L’ex ministro Patrizio Bianchi non ha gradito affatto la sesta traccia della prova di italiano proposta all’esame di maturità. Agli studenti è stato chiesto di scrivere una riflessione sulla lettera aperta – indirizzata al ministro nel dicembre 2021 – in cui gli veniva chiesto di far tornare l’esame di maturità in presenza, nonostante le difficoltà causate dalla pandemia. «Considero inaudito e offensivo nei miei confronti e anche nei confronti dei ragazzi questa traccia – si indigna Bianchi – È totalmente fuori luogo». Una polemica rivolta al suo successore, il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara, che non ha perso tempo per risolvere la questione. Prima che i maturandi consegnassero le prove, ha chiamato Bianchi al telefono: «Ho invitato Patrizio a venire al ministero per discutere di scuole. C’è stima reciproca».
La polemiche
L’esame di Stato torni una “prova seria e impegnativa”, non una “burletta“. Era questo l’appello contenuto nella lettera inviata a Bianchi da un gruppo di accademici. Diventata poi traccia d’esame ha scatenato l’ira dell’ex ministro: “Un attacco diretto nei miei confronti, senza motivo. Non ci vedo nemmeno un pensiero politico, ma solo l’incapacità di cogliere il senso e il valore di quanto accaduto in questi anni”, spiega a Repubblica. Per Bianchi la traccia è stata scritta in modo tale da decontestualizzare l’appello, facendo passare lui stesso come una “burletta”.
Anche il mondo politico si è unito alle proteste. Anna Ascani, del Partito democratico, ha scritto su Twitter: “Rieccoci. Non sorprende, perché la destra ama strumentalizzare la scuola. Ma stavolta Valditara si è superato: una traccia della 1ª prova della maturità 2023 che chiede agli studenti di criticare il precedente ministro. Di maturità pare abbia bisogno più il governo che i ragazzi”.
Rieccoli. Non sorprende, perché la destra ama strumentalizzare la scuola. Ma stavolta #Valditara si è superato: una traccia della 1ª prova della #maturità2023 che chiede agli studenti di criticare il precedente Ministro.
Di maturità pare abbia bisogno più il governo che i ragazzi— Anna Ascani (@AnnaAscani) June 21, 2023
Le critiche sono arrivate anche da parte di Irene Manzi, responsabile scuola del Pd, che sostiene che una decisione del genere offra un’immagine poco virtuosa dell’attuale amministrazione.
Tanto rumore per nulla
Ore dopo la notizia dello sfogo del ministro Bianchi, arriva la chiamata pacificatrice di Valditara. Uno scambio che si è concluso cordialmente. “Ringrazio i tanti che in queste ore mi hanno espresso la loro amicizia e ringrazio il ministro Valditara per la telefonata – racconta l’ex ministro – Mi ha espresso la sua stima e il suo riconoscimento per il lavoro svolto nel riportare tutti i ragazzi e le ragazze a scuola dopo la drammatica interruzione del Covid permettendo loro di sostenere nel 2022 l’esame di maturità nella pienezza delle prove scritte ed orali”.
Tanto rumore per nulla, agli studenti la traccia in realtà non è piaciuta. A scrivere di scuola, di serietà e impegno sono stati solo 6 maturandi su 100.