai ex RDC.