Dopo 33 giornate di Serie A sembra che nessuno, o quasi, voglia prendersi lo scudetto. Se, da un lato, Juventus e Lazio, le dominatrici della stagione pre-pandemia, non vincono rispettivamente da tre e quattro partite, dall’altro Inter e Atalanta stanno riaprendo un campionato che fino a poche giornate fa pareva sulla via della conclusione.
Ben delineate, invece, tutte le altre questioni. Roma, Napoli e Milan si giocheranno il quinto posto, valido per l’accesso diretto all’Europa League, mentre la lotta salvezza sarà un affare tra Genoa e Lecce. Già condannate Spal e Brescia.
Sassuolo-Juventus
Con il 3-3 contro il Sassuolo la Juventus sale a tre partite consecutive senza vittoria. La partita contro i neroverdi è un film già visto e consumato per la Vecchia Signora, una conferma della stagione sotto la gestione Sarri.
Ai bianconeri non basta la partenza lampo, che in 12 minuti regala il doppio vantaggio, grazie ai goal di Danilo e di Higuain. Dopo lo 0-2, un intimorito Sassuolo esce allo scoperto e sfrutta la fase di recupero da parte degli avversari. La Juve si abbassa, il palleggio di Berardi e compagni cresce. I neroverdi creano diverse palle goal, Szczesny salva un paio di volte la porta, ma non può nulla sul destro ravvicinato di Djuricic all’incrocio dei pali, che chiude il primo tempo sull’1-2.
Nella ripresa, invece, Cristiano Ronaldo e i suoi vedono i fantasmi di San Siro. In tre minuti il Sassuolo ribalta la partita, grazie a una magia su punizione di Berardi (al primo goal in carriera contro la Juventus) e a un tap-in del solito Caputo, alla rete numero 17 quest’anno. A differenza della partita contro il Milan, però, i bianconeri reagiscono e trovano il pareggio al 64esimo su corner, con l’incornata vincente di Alex Sandro.
Con questi tre goal incassati, sono nove le reti subite dalla Juventus nelle ultime tre partite, un fatto che non accadeva dalla stagione 1961/1962. È vero, gli uomini di Sarri hanno affrontato consecutivamente le tre squadre più in forma e più prolifiche di questa ripresa di campionato (Milan, Atalanta e Sassuolo), ma i dati sulle reti subite, oltre che quelli sulle occasioni concesse, testimoniano la diversità di questa Juve da quella precedente. Se con Allegri la difficoltà era trovare il secondo goal – che, quando segnato, rendeva impossibile qualsiasi tentativo di rimonta degli avversari –, con Sarri i problemi nascono proprio quando i bianconeri trovano il doppio vantaggio.
Il Sassuolo, invece, continua a macinare punti e a ricevere complimenti. In questa ripresa, gli uomini di De Zerbi hanno affrontato le prime quattro della classifica, perdendo solo contro l’Atalanta nel recupero della giornata 25. Anche contro la Juventus, i neroverdi non hanno rinunciato alla loro mentalità offensiva e al loro gioco fatto di trame veloci e scambi nello stretto. L’Europa League, distante sei punti, forse quest’anno è troppo lontana, ma se la dirigenza riuscirà a mantenere questa rosa potrebbe non essere un miraggio per il futuro.
Spal-Inter
L’Inter cala il poker e si aggiudica il secondo posto in classifica in un mix tra soddisfazione e rimpianto per i punti lasciati per strada nei match precedenti (vedi contro Bologna e Sassuolo). Gli uomini di Conte sarebbero potuti essere a pochi punti dalla Juventus, in una lotta scudetto serratissima. E invece con la vittoria a Ferrara i nerazzurri arrivano a -6 dai bianconeri: non resta che vincerle tutte e vedere cosa accadrà.
