Il marrismo, dottrina elaborata da Nikolaj Marr, giustifica il regime sovietico diventandone la teoria linguistica ufficiale. Regna incontrastato per una ventina d’anni, pur tra mille contraddizioni e storture.
Nikolaj Marr
Linguista ed etnologo, Nikolaj Jakovlevič Marr nasce nel 1865 in Georgia da padre scozzese e madre georgiana. Insegna all’università statale di San Pietroburgo a partire dal 1891, per poi diventarne preside nel 1911. Per alcuni linguisti è un moderno Copernico, per altri un ciarlatano. Tutti i linguisti, comunque, concordano sulla dubbia fondatezza scientifica delle sue teorie e sulla discutibile metodologia utilizzata. Tra il 1904 e il 1917 intraprende alcuni scavi nella vecchia capitale armena di Ani. Muore a Leningrado nel 1934.
Il marrismo
Marr costruire una scienza del linguaggio completamente nuova in antitesi con quella borghese dell’Occidente. Dà quindi vita alla giafetidologia, teoria linguistica che mette al centro le cosiddette lingue giafetiche. Esse sono una famiglia (una sorta di contenitore creato da Marr), in cui confluiscono armeno, basco, etrusco e altre lingue estinte dell’area mediterranea. Esse presentano leggi fonetiche comuni, che Marr stabilisce piuttosto arbitrariamente per dimostrare che nessuna lingua si può sviluppare senza mescolarsi ad altre. Cruciale, infatti, è per Marr il concetto di incrocio linguistico sia all’interno di una stessa lingua, sia fra lingue diverse. Ogni lingua di questo elenco, infatti, manifesta tratti in comune con le altre lingue perché ognuna è il risultato di incroci con le altre.
Le contraddizioni
In origine, secondo Marr, non vi è una famiglia linguistica indoeuropea. Al contrario, esistono parecchie lingue tribali, dal cui incrocio si sono generati vari stadi di mescolamento linguistico. La sua teoria, però, lasciava spazio a non poche perplessità. Per questo, Marr tende a porre in un periodo di impossibile datazione il presunto mescolamento linguistico. Uno degli aspetti più controversi della sua teoria è la coesistenza dei concetti di mescolamento e stadialità. Marr nota infatti come l’elemento giafetico sia presente anche nelle lingue indoeuropee. Per spiegare il perché di questo fenomeno, Marr sostiene, in maniera alquanto forzata, che le lingue giafetiche si sono evolute, e alcune sono finite nel calderone delle lingue indoeuropee.
Marrismo e marxismo
Alcuni elementi marxisti erano presenti nelle elaborazioni teoriche di Marr già prima della rivoluzione. Un esempio è l’attenzione all’aspetto sociologico del fenomeno linguistico, strettamente connesso all’organizzazione economica di una società. Le rivoluzioni economiche, infatti, sono per Marr alla base di successive rivoluzioni linguistiche. Inoltre, egli sostiene che la lingua sia uno strumento produttivo, e ritiene il cambiamento di significato di un termine un cambiamento di funzione del termine stesso. Per illustrare questo concetto, Marr prende in esame due parole slave foneticamente correlate: reč (discorso) e ruka (mano). La seconda, per il linguista, è la radice della prima, poiché nelle società capitaliste la parola era diventata uno strumento di produzione tanto quanto la mano nei primi stadi di sviluppo economico.
Teoria linguistica ufficiale dell’URSS
Dalla fine degli anni Venti al 1950 (quindi anche dopo la morte di Marr), il marrismo viene adottato come teoria linguistica ufficiale dell’URSS nonché teoria scientifica proletaria. I motivi sono due:
- era in aperto contrasto con la linguistica occidentale;
- si prestava a giustificare la sovietizzazione degli Anni Trenta.
Nel frattempo, Marr cerca di raffinare la teoria forzando alcuni elementi affinché siano più in linea con i dettami marxisti. Ad esempio, definisce la lingua un fenomeno di classe, riuscendo quindi a sorvolare su alcune incongruenze. Le opere del linguista vengono quindi tradotte in tutte le lingue dell’URSS. Chi si oppone a questa teoria viene espulso dalle istituzioni scientifiche ed è oggetto di oppressione.
Chi pone fine al dominio della teoria marrista?
Stalin, nel 1950, pubblicherà sul quotidiano sovietico Pravda un articolo nel quale sconfessa la veridicità scientifica della teoria di Marr. Stalin la dichiarerà non in linea con la teoria marxista, determinando la fine del predominio di questa lettura, anticonvenzionale e contrapposta agli studi linguistici occidentale. Seguono altri articoli, stilati da linguisti, che spiegano i limiti di questa teoria in termini più tecnici. Finisce qui, dunque, la dittatura pseudo-scientifica del marrismo, che ha dominato il panorama linguistico dell’URSS per circa vent’anni.
Eurasismo e marrismo: due facce della stessa medaglia?
- Somiglianze
Sia il marrismo che l’Eurasismo hanno legittimato il totalitarismo sovietico. Lo hanno fatto nella gestione delle minoranze etnico-linguistiche e nel rifiuto del metodo di ricostruzione dell’indoeuropeo. Inoltre, entrambe puntano a distinguere nettamente l’ambito russo, manifestando spiccate tendenze anti-europee. - Differenze
Il marrismo insiste sul fattore-tempo, sull’idea che inizialmente ci fossero lingue tribali fra loro differenti che si sono successivamente mescolate. L’Eurasismo, invece, punta sul fattore-spazio, ribadendo l’idea del continente Eurasia.
Cosa resta di Marr?
Quando crolla l’URSS nel 1991¸ gli studiosi hanno cercato di rivalutare Marr. Egli rimane, anche dopo decenni, un importante esperto di lingue caucasiche e filologo. Cosa resta poi?
- L’interesse per una dottrina atipica in quanto contraria alla dottrina borghese dell’Occidente;
- Il supporto all’ideologia socialista attraverso la linguistica, pur con mille storture;
- La correlazione fra i caratteri socio-culturali e i fenomeni linguistici. Idea sviluppata meglio nei decenni successivi, ma che Marr sarà il primo a intuire.