Doveva essere una partita senza storia quella fra Inter e Manchester City. Troppo forte la squadra di Guardiola per la piccola Inter di Simone Inzaghi. E invece, l’Inter in campo c’è stata eccome. Poi però, il finale non è stato di quelli che diventano leggenda. Golia ha sconfitto Davide 1-0.
Inzaghi ingabbia il Manchester City
L’allenatore dell’Inter l’aveva preparata davvero bene questa finale. Del calcio spumeggiante del City si è visto davvero poco. Una squadra, quella inglese, che sembrava lontana parente di quella che aveva battuto 4-0 il Real Madrid in semifinale.
Impeccabili i tre difensori nerazzurri: di Haaland, la macchina da gol che quest’anno ha trafitto tutti gli avversari, si ricorda solo un tiro alla metà del primo tempo. La partita del centrocampo dell’Inter è stata di grande corsa e sacrificio per contenere il possesso asfissiante degli avversari. A mancare all’Inter è stato il cinismo, non sfruttando le tre grandi palle gol avute nel secondo tempo. E quando non metti la palla in rete contro un avversario così forte, alla fine subisci le conseguenze.
La goleada che tanti si aspettavano non c’è stata. L’Inter ha giocato alla pari contro la squadra più forte del mondo. A dirlo è anche il tabellino: i nerazzurri hanno tirato di più e centrato la porta più volte degli avversari. Hanno battuto più calci d’angolo e creato più occasioni da gol.
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— Inter ⭐⭐ (@Inter) June 10, 2023
Ma nel calcio conta buttarla dentro e quindi aver giocato un’ottima finale è una magrissima consolazione. Il sogno dell’Inter si è fermato a pochi centimetri dal gol con la traversa colpita da Di Marco e i due miracoli di Ederson che ha parato i colpi di testa di Lukaku e Gosens.
Guardiola conquista il suo secondo triplete
Era il grande favorito da inizio stagione e, questa volta, non ha mancato il bersaglio. Pep Guardiola entra, una volta di più, nell’olimpo del calcio. Lo spagnolo è il primo allenatore a conquistare due volte il triplete e il primo a vincerlo con due squadre diverse. Dopo oltre 1 miliardo e 200 milioni spesi sul mercato per costruire il Manchester City dei sogni, il momento di sollevare la prima Champions League della storia del club è arrivato.
Nonostante la partita non sia girata come nel piano tattico preparto dal tecnico dei citizens, la qualità dei singoli ha fatto la differenza. Il grande divario fra le due squadre lo hanno dimostrato i giocatori in panchina. Il Manchester ha infatti perso Kyle Walker prima del fischio d’inizio e poi Kevin De Bruyne alla fine del primo tempo. Nessun problema per Guardiola: a non farli rimpiangere ci hanno pensato due campioni come Aké e Foden.
Il City ha saputo aspettare pazientemente il momento giusto per trafiggere una difesa dell’Inter quasi impeccabile e il gol di Rodri è stato sufficiente per vincere la partita.
La notte del tifo nerazzurro
È tanta la delusione negli occhi e nei cuori dei tifosi nerazzurri che, in ogni parte del mondo, hanno seguito la loro squadra. Il risultato è di quelli che fa più male, ma la sconfitta non ha fermato la passione degli oltre 30 mila tifosi presenti allo stadio Ataturk. Una coreografia bellissima ha accolto l’Inter al suo ingresso in campo e, da quel momento, la Curva Nord non ha smesso di incitare la squadra. Anche dopo il triplice fischio, con i festeggiamenti del Manchester City in corso, la metà nerazzurra dello stadio ha continuato a cantare per un gruppo che quest’anno ha regalato tante emozioni alla sua gente.
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— Alessandro (@90ordnasselA) June 10, 2023
Anche Milano, gremita di tifosi con la maglia nerazzurra, non si è persa d’animo. Dai bar, da piazza Duomo e da San Siro si è levato un lungo applauso al termine della partita per ringraziare giocatori e allenatore per questa stagione. Tanti, anche nella sconfitta, hanno continuato a cantare per la loro squadra in piazza. Perché, come dice Elio nell’inno scritto per l’Inter: «Né sconfitta né vittoria, tanto è sempre la stessa storia. Un’ora e mezza senza fiato perché… C’è solo l’Inter».
“𝑵𝒐𝒊 𝒂𝒃𝒃𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒍’𝑰𝒏𝒕𝒆𝒓 𝒏𝒆𝒍 𝒄𝒖𝒐𝒓𝒆” 🗣
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L’Italia chiude la spedizione europea con tre sconfitte
Chi parlava di un ritorno del calcio italiano a livello europeo dovrà correggere il tiro. Delle tre squadre impegnate nelle finali di Conference, Europa League e Champions, nessuna è tornata con il trofeo. È stato un anno straordinario per Fiorentina, Roma ed Inter che hanno compiuto un cammino importante, ma i risultati non sono arrivati. E, si sa, vincere non è mai un dettaglio. A sorridere è invece la solita Premier League, che mette in bacheca due coppe su tre e si conferma il miglior campionato al mondo. La sfida della Serie A comincia ora: dovrà dimostrare che non è stato un caso avere tre squadre in finale.