Per la Spal il quart’ultimo posto è lontano 11 punti, ma i ferraresi di Di Biagio iniziano il match come se la salvezza fosse ancora possibile. In casa nerazzurra occhi puntati su Eriksen, di nuovo titolare alle spalle di Sanchez e Lautaro. L’Inter si propone da subito, desiderosa di sfruttare la chance concessa dal pareggio della Juve, ma la Spal non rinuncia al match, soprattutto con la coppia Cerri-Petagna.
Termina in parità il conto dei pali, presi da entrambe le squadre nella prima frazione di gioco: prima Brozovic con un destro dal limite, poi Petagna con un tiro che scheggia la traversa. La pazienza dei nerazzurri viene premiata al 37′: Eriksen e Biraghi duettano sulla sinistra, Sanchez riceve sulla trequarti e apre sul lato opposto per Candreva che centra la porta. La Spal reagisce con rabbia e reclama invano il rigore per un intervento di Handanovic su Strefezza, che aveva già calciato al momento dello scontro. Il Var non interviene, ma tra Conte e Di Biagio sono scintille a bordo campo.
La ripresa è tutta a tinte nerazzurre. Al 55′ Biraghi trova il raddoppio con un chirurgico destro da fuori, e appena cinque minuti più tardi, serve l’assist sulla testa di Sanchez che schiaccia in rete da pochi passi. C’è anche spazio per il poker firmato da Gagliardini, liberato sulla linea di porta dal suggerimento di Young.
Conte sfonda quota 70 punti, impresa riuscita solo a Leonardo e Spalletti, e si issa al secondo posto solitario. Per la Spal invece arriva la conferma che la prossima stagione sarà, probabilmente, in un’altra categoria.
Atalanta-Brescia
Il match contro la Juventus è stato solo un mezzo passo falso. L’Atalanta è tornata subito a vincere, aggiudicandosi a mani basse il derby contro il Brescia. Un 6-2 che evidenzia il momento opposto delle due squadre: da un lato i ragazzi di Gasperini al terzo posto in classifica e con in mano un biglietto per la Champions League, dall’altro la squadra di Lopez in penultima posizione e con un piede già in Serie B.
Dopo appena 2’ l’Atalanta passa in vantaggio: assist di Malinovsky per Pasalic che penetra in area e col destro infila il portiere sul primo palo. Pare una partita già scritta, ma in difesa Caldara sembra non essere in serata e al minuto 8 non ferma una palla facile di Donnarumma e Torregrossa, solo in area, col sinistro non sbaglia.
La Dea torna a macinare gioco, anche se fatica a trovare gli spazi giusti: le Rondinelle difendono compatte, schierate dietro la linea della palla. Al 25’ i bergamaschi tornano in vantaggio: Gosens con un cross basso serve de Roon che chiude con un esterno destro al volo. Passano appena tre minuti e Malinovskyi avanza centralmente senza ostacoli e, giunto al limite, infila un sinistro sul primo palo difeso da Andrenacci. Alla mezz’ora Gosens diventa di nuovo assist man: cross a mezza altezza e Zapata di testa la mette dentro.
Il secondo tempo inizia con lo stesso ritmo. L’Atalanta segna ancora per ben due volte sempre con Pasalic che realizza la tripletta personale. Il Brescia riesce a trovare un altro gol grazie a un errore di Tameze che, sbagliando il rinvio, serve Tonali, palla per Spalek che non può sbagliare.
Un derby che ha rispettato le previsioni e che lascia spazio, a fine gare, anche per un po’ di ironia. Marten de Roon ha postato sui social la sua foto scattata dopo il gol con la descrizione: “L’Atalanta seconda, io ho fatto gol e sono venuto bene in foto: le mie possibilità di vincere la lotteria sono esaurite”. Ma chi lo sa, magari il prossimo premio sarà una cavalcata europea.
Udinese-Lazio
Alla Dacia Arena è andato in scena lo scontro tra due squadre ferite: l’Udinese dalla sconfitta maturata negli ultimi minuti contro la Sampdoria, la Lazio dall’andamento negativo di questa ripresa. Non poteva che uscirne uno 0-0.
