La presidente del Consiglio Giorgia Meloni il 13 dicembre 2002 ha parlato alla Camera alla vigilia del Consiglio europeo che si terrà giovedì 15 dicembre e venerdì 16 dicembre 2022. La premier apre il proprio discorso presentando una questione aperta: «abbiamo sempre dibattuto attorno all’ipotesi che in Italia dovesse esserci più o meno Europa. A vedere le eccellenze del nostro Paese in giro per il mondo, vale la pena dire che serva più Italia in Europa». Molti i temi sul tavolo. Il primo punto dell’ordine del giorno la guerra in Ucraina. Emergono anche il caro energia, la gestione dei flussi migratori e le preoccupazioni per l’inflazione USA.
La guerra in Ucraina
Come dichiarato dalla premier, l’Italia farà la sua parte contro l’aggressione russa. «Non abbiamo cambiato idea, le nostre convinzioni non cambiano se siamo al governo o all’opposizione» ribadisce Meloni. Il governo continuerà ad appoggiare Kiev: «il conflitto in Ucraina ci riguarda tutti – continua la presidente -, per questo con convinzione e a viso aperto ci impegneremo per ogni sforzo diplomatico utile per la cessazione dell’aggressione russa. Lo spazio di manovre per il cessate il fuoco appare oggi assai limitato ma l’Italia appoggerà in ogni caso gli sforzi in proposito».
Meloni fa un appello all’Unione affinché Putin non usi la carenza di cibo come arma contro l’Europa, come sta già succedendo con gas e petrolio. «Un equilibrio tra le forze in campo creerebbe le condizioni affinché chi ha mosso l’invasione desista» conclude la premier.
Il caro energia
La presidente del Consiglio, nel suo discorso, ribadisce che la proposta della Commissione europea sul tetto dinamico al prezzo del gas è insoddisfacente perché inattuabile alle condizioni date.
In primis la tutela delle imprese: «La posta in gioco per l’Europa sull’energia è molto alta, deve proteggere le sue famiglie e le sue imprese. È evidente a tutti che un meccanismo di tutele diverse di imprese in Paesi diversi provocherebbe una distorsione del mercato unico che comprometterebbe l’intera Europa» spiega Meloni sul dossier energia.
La gestione dei flussi migratori
La proposta del governo Meloni è un piano Mattei per l’Africa: «Lavoriamo per fare dell’Italia un modello virtuoso di crescita fra Ue e stati africani – dice la premier -, non predatorio nei confronti dell’Africa ma collaborativo, per garantire crescita, dignità, lavoro e costituire le condizioni al diritto a non dover emigrare e non quello a emigrare per forza sostenuto fin qua».
Meloni precisa che serve fermare le partenze e una gestione europea dei rimpatri. «Bisogna passare dal dibattito sulla redistribuzione dei migranti a quello sulla difesa comune dei confini esterni dell’Unione europea – conclude la presidente -: serve un quadro di collaborazione basato su flussi legali e un’incisiva azione di prevenzione e contrasto di quelli irregolari, fermando le partenze e lavorando a una gestione europea dei rimpatri».