Serie A: è pari tra Juventus e Atalanta, l’Inter aggancia il secondo posto

Quella appena trascorsa è stata la giornata delle partite decise nei minuti finali. Da Juventus-Atalanta a Lazio-Sassuolo, sono molti i match che sembravano scritti e che invece si sono ribaltati nell’ultima frazione di gioco. La 32esima giornata del campionato di Serie A ha regalato a tifosi e appassionati numerose sorprese: la Juve mantiene saldo il suo primo posto strappando con fatica un punto a una strepitosa Atalanta. L’Inter sorpassa la Dea e raggiunge una Lazio sempre più in caduta libera. In zona salvezza il Genoa può fare un piccolo sospiro di sollievo e il Lecce dimostra di crederci ancora.

Juventus-Atalanta

Dopo la pesante sconfitta in rimonta subita solo quattro giorni prima contro il Milan, la Juventus riesce a limitare i danni contro una straripante Atalanta. Il big match della 32esima giornata finisce 2-2, con i bianconeri costretti sempre a inseguire una Dea che è andata veramente vicina all’impresa.

Per i bergamaschi si rivede Ilicic in campo dal primo minuto, mentre Sarri sceglie un centrocampo più di sostanza inserendo Matuidi al posto di Pjanic. Una scelta accorta che nel primo tempo non paga, perché l’Atalanta tiene in mano il gioco pressando la Juventus e costringendola per larghi tratti nella propria metà campo. Ed è proprio da un errore in uscita dei bianconeri che nasce il primo goal della Dea. Dybala si fa anticipare da Freuler in mezzo al campo, il pallone arriva a Gomez che imbuca splendidamente per Zapata, con il colombiano che protegge bene palla su Bentancur e scarica un piattone alle spalle di Szczesny. La Juventus fatica a creare occasioni per ribattere al vantaggio avversario, malgrado Cristiano Ronaldo e Dybala appaiano ispirati in quelle rare chance in cui sono messi nelle condizioni di creare pericoli.

Sembra che solo un episodio possa far sbloccare i padroni di casa ed è quello che succede al minuto 55. Dalla sinistra Dybala crossa il pallone, ma prima che possa arrivare in mezzo all’area colpisce il braccio di De Roon. La dinamica è al limite, l’olandese non ha l’arto aderente al corpo ma nemmeno troppo aperto: Giacomelli è a due passi e decreta il calcio di rigore, con il Var che conferma la scelta dell’arbitro. Cristiano Ronaldo tira un siluro che infila Gollini.

Con i due rigori segnati all’Atalanta, Cristiano Ronaldo sale a quota 28 goal in campionato, a meno uno da Ciro Immobile

A questo punto la partita vive di fasi alterne in cui le due squadre spingono per cercare la vittoria. La Juventus va vicina al goal con una grande giocata di Ronaldo, ma è l’Atalanta che al minuto 80 trova il nuovo vantaggio, grazie al un destro potentissimo di Malinovskj, subentrato qualche minuto prima a Ilicic. Gli uomini di Gasperini sentono l’odore dell’impresa che sa di prima vittoria allo Stadium, ma è ancora un fallo di mano a rovinare i piani della Dea. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Higuain scarica fuori dall’area per un compagno, ma il suo tocco è interrotto dal braccio, questa volta largo, di Muriel. Cristiano Ronaldo dimostra di non sentire la pressione e al 90esimo segna il rigore del definitivo 2-2.

Finisce così in parità una partita che, oltre a regalare emozioni, ha restituito un’immagine fedele della situazione delle due squadre. L’Atalanta ha dimostrato di essere la squadra più in forma del campionato e di poter recriminare dei rimpianti per lo scudetto, soprattutto in alcune partite sulla carta semplici perse nel girone di andata. La Juventus, invece, evidenzia ancora una volta tutte le sue difficoltà, ma almeno riesce a tenere a debita distanza i nerazzurri, sempre a 9 punti, non facendoli rientrare minacciosamente nella lotta per il primo posto.

Inter-Torino

È tornato a splendere il sereno in casa Inter. Dopo le brutte prestazioni contro Bologna e Verona, i ragazzi di Antonio Conte ritrovano finalmente i 3 punti e non sprecano l’ennesima occasione per superare l’Atalanta e agganciare la Lazio al secondo posto. Un match, quello contro il Torino, tutt’altro che semplice e rilassato per i nerazzurri che prima si complicano la vita da soli e poi tirano fuori la grinta e recuperano.