Una partita che, in realtà, è stata più intensa di quanto non dica il risultato. Le due squadre ci hanno provato, ma i loro bomber le hanno tradite. Immobile non sembra più il Re Mida dei primi due terzi di stagione e, dalla ripresa, ha segnato solo due goal in sei giornate, quando nelle precedenti 26 ne aveva siglati 28. Kevin Lasagna, per una volta da quando è ricominciato il campionato, spara a salve e grazia per due volte i biancocelesti. Il palo all’ultimo minuto di De Paul è la firma su un pareggio a reti inviolate già annunciato.
Per la Lazio, questo pareggio significa la quarta partita consecutiva senza i tre punti. Un filotto di risultati negativi che ha portato gli uomini di Inzaghi, in sette giornate, dal -1 dalla capolista al quarto posto. Sono otto le lunghezze di distanza dalla Juventus, ma non è ancora detta l’ultima parola. La prossima sfida sarà proprio sarà proprio contro i bianconeri, una possibilità di riscatto per la Lazio e di riaprire il campionato per una inaspettata corsa a quattro verso lo scudetto.
Per l’Udinese questo pareggio è un punto guadagnato nella lotta salvezza. Approfittando delle sconfitte di Genoa e Lecce, porta a 7 il distacco dal terzultimo posto, a cinque giornate dalla fine. Una distanza che però non deve tranquillizzare i friulani, perché nella lotta salvezza tutto è possibile.
Roma-Verona
Una partita dai nervi tesi, con una squadra che ci prova e protesta e l’altra che segna e vince. La Roma registra il terzo successo consecutivo dopo Parma e Brescia e tiene il Milan a distanza in classifica in chiave Europa League. A blindare i 3 punti giallorossi ci pensa prima il rigore di Veretout e poi il colpo di testa di Dzeko, che diventa il marcatore straniero più prolifico della storia giallorossa. Ad alimentare le speranze del Verona è invece Pessina con uno splendido gol di tacco che però da solo non basta. La squadra di Juric non vince dal match contro il Parma del primo luglio.
Anche per questo l’allenatore gialloblù è apparso subito piuttosto nervoso, tanto che viene espulso per proteste. Ma non è il solo: Dzeko si arrabbia – in particolare con Pellegrini – perché gli arrivano pochi palloni e quando segna non esulta. A mettere la ciliegina sulla torta è Nicolò Zaniolo, gioiellino di casa Roma, che si fa rimproverare un po’ da tutti. Contro il Brescia il giovane centrocampista aveva litigato con Dessena e Torregrossa, questa volta a tirargli le orecchie ci hanno pensato i compagni. Prima Mancini in campo e nel tunnel che porta agli spogliatoi, poi Veretout a fine gara ai microfoni di Sky e infine Fonseca nelle dichiarazioni successive: «Conta più la squadra del singolo». A Zaniolo si rimprovera una scarsa disponibilità a sacrificarsi in campo, peccati di gioventù che possono essere risolti. Soprattutto se l’obiettivo Europa League è vicino.
In una serata dove litigano praticamente tutti e il nervosismo fa da padrone, la Roma riesce a spuntarla. 3 punti importanti che confermano le dimensioni europee dei giallorossi. Il prossimo match contro l’Inter sarà un bel banco di prova per Zaniolo e compagni. Anche dal punto di vista dei nervi.
Bologna-Napoli
Secondo pareggio di fila sia per il Napoli che per il Bologna. Per la squadra di Mihajlovic è un risultato che sta stretto, considerando che i rossoblù sul finale hanno persino rischiato di vincere. Per Gattuso è un esito deludente che vede allontanarsi il quinto posto dopo una partita gestita tutto sommato bene e senza particolari rischi fino all’80’.
