“Noi dei Rude Fans lo chiamavamo Buitre, era il suo nome di battaglia” racconta a Master X Nicola Ussardi, amico di Edy Ongaro, il miliziano italiano ucciso nel Donbass. “Quando fai parte di un gruppo ultras vai allo stadio non solo per la partita ma per la preparazione dei cori, delle coreografie, vuoi provare quell’ansia prima dello scontro. Edy viveva di questi rapporti umani.” El Buitre è sorridente nella foto scattata fuori dallo stadio di Marassi, circondato dall’abbraccio dei compagni del gruppo dei Rude Fans.
“La motivazione che nel 2015 l’ha spinto a partire alla volta del Donbass era il desiderio di aiutare le persone, di combattere per ciò in cui credeva. Non era un mercenario” aggiunge Nicola “è un fratello che è partito per una guerra, speravamo tornasse il prima possibile, ci dava notizie ma conoscevamo la pericolosità della situazione”.
Edy Ongaro, così, da Buitre si era trasformato in Bozambo “Aveva scelto questo nome in onore di un partigiano della Seconda Guerra Mondiale. Edy era molto simpatico, gli suonava esotico e in una situazione di tensione aveva deciso di chiamarsi così” conclude Nicola.
Ongaro, 46 anni, nato a Portogruaro, in provincia di Venezia. Quando aveva deciso di lasciare l’Italia era formalmente ricercato, implicato in una rissa in un bar della sua città. “Era un compagno puro e coraggioso ma in Italia aveva commesso degli errori. Ha servito per anni nelle fila di diversi corpi delle milizie popolari del Donbass fino alla fine dei suoi giorni” così si legge nel lungo post che il Collettivo Stella Rossa – Nordest ha scritto su Facebook in suo ricordo.