La Scozia ha votato contro Brexit. L’esito delle elezioni del 6 maggio 2021 per il Parlamento regionale scozzese ha premiato il Partito Nazionale Scozzese. Dopo gli scrutini, la prima ministra del centrosinistra Nicola Sturgeon avrebbe telefonato al premier britannico Boris Johnson. La sua richiesta è un nuovo referendum per l’indipendenza: «Non si tratta di se, ma di quando».
Una maggioranza indipendentista
Il risultato non è stata una sorpresa. Il Partito Nazionale Scozzese, nonostante le divisioni interne, era considerato in netto vantaggio da mesi. Forte anche del malcontento per Brexit e delle spinte europeiste.
Nicola Sturgeon non ha deluso. Ha ottenuto 64 seggi sui 129 disponibili. I Verdi, altro partito favorevole all’indipendenza, hanno guadagnato 8 seggi. Nel Parlamento scozzese quindi ora c’è una maggioranza – di ben 72 seggi contro i 69 delle scorse elezioni – esplicitamente desideroso di rompere il legame con il Regno Unito. Magra consolazione per i Conservatori, fermi a 31 seggi. I Laburisti, considerati il partito più solido fino al nuovo millennio, si confermano sempre meno influenti. Come nel resto della Gran Bretagna, escluso il Red Wall gallese.
La premessa
Un primo tentativo di separarsi dal Regno Unito era stato il referendum del 2014. Allora però più della metà degli scozzesi aveva votato per lo “Stay”. Il voto promesso da Sturgeon alla fine della pandemia potrebbe riproporre la questione. Gli esiti rischiano di essere nettamente diversi.
«Non esiste alcuna giustificazione democratica con cui il primo ministro britannico Boris Johnson possa bloccare il diritto degli scozzesi di scegliere il proprio futuro» ha dichiarato la prima ministra scozzese. Lodata tra i migliori leader europei nella gestione della pandemia, il consenso per Sturgeon è cresciuto con il periodo di scadenza del periodo di tolleranza della Brexit. Alla fine del 2020 i sentimenti indipendentisti avevano toccato il loro picco non solo a Glascow, ma anche in Galles e Irlanda del Nord.
La situazione si era però complicata per il Partito Nazionalista Scozzese per lo scandalo che aveva coinvolto Alex Salmond, ex leader del partito. La campagna vaccinale aveva attenuato poi le critiche verso Boris Johnson e i Conservatori. Tanto che i sondaggi prospettavano una perdita di 10 punti per gli indipendentisti.
Dopo il voto
Sturgeon e il Partito Nazionalista ha però tenuto. Addirittura ha superato persino i 63 seggi delle scorse elezioni. Resta da capire se l’alleanza con i Verdi diventerà una coalizione stabile, anche in vista della richiesta al governo centrale di indire un nuovo referendum. Secondo Scotsman, i due partiti sono distanti soprattutto sul tema della sostenibilità ambientale. Dai Conservatori la risposta al voto scozzese è stata univoca. Boris Johnson ha ribadito la linea dura. Non è infatti intenzionato a concedere agli scozzesi un referendum.
Dalle urne anche un’altra sorpresa: l’elezione nella circoscrizione di Glascow di Kaukab Stewart, un’insegnante di origini pakistane, prima donna appartenente a una minoranza etnica.