Il Napoli, quasi come il Bologna a Parma, passa subito in vantaggio grazie a un’inzuccata di Manolas sul corner da sinistra di Politano: sono passati appena sette minuti. Il Var annulla i festeggiamenti del pareggio di Mbaye, che di testa aveva insaccato su un bel cross di Dominguez: il braccio destro del rossoblù è in fuorigioco, come rilevato dal guardalinee. Altri due tiri centrali innocui centrali di Lozano e Politano e il primo tempo è tutto qua.
La ripresa è sicuramente più vivace, con il Bologna che ci crede e il Napoli che vuole i 3 punti. Al 22′ è di nuovo il Var a impedire la gioia dei ragazzi di Mihajlovic: Soriano imbecca Palacio sulla linea dei difensori, stop e diagonale destro a segno dell’argentino ma parte della spalla è in fuorigioco. Al 35’ finalmente arriva il pareggio, questa volta a prova di Var. Soriano detta l’assist per Barrow che controlla e imbecca l’angolino opposto con il mancino. È la rete numero 5 in 6 gare per il gambiano.
Il Bologna fa a tempo anche a provare a vincere prima con Palacio e poi con Barrow. A sfiorare il colpo da tre punti, in pieno recupero, è Danilo: il difensore conclude dalla lunga distanza e colpisce un palo clamoroso che profuma di rimpianto. Il Napoli, nonostante il brivido, si tiene stretto il pari che però costa l’aggancio del Milan in sesta posizione in classifica.
Milan-Parma
I rossoneri mostrano ancora una volta grande carattere. Sarà la presenza di Ibrahimovic, sarà un carisma ritrovato da parte di Pioli, ma questo Milan è una delle migliori squadre di questa ripresa di campionato. E il 3-1 al Parma ne è la dimostrazione.
Il primo tempo procede in maniera abbastanza equilibrata, entrambe le squadre vanno vicine al goal in almeno un’occasione. Il Milan centra la traversa con Romagnoli, mentre Gervinho conclude malamente un’irresistibile cavalcata di 70 metri palla al piede. Sono i Ducali, però, a passare in vantaggio a un minuto dalla fine del primo tempo, grazie alla seconda rete consecutiva di Kurtic. Un goal che avrebbe tagliato le gambe a molte squadre, ma non al Milan di adesso.
Nel secondo tempo, infatti, i rossoneri sono indiavolati. Al 55esimo un rinato Kessie trova un destro folgorante dai 25 metri che bacia il palo ed entra in porta, mentre quattro minuti dopo è il capitano, Alessio Romagnoli, a portare in vantaggio i suoi sugli sviluppi di un calcio piazzato.
Il Parma però non si arrende e va vicina al pareggio, ma la traversa e Donnarumma fermano Kulusevski e Inglese. Così il Milan ne approfitta e chiude la partita grazie a un fendente di Calhanoglu. Una vittoria che porta i rossoneri a quota 53 punti, alla pari del Napoli, ma sempre a -4 dalla Roma quinta in classifica. Per il Parma, invece, complice anche un calendario poco favorevole, si tratta della sesta partita consecutiva senza vittorie, cinque delle quali sono sconfitte.
Lecce-Fiorentina
La Fiorentina mette un punto forse definitivo sulla questione salvezza grazie a una vittoria di prepotenza contro il Lecce.
La Viola chiude la pratica già nel primo tempo. Dopo sei minuti Chiesa torna al goal e porta in vantaggio i suoi sfruttando una brutta palla persa dal Lecce sulla propria trequarti, mentre Ghezzal e Cutrone chiudono la pratica al 38esimo e al 40esimo. In mezzo c’è spazio anche per il rigore sbagliato da Pulgar, uno dei migliori specialisti dal dischetto del nostro campionato.
Il Lecce prova a riaprire la partita nella ripresa, ma la traversa ferma il tentativo di Farias. Il goal della bandiera arriva a due minuti dalla fine grazie al destro si Shakhov, al suo primo goal in Serie A.
La Fiorentina trova la vittoria della serenità. Con questo successo, gli uomini di Iachini si portano a 39 punti, allontanando lo spettro della zona retrocessione e avvicinandosi al gruppetto di squadre che gravitano a metà classifica. Con un finale di stagione positivo, la Viola potrebbe anche concludere tra le prime dieci.