Prima del match Conte prende decisioni destinate a fare rumore: fuori Skriniar – che aveva dato il peggio di sé nella scorsa partita – e dentro Godin, terza panchina per Eriksen e al suo posto Borja Valero, trequartista alle spalle di Lautaro e Sanchez. Lukaku direttamente in tribuna per un problema fisico. Moreno Longo sceglie Ansaldi e in attacco si vede Belotti, a segno da cinque partite consecutive, supportato da Verdi.

L’Inter parte aggressiva con Sirigu che salva su un tiro di Brozovic e Godin che ci prova di testa. Ci vuole più di un quarto d’ora per vedere il Torino mettere il naso nell’area avversaria: Belotti guadagna un calcio d’angolo, dalla bandierina batte Verdi. Handanovic sbaglia e si fa scappare dalle mani una palla innocua, il Gallo ne approfitta e appoggia in porta. I nerazzurri fanno tutto da soli e il Toro passa in vantaggio. L’Inter prova a reagire ma lo fa più di pancia che di testa: poche le azioni realmente pericolose e Lautaro e compagni vanno negli spogliatoi con tanta rabbia dentro ma poche occasioni concrete.

I giocatori dell’Inter festeggiano il ritorno al goal di Lautaro Martinez, che in questa ripresa era andato a segno solo nel recupero contro la Sampdoria

Nel secondo tempo si cambia musica. Tra il 48’ e il 61’ l’Inter cala un tris che manda al tappeto gli uomini di Longo. Lautaro e Sanchez si trasformano in assist man e le loro sponde aeree vengono scaraventate in rete da Young e Godin, giocatore numero 18 per i nerazzurri ad andare a segno in campionato. Il ko viene inflitto da Lautaro Martinez che, grazie anche a una deviazione di Bremer, si sblocca e ritrova finalmente il gol.

Il Torino non molla, continua ad attaccare e Belotti trova una traversa che avrebbe potuto rimettere tutto in discussione. Invece termina 3-1 a San Siro e Conte torna finalmente a sorridere. Rimangono i rimpianti per i punti persi per strada nelle scorse partite, ma non c’è tempo per le recriminazioni: Spal e Roma attendono i nerazzurri. Per i granata, invece, ci sarà ancora da lottare per conquistare la salvezza.

Lazio-Sassuolo

Come nel turno precedente, la Lazio non approfitta del calendario complicato della Juventus. I biancocelesti aprono la giornata nella sfida contro il Sassuolo, la squadra che, dopo l’Atalanta e insieme al Milan, ha conquistato più punti dalla ripresa del campionato.

E in effetti, l’inizio di partita sembra dare ragione ai momenti che le due squadre stanno vivendo. Inzaghi schiera il miglior undici possibile, mentre De Zerbi si permette di lasciare in panchina Berardi e Caputo e di lanciare dal primo minuto il classe 2000 Raspadori. Proprio il giovane attaccante trova il goal dopo appena otto minuti. Un urlo di gioia che rimane strozzato in gola, perché il Var annulla la rete per fuorigioco: il giocatore del Sassuolo è al di là dell’ultimo uomo, ma non è chiaro se il tocco che lo smarca venga da un retropassaggio di Parolo o da un proprio compagno.

Ristabilito lo 0-0, è comunque il Sassuolo a rendersi pericoloso: i neroverdi fraseggiano bene tra le linee e arrivano spesso alla conclusione in porta. È la Lazio, però, a trovare il vantaggio: Lazzari compie una delle sue sfuriate sulla fascia destra, arriva sul fondo e mette indietro per Luis Alberto, che controlla male e viene anticipato dalla scivolata di Locatelli. Lo spagnolo è però fortunato, perché la palla gli sbatte sulla gamba e alza una traiettoria strana del pallone che si insacca alle spalle di Consigli.

Il secondo tempo prosegue sulla falsa riga del primo. De Zerbi inserisce Caputo ed è proprio da una sua iniziativa che nasce il goal del pareggio. Il bomber del Sassuolo scatta in profondità e serve in mezzo per Raspadori, che a porta vuota non può sbagliare. Questa volta è tutto regolare e per il classe 2000 è il primo goal in Serie A.

Giacomo Raspadori, attaccante del Sassuolo classe 2000, ha trovato il primo goal in Serie A all’esordio da titolare

I neroverdi continuano a premere, ne hanno di più degli avversari e nel recupero trovano il goal della vittoria. Rogerio fa partire un traversone tagliato da sinistra, sul secondo palo Ferrari fa la sponda per Caputo che a un metro dalla porta segna la rete numero 16 del suo campionato.

Per la Lazio, si tratta della terza sconfitta consecutiva, la quarta in sei partite da quando è ricominciato il campionato. La classifica recita un terzo posto e un -8 dalla capolista, con ancora lo scontro diretto da giocare, ma risulta ovvio come per i biancocelesti le ultime due giornate – con le sfide contro Lecce e Sassuolo e con la Juventus impegnata contro Milan e Atalanta – siano state un’occasione persa per accorciare sul primo posto.

