La notizia era attesa sui mercati e ieri, 10 dicembre, è infine arrivato l’annuncio. La Banca Centrale Europea ha aumentato di altri 500 miliardi il piano di acquisto di titoli pubblici del programma Pepp (Pandemic emergency purchase programme), lo strumento di politica monetaria a sostegno dell’economia dell’Eurozona travolta dal covid.
La potenza di fuoco del quantitative easing ora raggiunge complessivamente la cifra di 1850 miliardi. La durata del programma è stata estesa fino a marzo 2021 e il riacquisto dei titoli varrà invece fino alla fine del 2023. La BCE ha inoltre lasciato invariati i tassi d’interesse: quello principale rimane a zero, il tasso sui depositi è pari a -0,5%.
LE PAROLE, PIU’ DEI NUMERI
Quella di ieri è la seconda conferenza stampa nell’arco di quest’anno in cui Christine Lagarde, attuale presidente della Banca Centrale Europea, annuncia un piano di acquisto straordinario di titoli pubblici. L’aveva già fatto il 18 marzo scorso, quando aveva presentato una manovra da 750 miliardi di euro.
In quell’occasione avevamo raccolto l’opinione di Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera, secondo cui annunciare l’entità dell’acquisto dei titoli incoraggerebbe speculazioni sui mercati finanziari. «Gli affaristi sfruttano la voglia di liquidità delle persone che vendono azioni e titoli di Stato – ha spiegato Manca – fino ad arrivare a un break up, alla rottura ovvero di istituzioni come quella dell’euro».
La video intervista del 18 marzo a Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera
«Se l’euro è un fortino assediato – è la metafora a cui è ricorso Manca -, l’ultima cosa da fare è dire di quante armi disponi». La questione, insomma, non si esaurisce tutta intorno alle cifre. L’atteggiamento da tenere è quello del «whatever it takes» di Mario Draghi del 2011 in cui l’allora presidente della BCE si disse pronto a tutto pur di salvare l’euro.
LEZIONE IMPARATA
Questa volta, parlando in conferenza stampa, la Lagarde ha però chiarito che l’arsenale BCE potrebbe essere riaggiornato: «Il Consiglio direttivo – ha dichiarato – è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione si avvicini stabilmente al livello perseguito».
Quanto alle prospettive economiche dell’area euro, lo staff BCE prevede un pil in calo del 7,3% per il 2020, in rialzo del 3,9% nel 2021, del 4,2% nel 2022 e del 2,1% nel 2023.