Si è conclusa la 93esima edizione degli Oscar. Una cerimonia speciale, che verrà ricordata tra tante, per lo spostamento delle date, per i limiti imposti alle presenze in sala, per le varie location. La cerimonia è stata girata in giro per il mondo, da Hollywood a Seul, da Parigi a Sydney. Persino le statuette erano già sul posto per essere consegnate non solo virtualmente ai premiati. La categoria più ambita, quella di Miglior Film, è stata vinta da Nomadland di Chloé Zhao. Statuetta che è segnale di un cambiamento: Zhao è la seconda donna e la prima asiatica nella storia a conquistarla. Il film ha conquistato anche il premio per la Miglior Regia.
Un altro premio a Nomadland è quello della Miglior attrice protagonista: Frances Mcdormand che ha vinto la sua terza statuetta raggiungendo Maryl Streep, Daniel Day Lewis e Jack Nicholson. Il record resta quello di Katharine Hepburn che di Oscar ne ha vinti 4.
A sorpresa, l’Oscar per Miglior attore protagonista, categoria annunciata nel finale a sostituzione del miglior film, non viene assegnata a Chadwick Boseman. Il premio è andato ad Anthony Hopkins per The Father. A 83 anni è l’attore più anziano ad aver vinto un Oscar, 29 anni dopo Il silenzio degli innocenti. Anthony Hopkins, tornato in Galles, saluta tutti di prima mattina in un video, con la sua figura a mezzo busto. L’attore confessa che non si sarebbe mai aspettato di vincere il premio e ringrazia tutti, omaggiando il compianto collega Chadwick Boseman, prematuramente scomparso.
Delusione per l’Italia
Per l’Italia un risultato deludente. Rimasta fuori sia con Pinocchio per entrambe le due candidature in scenografia e fotografia, che con Laura Pausini battuta dalla rapper H.E.R. con il brano Fight For You da Judas and the Black Messiah.
Pausini era data per favorita per Io sì / Seen, brano nel film di Edoardo Ponti La vita davanti a sé. Nel preshow era stata protagonista di una grande esibizione. Dalla terrazza del Museo del cinema di Renzo Piano, mai non inaugurato, con la performance del brano
Miglior scenografia e fotografia a ‘Mank’
Anche Mank ne esce in parte sconfitto. Sulle sue dieci nomination gli hanno valso solo due premi: Scenografia e Fotografia.
Halle Berry ha consegnato l’Oscar per la Miglior scenografia a Donald Graham Burt, Jan Pascale e miglior fotografia a Erik Messerschmidt per Mank. Il film di Fincher, racconto del dietro le quinte della scrittura del film cult Quarto potere di Orson Welles, che era nominato in ben dieci categorie per il momento ha riportato a casa poco.
La Cerimonia dà l’idea di essere stata diversa da tutte le altre. Carica di un significato nuovo. Saranno Oscar ricordati in una giornata che in Italia, per il Cinema, ha il sapore di una ripartenza: le multisale hanno ripreso ad aprire le loro porte proprio dal giorno successivo ai premi americani.