Ancora oggi la scienza è un mondo prevalentemente al maschile. Se ne è parlato oggi nella sala conferenze del Palazzo Reale di Milano, che ha accolto la fisica e scienziata francese Hélène Langevin-Joliot in occasione della Giornata internazionale delle Ragazze e delle Donne nella scienza dell’Onu. L’evento, organizzato da Fondazione Bracco in collaborazione con il Comune di Milano, ha avuto l’obiettivo di abbattere gli stereotipi di genere e avvicinare le ragazze alle materie STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), grazie ad una testimonianza da cui trarre ispirazione.
La storia della famiglia Curie-Joliot
Decine di studenti dei licei milanesi hanno avuto l’opportunità di incontrare l’esponente di una delle famiglie più note del panorama scientifico. I nonni di Hélène erano Pierre e Marie Curie, famosi per i loro studi sulla radioattività. Marie, passata alla storia come “la madre della fisica moderna”, dedicò la sua vita alla scienza e le sue ricerche le valsero due Premi Nobel. Vinse il primo, in Fisica, nel 1903 insieme a suo marito Pierre e a Henri Becquerel, diventando la prima donna della storia ad avere ottenuto questo riconoscimento; il secondo arrivò nel 1911, questa volta in chimica.
La famiglia Curie-Joliot ha ricevuto ben sei Premi Nobel, cinque per la Scienza e uno per la Pace. Oltre a Hélène oggi era presente anche Yves Langevin, altro nipote di Marie e Planetologo all’Istituto d’Astrofisica Spaziale di Parigi. Lo scienziato ha parlato della improbabilità di una presenza di vita su Marte, data l’assenza di acqua, richiamando l’attenzione sul tema del riscaldamento globale: «Niente potrà sostituire la terra, nonostante ciò che pensa Elon Musk. Dobbiamo trovare qui le soluzioni per il futuro dell’umanità perché nessun altro pianeta è ospitale come il nostro».
L’invito alle ragazze a intraprendere carriere scientifiche
L’importanza dell’incontro è stata sottolineata dall’intervento di François Revardeaux, Console Generale di Francia a Milano, che ha evidenziato come al giorno d’oggi solo il 30% delle ricercatrici si colloca nella dimensione femminile. Poi l’intervento in videoconferenza del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ha colto l’occasione per rivolgere alle ragazze presenti l’invito a mantenere salda la loro passione per la ricerca per l’innovazione. «Abbiamo bisogno di voi» ha proseguito Valditara «mi auguro che l’incontro di oggi possa aiutare molte di voi a scegliere consapevolmente e con entusiasmo le carriere STEM, di cui il futuro ha bisogno. È necessario ricercare la parità di genere, superando stereotipi obsoleti quanto improduttivi».
L’intervento di Hélène ha ripercorso le tappe della vita della nonna Marie. La perdita della madre in giovane età, il trasferimento dalla Polonia a Parigi nel 1891 per frequentare la facoltà di scienza alla Sorbona. Lo scontro con una società al maschile, in un’epoca in cui per le donne non c’era posto. La paura di dover ritornare a casa ad assistere il padre ormai anziano. Poi l’incontro con Pierre Curie nel 1859, quando lui era già istruttore di laboratorio alla Scuola di fisica e chimica industriale. L’amore tra i due, basato sul rispetto e l’aiuto reciproco nella ricerca. Infine il matrimonio e i figli, che però non hanno mai tolto alla donna l’indipendenza e l’incredibile emancipazione per quei tempi.