Papa Francesco ha celebrato la Santa Messa a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, di fronte a più di un milione di persone. L’evento si è tenuto il 1° febbraio all’aeroporto di Ndolo. È la celebrazione con la maggiore partecipazione di fedeli nel viaggio del Papa attraverso il Congo e il Sud Sudan. La più grande delle sue missioni in Africa, nonché il suo 40esimo viaggio apostolico.
La Messa a Kinshasa
Molte persone hanno dormito fuori dai cancelli o sul grande prato antistante, prima dell’apertura della celebrazione che ha coinvolto centinaia tra sacerdoti e membri del coro.
Tra gli argomenti toccati dal Pontefice spicca l’invito a ritrovare la pace nel Paese: «La violenza e l’odio non abbiano più posto nel cuore e sulle labbra di nessuno, perché sono sentimenti antiumani e anticristiani, che paralizzano lo sviluppo e riportano indietro, a un passato oscuro».
Nel parlare dei giovani che vengono sfruttati nel paese, il Papa ha sentenziato: «Giù le mani dalla Repubblica Democratica del Congo, giù le mani dall’Africa! Non è una miniera da sfruttare o un suolo da saccheggiare». È chiaro il riferimento alle condizioni dei lavoratori nelle miniere di pietre preziose. Questi ragazzi, a detta del Pontefice, sono i veri diamanti della terra congolese, «i figli di questa nazione».
Il genocidio dimenticato
Il 15 gennaio 2023 a Kasindi-Luvirihya, nella Repubblica Democratica del Congo, un ordigno rudimentale è esploso in una Chiesa causando 17 morti. L’attentato, poi rivendicato dall’Isis, è solo l’ultimo di una serie di atti violenti contro la comunità cristiana in Africa.
Quello del Pontefice ai fedeli è stato un invito a perseguire pace e accoglienza: «Sia il momento propizio per te, che in questo Paese ti dici cristiano ma commetti violenze; a te il Signore dice: Deponi le armi, abbraccia la misericordia».
Il Papa ha concluso il suo discorso parlando di un’altra piaga che miete vittime tra i più giovani, costretti a lavorare invece di studiare: «Tanti bambini non vanno a scuola: quanti, anziché ricevere una degna istruzione, vengono sfruttati! Troppi muoiono, sottoposti a lavori schiavizzanti nelle miniere. Non si risparmino sforzi per denunciare la piaga del lavoro minorile e porvi fine. Quante ragazze sono emarginate e violate nella loro dignità! I bambini, le fanciulle, i giovani sono la speranza: non permettiamo che venga cancellata, ma coltiviamola con passione».