Un giro di affari per 2,5 milioni di euro che ha coinvolto 26 rivenditori seriali. Tra il 2022 e 2023, i bagarini avrebbero acquistato e rivenduto, a prezzi moltiplicati, 15mila biglietti di 278 concerti. Non si sono persi nessun evento dei grandi artisti nazionali e internazionali passati in Italia: Bruce Springsteen, Vasco Rossi, Madonna, Maneskin, Coldplay. Proprio l’immediato sold out del tour italiano della band inglese, e la conseguente rivendita dei biglietti su canali non autorizzati a prezzi maggiorati, hanno fatto partire lo scorso settembre le indagini congiunte di Agcom e Guardia di Finanza. Il 20 giugno 2023, un giorno prima del debutto dei Coldplay a Napoli, il gruppo di rivenditori è stato scoperto e bloccato. Un’operazione storica perché per la prima volta interviene direttamente sull’acquisto e la rivendita di biglietti in maniera fraudolenta da parte di privati.
Come funzione la rivendita di biglietti
L’attività di secondary ticketing può essere svolta anche in maniera legale. Considerando le necessità dei consumatori finali, la normativa prevede la possibilità di rivendere biglietti sia da parte di canali autorizzati che di singoli utenti purché non ci siano aumenti nel loro prezzo. Una modalità che comporta però la rinuncia a possibilità di guadagni non indifferenti.
Giorgio Corda, funzionario della Direzione servizi digitali dell’Agcom, area che si occupa di illeciti online, ha segnalato come la diffusione dell’e-commerce «ha reso l’attività di secondary ticketing accessibile a persone che normalmente non sono nell’illegalità». Se fino a qualche anno fa per diventare bagarini non solo era necessario alzarsi dal divano, uscire di casa e stare ore e ore fuori dagli stadi, ora bastano un computer e alcune competenze informatiche. Nel 2012 due hacker russi hanno bloccato il sito del Teatro alla Scala per acquistare biglietti in massa e poi rivenderli con prezzi maggiorati anche di sette volte. Col tempo poi il bagarinaggio online si è affinato e strutturato, come dimostra il caso di Viagogo.
Un concerto da un milione di euro
Società americana con sede in Svizzera, Viagogo mette a disposizione dei suoi utenti più di 4 milioni di biglietti per concerti, eventi sportivi, serate a teatro e festival in tutto il mondo. Di recente è salita agli onori della cronaca per tre maxi multe. La prima risale al 2020: 3,7 milioni di euro. La seconda è del giugno dell’anno scorso e ammonta a 23,5 milioni. La più recente tre mesi fa: 12,2 milioni. Le ultime due comminate proprio dall’Agcom. Viagogo agisce comprando interi pacchetti di biglietti per poi rivenderli sulle piattaforme online a prezzo maggiorato.
Un caso veramente eccezionale è stato quello del concerto dei Maneskin all’Arena di Verona del 28 aprile 2022. Per avere un posto in prima fila “bastava” pagare 1.182.999€, quando nelle rivendite ufficiali il prezzo massimo era di 86,25€. Aumenti più contenuti, comunque fino a più di dieci volte il prezzo nominale, sono stati rilevati nello stesso anno dalle indagini di Agcom e Guardia di Finanza per gli spettacoli di Blanco, Renato Zero e Cirque du Soleil.
Viene da chiedersi come faccia una società a sostenere tutte queste multe. Nell’istruttoria dell’Autorità garante per le comunicazioni è scritto che Viagogo «non ha fornito informazioni sulla propria situazione di bilancio». Nel 2019 la società aveva però acquisito l’operatore Stubhub, attivo nello stesso settore, al prezzo di 4,05 miliardi di dollari. L’anno successivo il volume d’affari delle due società ormai unite ammontava a 15 miliardi di dollari. Cifre che rendono decisamente sostenibili le entità delle multe.
La voce dei promoter
Uno dei promoter più attivi nel contrasto al secondary ticketing è Claudio Trotta, fondatore di Barley Arts. Secondo lui, l’esplosione del bagarinaggio è legata al cambio radicale delle motivazioni per cui oggi si va a un concerto. «Spesso prevale una logica del presenzialismo, quindi si accettano speculazioni di tutti i generi, come strapagare i biglietti pur di esserci». Trotta, nel 2017, ha lanciato l’osservatorio No Secondary Ticketing, una struttura permanente che si occupa di monitorare il mercato e segnalare i casi di bagarinaggio online. Il rischio paradossale è di vedere «le modalità dell’offerta determinare la domanda, e non più il contrario come avveniva un tempo».
Trotta in particolare fa riferimento al dynamic pricing, una nuova pratica che è già molta diffusa oltreoceano: «Se dopo cinque minuti un algoritmo stabilisce che la domanda per un biglietto è molto elevata, il prezzo salirà fino a dieci volte tanto e la gente, probabilmente, continuerà ad acquistarlo». Tra le vittime di questo fenomeno c’è Bruce Springsteen, uno degli artisti che collabora con Barley Arts. I biglietti del suo ultimo tour americano sono arrivati a costare fino a 5.000 dollari, a causa della politica dei prezzi dinamici di Ticketmaster. In Europa non si sono ancora verificati casi del genere, ma la questione rimane sotto osservazione.
Le soluzioni per contrastare il fenomeno
In Italia, dal 2018, è in vigore la legge Battelli, che ha introdotto l’obbligo di riportare sui biglietti il nominativo dell’acquirente. Per l’Agcom questo provvedimento «è un presidio utile per mettere un freno al fenomeno del secondary ticketing, soprattutto per l’online». In quest’ambito si sta rivelando molto utile anche la collaborazione con la Guardia di Finanza, dotata di strumenti ispettivi che permettono di controllare il web in maniera efficace. Nel 2023, l’Autorità garante per le comunicazioni ha poi lanciato l’iniziativa #ilbigliettogiusto per sensibilizzare i consumatori sul tema della rivendita illegale di biglietti e per aiutarli a evitare truffe.
Anche diversi artisti si sono mobilitati per contrastare il bagarinaggio. Lo scorso aprile, i Cure hanno fatto sapere di aver rimosso dal secondary ticketing 7 mila biglietti per i loro show in Nord America. Ed Sheeran invece è stato il primo artista ad adottare TIXNGO, l’app sviluppata dall’azienda svizzera SecuTix. La soluzione di biglietteria mobile esclude l’acquisto cartaceo e crea un biglietto unico, crittografato, completamente rintracciabile, legato in maniera indissolubile all’identità dell’acquirente. Può essere scaricato su smartphone, trasferito o rivenduto, ma tutto in maniera trasparente e sicura attraverso la blockchain alla base dell’app. Può essere la soluzione per il futuro?