Con il suo calcio spumeggiante, invece, il Sassuolo si rivela una delle migliori squadre in questa ripresa. I 14 punti conquistati in sei partite hanno permesso agli uomini di De Zerbi non solo di uscire dalla lotta per non retrocedere, ma anche di avere qualche speranza per la qualificazione in Europa League. Il settimo posto, occupato dal Milan, dista ora solo quattro punti.

Brescia-Roma

Buona la prima e anche la seconda. La Roma, dopo la vittoria contro il Parma, trova il successo per 3-0 anche a Brescia, rimanendo sola al quinto posto e distanziando il Napoli di 2 punti. I giallorossi sembra stiano ritrovando il giusto equilibrio, ma soprattutto contro le Rondinelle è Zaniolo a ritrovare la via del gol. Il giovane centrocampista, rientrato in campo due giornate fa contro il Napoli, pare essersi ripreso completamente dal brutto infortunio che lo ha costretto allo stop per quasi sei mesi.

Nel primo tempo è Bruno Peres il più insidioso in fase offensiva e al 21′, proprio su un’iniziativa del brasiliano, Chancellor sfiora l’autogol. Dieci minuti dopo la Roma ci riprova: lancio di Fazio che smarca Perez, lo spagnolo va verso la porta ma il suo tiro esce di poco. Niente da fare, il Brescia regge l’urto della squadra di Fonseca per tutta la prima frazione di gioco e le squadre vanno a riposo sullo 0-0.

Nicolò Zaniolo, 21 anni, è tornato al goal dopo il brutto infortunio subito il 12 gennaio contro la Juventus

La ripresa, invece, si tinge di giallorosso: dopo 3′, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, un rimpallo aiuta Fazio che di sinistro batte Andrenacci. È 1-0. Il Brescia non ha la forza di reagire e alla Roma non resta che chiudere la gara. Al 62′ assist di Perez e puntuale intervento di Kalinic che controlla e raddoppia. È il turno poi di Zaniolo. Fonseca gli dà la giusta fiducia e lo fa scendere in campo al 25’ della ripresa. Al giovane centrocampista bastano 4 minuti per far capire che ciò che è stato è solo un ricordo: sinistro in corsa sul primo palo e palla che si insacca alle spalle di Andrenacci. Era dallo scorso 20 dicembre che l’azzurro non andava a segno. Nel finale dentro anche Dzeko, che fa in tempo a colpire una traversa e un palo.

Alla buona prestazione della Roma fa da contraltare un Brescia che appare per tutto il match senza idee e motivazioni. I lombardi si trovano a un passo dalla Serie B e la prossima partita contro l’Atalanta sarà tutt’altro che semplice. Le Rondinelle dovranno inventarsi qualcosa se non vogliono dire addio alla massima categoria.

Napoli-Milan

Tra i due litiganti il terzo gode. E così nella sfida tra Napoli e Milan a uscirne con il sorriso è… la Roma. I giallorossi, grazie al 2-2 finale al San Paolo, rimangono soli al quinto posto, l’ultimo disponibile per approdare direttamente senza gironi all’Europa League.

Un risultato che sta più stretto al Napoli che al Milan: gli azzurri hanno dato prova di un gioco brillante: Di Lorenzo riesce a ribaltare la situazione dopo il gol iniziale di Theo Hernandez e gli azzurri passano addirittura in vantaggio grazie al solito Mertens. Un contestato fallo di Maksimovic a Bonaventura però segna l’ultimo atto del match: Kessié dal dischetto non sbaglia, togliendo a Gattuso la possibilità di rivincita contro la sua ex società. Il Napoli ha tentato di portare a casa i 3 punti in ogni modo, riversandosi in avanti in massa nel finale. Il Milan ha chiuso in 10 per l’espulsione di Saelemaekers che riesce a rimediare due cartellini gialli in due minuti.

Paolo Maldini e Gennaro Gattuso si abbracciano prima di Napoli-Milan. I due sono stati compagni con la maglia rossonera dal 1999 al 2009

Lasciando da parte il punto a testa, che alla fine non accontenta nessuno, entrambe le squadre possono sorridere per quanto dimostrato in campo. Gli azzurri, praticamente senza obiettivi in campionato, sono in forma: hanno fatto vedere un gioco veloce e ricco di trame, fondamentale per tentare l’impresa in Champions League contro il Barcellona. Il Milan, da parte sua, è cresciuto molto in queste ultime giornate: i giocatori hanno acquisito fiducia e personalità e ciò si nota nel gioco dell’intera squadra. Il pareggio allontana la Roma e avvicina il Sassuolo in classifica, ma con il Diavolo in questo stato la partita non è ancora chiusa.

