Eseguite 49 misure cautelari contro la ‘ndrangheta milanese

Associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, minacce, violenza privata, incendio, detenzione e porto illegale di armi aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa. Con queste accuse la Squadra Mobile ha eseguito le misure cautelari nei confronti di 49 persone, nell’ambito di una maxi operazione a Rho, hinterland nord di Milano, contro il clan Bandiera. Grazie agli arresti è stata smantellata una frangia territoriale della ‘ndrangheta, la cosiddetta “Locale di Rho”, già oggetto dell’indagine “Infinito” della Dda di Milano conclusa nel 2010.

Le intimidazioni

«Ti mangio il fegato a te e a questi due infami» e «Vengo a casa tua e ti ammazzo di botte»: sono alcune delle intercettazioni che hanno portato all’arresto dei quarantanove. Minacce verbali e teste di maiale davanti alle attività commerciali delle vittime di estorsione facevano parte della violenta metodologia usata dall’organizzazione criminale. Il gruppo ha dimostrato anche una «notevole vocazione imprenditoriale», commenta il procuratore di Milano, Marcello Viola.

Le intercettazioni sono le prove della ricostituzione della “Locale di Rho”, voluta dal suo promotore settantaquattrenne Gaetano Bandiera. Condannato nel 2010 in via definitiva per associazione di tipo mafioso, aveva finito di scontare la sua pena. Negli atti del processo si certifica il suo rapporto con alcuni esponenti delle cosche lombarde, a cominciare da Carmelo Novella, il capo secessionista della camera di controllo di tutte le locali trapiantate al Nord assassinato il 14 luglio 2008 a San Vittore Olona.

La sintesi del prefetto

Un’operazione, ha sottolineato il prefetto Francesco Messina, che dimostra ancora una volta come non si spezzi il legame tra chi è in carcere e gli affiliati. Il prefetto ha inoltre spiegato che la narrazione per cui l’attività criminale si sarebbe evoluta abbandonando «l’aspetto militare in favore di strategie criminali più sofisticate» non è del tutto precisa.

Per il prefetto oramai è chiaro che la ‘ndrangheta nel Nord Italia si muove ed è ben organizzata come al Sud. «A Milano – ha proseguito Messina – la Polizia di Stato e la magistratura continuano ad affrontare la minaccia mafiosa ben consapevoli che il contrasto dell’ala militare della ‘ndrangheta deve continuare ancora a lungo e deve essere affiancato da una sistematica aggressione all’accumulo dei patrimoni illeciti, che ne costituiscono la linfa vitale. Peraltro, gli esiti investigativi odierni attestano ancora una volta come sovente la detenzione carceraria non riesca a recidere il legame tra affiliato e struttura mafiosa di appartenenza».

Elisa Campisi

SONO GIORNALISTA PRATICANTE PER MASTERX. MI INTERESSO DI POLITICA, ESTERI, AMBIENTE E QUESTIONI DI GENERE. SONO LAUREATA AL DAMS (DISCIPLINE DELL’ARTE DELLA MUSICA E DELLO SPETTACOLO), TELEVISIONE E NUOVI MEDIA. HO STUDIATO DRAMMATURGIA E SCENEGGIATURA, CONSEGUENDO IL DIPLOMA TRIENNALE ALLA CIVICA SCUOLA DI TEATRO PAOLO GRASSI.

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