La settimana dell’elezione del Presidente della Repubblica ha calamitato l’attenzione dei media italiani e non solo. Durante le tante dirette, maratone e pagine dedicate all’argomento, spesso ci siamo imbattuti in termini che sono un’esclusiva di questo periodo politico e che formano un vero e proprio glossario della corsa al Quirinale.
PEONES
Il termine deriva dallo spagnolo e significa «pedine». Nel linguaggio politico indica quei militanti o deputati di grandi partiti che, non avendo grande rilievo ed essendo senza cariche importanti, sono utili solo per esprimere il voto deciso dagli organi dirigenti del proprio partito. Le elezioni appena terminate, a detta di molti, hanno portato ad una rivincita dei peones, che hanno portato molti voti per la rielezione di Mattarella.
FRANCHI TIRATORI
Franchi tiratori è un termine che si utilizza da ormai quasi dieci anni nel gergo politico. Si riferisce a chi, grazie al voto segreto, vota in modo diverso rispetto alle direttive del proprio partito. L’espressione è vecchia di almeno un paio di secoli e ha a che fare con il contesto bellico. I franchi tiratori di queste elezioni sono stati protagonisti nella giornata di venerdì a causa della mole di voti mancanti del partito Forza Italia che hanno ostacolato l’elezione di Elisabetta Casellati, Presidente del Senato.
GRANDI ELETTORI
Con questo termine si indicano tutti i membri della seduta comune del parlamento, cioè deputati, senatori e delegati regionali. È usato soprattutto in ambito giornalistico.
IMPALLINARE
Come suggerisce la parola stessa si tratta di colpire o forare qualcosa. In ambito politico si riferisce a quando il franco tiratore che vota contro l’indicazione del suo partito impallina il candidato ufficiale, esponendolo a critiche e contribuendo a non farlo eleggere. Abbiamo assistito a una delle elezioni con il più alto numero di nomi di candidati impallinati.
KINGMAKER
Il termine indica il leader politico che riesce a individuare il candidato con più possibilità di essere eletto e a far convergere su di esso la maggioranza dei voti. Per molti il kingmaker di queste elezioni è stato Matteo Salvini, senza però ottenere il relativo successo visto che tutti i nomi da lui proposti sono stati prontamente rispediti al mittente.
CANDIDATO DI BANDIERA
Prima che i partiti si accordino su un nome condiviso, ognuno di essi dà indicazione di votare per una personalità che lo rappresenta. Spesso si tratta di politici d’alto profilo o di esponenti della società particolarmente conosciuti.
INSALATIERA
È il modo con cui viene chiamata scherzosamente l’urna in cui vengono deposte le schede. Il soprannome deriva dalla somiglianza con un cesto delle verdure, essendo composta di vimini e nastri di raso verde.
APPLAUSI RILEVATORI
Quando c’è la certezza che il numero di voti necessari per l’elezione di un candidato sia stato superato, dall’Aula della Camera parte un applauso che interrompe lo spoglio delle schede per qualche minuto. Dopo questo momento il presidente della Camera finisce di leggere le schede fino all’ultima, nonostante il nome dell’eletto sia già noto.
CHIAMA
Prima di ogni scrutinio, i funzionari della seduta svolgono le cosiddette chiame cioè appelli per verificare le presenze e chiamare al voto. Se ne fanno una per tutti i membri della seduta, poi una seconda per gli assenti alla prima, iniziando dai senatori a vita e procedendo in ordine alfabetico.