Per il Lecce, invece, una sconfitta che brucia, dopo i 4 punti ottenuti nelle ultime due giornate contro Lazio e Cagliari. La salvezza rimane comunque a un punto e la prossima sfida contro il Genoa sarà decisiva per le sorti dei giallorossi e della lotta per non retrocedere.
Sampdoria-Cagliari
Come per la Fiorentina, anche la Sampdoria si mette nelle condizioni di poter respirare e di staccare la zona retrocessione. Il netto successo sul Cagliari di Zenga (3-0), che ha poco altro da chiedere a questo campionato, è firmato dagli attaccanti mancini, nonché da due degli uomini più in forma dei blucerchiati: Manolo Gabbiadini apre la partita, mentre la doppietta di Federico Bonazzoli, autore di un goal pregevole in acrobazia, chiude i conti.
Claudio Ranieri ha compiuto l’ennesimo miracolo. Ha preso una squadra smantellata dal mercato e ultima in classifica a ottobre, e la sta conducendo verso una salvezza tranquilla, grazie soprattutto agli ultimi successi contro le dirette rivali. L’allenatore vincitore dello storico titolo col Leicester, ha dato solidità a una squadra, che negli ultimi anni era stata tra le più divertenti della Serie A sotto la guida di Giampaolo.
Ranieri ha navigato in mezzo a un mare di difficoltà, dovendo fare a meno per diverso tempo anche della vena realizzativa di Quagliarella, senza che questa mancanza influenzasse eccessivamente l’andamento della Sampdoria. L’ennesima dimostrazione di bravura e di professionalità da parte di un allenatore che risulta ormai da anni tra le eccellenze del nostro calcio.
Torino-Genoa
Il Torino può abbandonarsi a un sospiro di sollievo, il Genoa è costretto a rimandarlo. Nonostante in palio ci sia una bella fetta di salvezza, Toro e Grifone optano per i tridenti: uno più puro, quello rossoblù, con Falque largo sulla destra Pinamonti e Sanabria, e uno più muscolare, quello granata, con Zaza, Belotti e Verdi.
Il Genoa parte con ritmi molto alti, complice uno Iago Falque ispirato, ma alla metà del primo tempo il gioco si ribalta. Il Torino inizia a sfondare con regolarità sulla sinistra e al 32’ si realizza l’episodio che indirizza il primo tempo: corner di Verdi, colpo di testa di Bremer preciso e potente. È 1-0. Terzo gol in campionato per il difensore brasiliano che aveva segnato al Genoa anche all’andata, quando i granata vinsero a 1-0.
Nel secondo tempo è Sirigu a salvare la partita: nello stesso affondo rossoblù inizia con il respingere coi pugni un tiro di Pinamonti, poi sfodera la parata più bella allungandosi a sinistra sul tiro di Schone, infine chiude lo specchio a Sanabria a tu per tu. Tre interventi salva-risultato che permettono al Toro di andare a chiudere la partita. Alla mezz’ora Belotti serve una bella palla per Lukic che conclude a giro: è il 2-0 granata. Nel finale il Toro cala il tris: fa tutto Andrea Belotti, realizzando il suo settimo gol consecutivo, il sedicesimo in campionato.
Il Torino si porta così a più 8 dal Lecce terzultimo a cinque giornate dalla fine del campionato. Il Genoa rimane a più 1 dai pugliesi. E la prossima giornata sarà scontro diretto.
Appena 24 ore di stop e il campionato riprenderà con la 34esima giornata di Serie A. Il Milan tenterà di continuare la sua striscia di vittorie in casa contro il Bologna. Doppia sfida salvezza tra Brescia-Spal e Genoa-Lecce. Nelle zone alte della classifica, la Juve sarà impegnata nel posticipo contro la Lazio, l’Inter contro la Roma e l’Atalanta contro il Verona di Juric.