Da venerdì 11 febbraio stop all’obbligo di indossare mascherine all’aperto. E in parallelo via libera a discoteche e concerti, cui seguiranno un aumento della capienza negli stadi (dal 1° marzo) e il ripristino delle visite ai parenti in ospedale (10 marzo).
Si tratta dei primi passi di una road map che il governo italiano sta mettendo al vaglio. Il ritorno alla normalità, per quanto graduale, è possibile grazie ai dati in discesa dei contagi. «Siamo verso l’uscita ma dobbiamo avere cautela, continuare con i comportamenti prudenti», avverte il Ministro della Salute, Roberto Speranza. L’ultimo report giornaliero segnala ancora 5.861 nuovi casi e 325 morti.
LO STATO DI EMERGENZA
Il governo ha per il momento deciso di mantenere l’obbligo delle mascherine al chiuso fino al 31 marzo. In quella data scadrà lo stato di emergenza, entrato in vigore in Italia il 31 gennaio 2020. Per la prima volta dopo due anni, l’orientamento è quello di non prorogarlo, nell’eventualità dovessero calare ulteriormente i contagi.
Il termine dello stato emergenziale comporterebbe lo scioglimento del Cts (comitato tecnico scientifico) e di altre misure eccezionali. Tra queste, la fine della divisione in “colori” delle regioni in base all’indice di diffusione del virus.
IL GREEN PASS
L’altro nodo da risolvere è la questione del super green pass. Intervenendo a Sky Tg24, il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri ha dichiarato che «tolto lo stato di emergenza, andrà fatta una revisione del green pass che sarà discussa a marzo».
Il lasciapassare verde dovrebbe restare in vigore almeno fino al 15 giugno, con il termine dell’obbligo di vaccinazione per gli over 50. Prima di allora si valutano dei piccoli allentamenti «partendo magari dai luoghi all’aperto», ha suggerito Andrea Costa: «Non c’è dubbio che il green pass sarà attenuato, con la solita gradualità con cui il governo ha introdotto una serie di misure restrittive».
LA VACCINAZIONE
Buone notizie anche dal fronte dei vaccini. Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha escluso la necessità di ricorrere a una quarta dose. «L’efficacia dei vaccini è andata meglio del previsto» – le sue parole alla trasmissione Elisir di Rai 3 – «dopo la terza dose non ce ne sarà una quarta, ma ci sarà un richiamo, speriamo annuale, con cui si dovrà familiarizzare».