Via all’addestramento dei piloti ucraini sugli F-16: Biden scioglie la riserva

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Dopo aver bloccato per mesi qualunque passo in avanti sul tema, venerdì 19 maggio il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha finalmente dato il suo nulla osta informale per l’invio dei caccia F-16 a Kiev. Il cambio di rotta, comunicato poco prima del G7 a Hiroshima dello scorso fine settimana, è stato accolto con grande favore da Zelensky, che l’ha definito «una decisione storica».

Primo passo: addestramento

Cosa avverrà adesso? Formalmente, Biden si è impegnato solo a garantire l’istruzione dei piloti ucraini. L’F-16 (MasterX ha analizzato le caratteristiche del caccia qui) è infatti un velivolo molto diverso da quelli a cui sono abituati gli ucraini.

L’aviazione di Kiev utilizza ancora come spina dorsale i vecchi caccia MiG-29 e Su-27, meno sofisticati dei più moderni sistemi russi. Si tratta, in entrambi i casi, di bireattori (aerei con due motori) dalle dimensioni piuttosto importanti. L’F-16, al contrario, è un caccia piuttosto piccolo, monoreattore e tecnologicamente molto più avanzato dei vecchi Mig e Sukhoi sovietici.

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Un MiG-29 (primo piano) e un F-16D (secondo piano) dell’aviazione polacca in volo. Nonostante i due velivoli siano spesso comparati, le dimensioni del primo sono notevolmente superiori a quelle del secondo (fonte Military Watch Magazine)

Oltre agli Stati Uniti diverse nazioni europee si sono dichiarate disponibili ad accogliere i piloti ucraini per l’addestramento. In testa Regno Unito e Paesi Bassi. Ma anche l’Italia, che ha utilizzato gli F-16 dal 2003 al 2012, ha dato disponibilità per accogliere i Top Gun di Kiev.

Quanto tempo serve?

Imparare a pilotare un aereo non è facile come prendere la patente di guida. Il tempo è un avversario difficile da sconfiggere, specie in una guerra viva e violenta. Se per comprendere e padroneggiare una nuova macchina, avendo già una conoscenza del volo supersonico, il procedimento potrebbe sembrare semplice, nel caso dei militari ucraini c’è un’ulteriore difficoltà: abituati a sistemi, tecnologie e tattiche di stampo sovietico, la transizione su un velivolo dalla filosofia occidentale (e a loro del tutto sconosciuta) può non essere molto intuitiva.

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Un F-16C in forza all’Aeronautica Militare polacca. Varsavia, al momento, non ha intenzione di inviare i suoi caccia a Kiev, come invece aveva fatto con i vecchi MiG-29 (fonte Fanpage)

Quindi, in soldoni, quanto tempo serve? Secondo un report americano, i piloti di Kiev potrebbero completare l’addestramento sull’F-16 in soli quattro mesi, se l’attività seguisse ritmi serrati e intensivi. Già a marzo era trapelato che due aviatori ucraini si trovavano negli USA per verificare le tempistiche di transizione.

Se l’addestramento iniziasse ora, quindi, i primi aviatori potrebbero essere pronti a fine settembre. Questo vuol dire consegnare prima di quella data i caccia.

I timori di Mosca (e di Washington)

Il Cremlino ha subito tuonato contro l’apertura americana. Secondo loro, l’invio degli F-16 segnerebbe un ulteriore passo verso lo scontro diretto con la NATO.

La verità è che la Russia ha paura. Già con l’invio di nuovi sistemi missilistici agli ucraini, le forze di Mosca non hanno più la superiorità aerea totale. Sempre più spesso le loro offensive dal cielo vengono bloccate e i loro aerei abbattuti. In contemporanea l’aviazione di Kiev colpisce sempre più in profondità e con sempre maggior precisione. L’arrivo dei caccia occidentali potrebbe peggiorare la situazione: studiati appositamente per contrastare le controparti russe, tecnologicamente avanzati per sistemi e armamenti gli F-16 aumenterebbero le capacità belliche aria-aria e aria-superficie al punto da rendere difficile l’attività dell’aeronautica di Putin.

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Rendering grafico di un F-16 in livrea e stemmi dell’aviazione ucraina. Si noti, sotto il ventre dell’aereo, quello che sembra un missile “Storm Shadow”

Dall’altra parte dell’Atlantico anche Biden sembra avere il sonno agitato. Per mesi ha negato l’invio dei suoi caccia. Non certo per mero ostruzionismo. Il timore più grande del presidente americano era che l’utilizzo degli F-16 potesse portare a attacchi in profondità all’interno del territorio russo. In questo caso Mosca avrebbe una parte di ragione nel considerare la NATO responsabile dell’escalation. Proprio per questo, in caso di fornitura dei jet, ci sarà una clausola: dovranno essere usati solo per colpire obiettivi in Ucraina. Lo stesso accordo che Londra e Kiev hanno stabilito per la fornitura dei missili «Storm Shadow».

Umberto Cascone

Nasco a Savona in un rovente mattino di agosto del 2000. Sin da bambino mi interesso di tematiche militari, passione che porto avanti ancora adesso. Negli anni nuovi argomenti iniziano a affollarmi la mente: dalla politica estera a quella interna, passando per una dose abbondante di storia. L'università mi regala l'amore per la radio, che mi spinge a entrare in RadioIULM e a prendere le redini prima del reparto podcast (marzo 2022-ottobre 2023) e poi dell'intera emittente (settembre 2022-gennaio 2023). Ho tanta voglia di fare, di raccontare il nostro tempo, fatto anche di argomenti spesso trascurati, eppure importantissimi. Ci riuscirò? Sarebbe bello dire, alla Manzoni, che lo giudicheranno i posteri. Ma l'unica risposta sincera è: lo spero.

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