In casa Milan sarà rivoluzione. Nella serata di lunedì 5 giugno Gerry Cardinale, proprietario dei rossoneri, ha esonerato Paolo Maldini, direttore dell’area tecnica, e Frederic Massara, direttore sportivo. Come un fulmine a ciel sereno. Manca solo l’ufficialità.
Una notizia improvvisa che rischia di legare le mani alla società in questi primi giorni di calciomercato. La promozione di figure già interne al Milan e a RedBird dovrebbe, però, facilitare questo passaggio di testimoni.
Un amore mai sbocciato
#CardinaleOUT è tra gli hashtag in tendenza su Twitter, sintomo di un malcontento diffuso nel popolo milanista. Una leggenda allontanata dal club per cui ha dato tutto sia da giocatore sia da dirigente è una vista difficile da sopportare.
Nella mattinata di lunedì 5 giugno, Maldini si è recato in un hotel nel centro di Milano per incontrare Cardinale. Quello che doveva essere un semplice incontro tra proprietà e dirigenza per prepararsi al periodo estivo non si è rivelato come tale. Secondo quanto traspare, il dialogo tra i due si è limitato all’annuncio della decisione che il numero 1 dei rossoneri aveva già maturato. Senza alcuna possibilità di appello.
I dissapori tra RedBird e la coppia Maldini-Massara non sono però una notizia degli ultimi giorni. Già la scorsa estate, quella del passaggio di proprietà dei rossoneri da Elliott al colosso americano, l’ex capitano aveva rinnovato in extremis da direttore dell’area tecnica. Segnale evidente che non regnava certo armonia ai piani alti di via Aldo Rossi 8. E se in quel caso a chiudere un occhio era stato Cardinale, un anno dopo quel patto traballante ha perso ogni stabilità.
I motivi dell’allontanamento
Uno scudetto, una semifinale di Champions League e tre qualificazioni per la massima competizione europea. Un rullino di marcia notevole per Maldini e Massara, che hanno lavorato a braccetto dal 2019. Ma le vittorie non sono bastate.
Il cambio di proprietà è sempre un momento delicato. L’acquirente vuole stabilità e successi, e tende a non fidarsi di chi già da prima occupava posizioni di rilievo nel club. Per Maldini, visto il suo status e il suo legame particolare con i colori rossoneri, Cardinale aveva fatto un’eccezione. Un nuovo contratto, a patto che arrivassero risultati concreti. Un compromesso giustificato forse dalla volontà dell’americano di non sfondare la porta di Casa Milan dal primo giorno della sua gestione.
Il campionato a dir poco deludente e la sconfitta contro i cugini dell’Inter in Champions non hanno aiutato. Il mercato disastroso della scorsa estate ha messo la lapide finale sull’esperienza di Maldini e Massara al Milan: 54 milioni spesi in totale, di cui 35 per Charles De Ketelaere. E poi i 4,5 milioni annui garantiti a Divock Origi. La volontà della coppia di avere una quasi totale autonomia in ambito di acquisti ha scritto la parola fine.
Il primo erede designato
L’addio di due persone chiave per i successi del Milan rischia di interrompere le trattative che Maldini e Massara avevano già intavolato, prime tra tutte Ruben Loftus-Cheek e Daichi Kamada. E porta con sé la necessità di sconvolgere la struttura societaria. Se prima a guidare le scelte tecniche e di compravendita erano i due direttori dell’area tecnica, quest’anno il modello adottato sarà ben più simile ai desideri di Cardinale.
La direzione strategica del mercato dovrebbe essere affidata a Giorgio Furlani, amministratore delegato del club classe 1979. Milanese e milanista, lauree tra Bocconi e Harvard nell’ambito della finanza.
Dal 2003 al 2022 ha lavorato per varie banche e fondi americani, tra cui la Lehman Brothers fino al 2005 e dal 2010 al 2022 come portfolio manager per Elliott. Membro del cda rossonero dal 2018, quando la società di Paul Singer ha acquistato il Milan, è subentrato nel novembre 2022 a Ivan Gazidis come amministratore delegato. Consapevole che la strada da seguire sia quella di «trasformare il Milan da un ‘club di calcio’ a un ‘media business’».
Si è guadagnato la piena fiducia della proprietà con il suo decisivo intervento nella trattativa per il rinnovo di Leao. Se Maldini e Massara avevano lavorato per l’accordo con il giocatore, l’a.d. ha svolto il delicato compito di sciogliere il nodo multa. Comminata per il passaggio del portoghese dallo Sporting al Lille nel 2018, Furlani è riuscito nell’intento di scaricarne il costo sulla società francese.
Il ragazzo prodigio del mercato
Un ruolo di primo piano dovrebbe ricoprirlo anche Geoffrey Moncada, capo dello scouting milanista. Nato nel 1987, lavora come freelance video-analyst da quando ha diciannove anni. Nel 2011, ancora senza squadra, segnala Kylian Mbappe al Monaco.
L’anno successivo l’enfant prodige del mercato viene assunto dalla squadra del Principato, per cui lavorerà fino alla chiamata del Milan nel 2018. Porterà al Louis II giocatori del calibro di giocatori del calibro di Youri Tielemans. Con il suo team di dieci osservatori con occhi sparsi su tutti i talenti del mondo, è riuscito a scovare Pierre Kalulu, pagandolo meno di 500mila euro. Ma anche a portare sui Navigli per costi irrisori giocatori come Ismael Bennacer, Theo Hernandez e Fikayo Tomori.
L’approccio Moneyball di Billy Beane
Non solo promozioni interne. Cardinale crede fermamente nell’approccio Moneyball, inventato alla fine degli Anni 90 da Billy Beane.
Nato nel 1962 a Orlando (Florida), giocò per sette anni nella MLB, la maggiore lega di baseball americana. Dal 1997 al 2015 fu General Manager degli Oakland Athletics, e proprio lavorando nella franchigia di baseball californiana Soualiho Meïté fino a ispirare un film di Brad Pitt. Il segreto era una nuova modalità per scegliere i giocatori, tramite l’analisi approfondita di dati e statistiche avanzate. Il metodo, appunto, Moneyball.
Billy Beane è da tempo collaboratore personale di Gerry Cardinale. E quello stesso approccio fondato sui numeri lo ha già applicato sia al Liverpool che al Tolosa, squadre in cui RedBird ha investito. I risultati non sono mancati: ha portato in due anni la squadra francese dalla Ligue 2, la Serie B transalpina, al tredicesimo posto in Ligue 1. Il suo impegno nel mercato del Milan diventerà sempre più ingombrante.
Con lui opererà anche Luke Bornn, co-fondatore di Zelus Analytics, società di analisi di dati che ha collaborato con Beane per la scalata del Tolosa.
Capo del reparto analitico della Roma dal 2016 al 2017, per poi passare nella dirigenza dei Sacramento Kings di basket come vice-presidente del reparto di Strategy and Analitycs. Dal 2020 collabora con RedBird.