Fiorentina-Verona

È la sfida tra due squadre che si trovano in situazioni opposte rispetto alle previsioni di inizio stagione. L’Hellas Verona delle meraviglie, partita con l’obiettivo salvezza, sta cercando una miracolosa qualificazione europea, mentre la Fiorentina, che aveva l’ambizione di finire tra le prime sette in classifica, si trova ancora inclusa nella lotta per non retrocedere.

E l’inizio della partita conferma l’andamento stagionale. Gli uomini di Juric impongono subito il loro pressing alto e il loro ritmo indiavolato, concedendo agli avversari ben poco spazio. Al minuto 18 Amrabat, l’uomo simbolo di questo Verona, sveste i panni di recuperatore di palloni e si trasforma in assistman, servendo un cioccolatino a Faraoni, che in mezza rovesciata segna il goal del vantaggio.

Con la rete siglata all’ultimo minuto a Verona, Patrick Cutrone è al suo secondo goal consecutivo

Il primo tempo continua su questa falsa riga, con la Fiorentina che non riesce a rendersi pericolosa se non con tiri della distanza senza troppe pretese. Nella ripresa la musica cambia, Iachini toglie Ribery e mette Chiesa e il Verona abbassa il ritmo tenuto nei primi 45 minuti. Al 55esimo un episodio che è destinato a diventare un caso: Igor colpisce di testa da calcio d’angolo e il pallone sbatte sul braccio di Pessina. Il tocco è involontario, ma l’arto del centrocampista del Verona è abbastanza largo per concedere rigore. Chiffi vede tutto e non assegna il penalty, ma l’errore grave è da parte del Var, che non richiama l’arbitro, quando quest’anno in circostanze molto meno chiare il direttore di gara spesso è stato sollecitato ad andare al monitor. Un episodio che sicuramente contribuisce ad aumentare la confusione sulle nuove disposizioni relative ai falli di mano in area.

In ogni caso, la Fiorentina non molla e con tenacia trova il pareggio all’ultima azione. Chiesa imbuca per Cutrone, che sorprende alle spalle Rrahmani e supera Silverstri con uno scavetto. È il goal che regala un punto ai Viola e permette agli uomini di Iachini di salire al tredicesimo posto in classifica. Un pari che significa una battuta di arresto per il Verona, che vede sfumata all’ultimo minuto la possibilità di accorciare sul settimo posto in classifica, valido per l’Europa League.

Parma-Bologna

Il derby emiliano è la partita più pazza della giornata. Succede tutto nei primi minuti di partita e nel recupero del secondo tempo. Il Bologna trova il doppio vantaggio grazie ai goal di Danilo e Soriano e controlla per tutto il resto della partita.

Gli uomini di D’Aversa, reduci da quattro sconfitte consecutive, non riescono a reagire e, anzi, sono i rossoblù ad andare più vicini al goal del 3-0. I padroni di casa si svegliano quando fa il suo ingresso in campo Kulusevski. Il gioiellino svedese dà la scossa alla squadra, che rinchiude il Bologna nella propria area nei minuti finali.

Gli ospiti sembrano resistere a ogni assalto del Parma e Mbaye salva sulla linea un missile di Inglese sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Ma è proprio da corner che arriva il goal che accende le speranze dei Ducali. Kulusevski mette un pallone tagliato in mezzo, che viene spizzato da un giocatore del Bologna e finisce sulla testa di Kurtic, che di istinto la mette in porta.

Roberto Inglese, attaccante del Parma, non segnava in campionato dalla sesta giornata

Sembra il goal della bandiera, visto che viene segnato 93esimo, invece è quello della speranza. Appena due minuti dopo, Gagliolo crossa un pallone apparentemente innocuo dalla trequarti, che però diventa fatale per il Bologna. Skorupski non esce, Tomiyasu non copre bene la posizione e Inglese ne approfitta piazzando la zampata del 2-2. È gioia Parma e furia Mihajlovic.

Il Bologna butta via due punti e una vittoria già conquistata, mentre il Parma pone fine alla serie negativa.

Cagliari-Lecce

Il Lecce torna a casa pieno di rimpianti. Lo 0-0 alla Sardegna Arena sta stretto agli uomini di Liverani che per il terzo match consecutivo hanno mostrato i denti e tirato fuori la grinta ma non sono riusciti a guadagnarsi la piena posta in palio.

Fabio Liverani, allenatore del Lecce. Con i giallorossi ha ottenuto la promozione in Serie A nella stagione 2018-2019

Gli ospiti ci hanno provato fino alla fine a vincere: probabilmente il sorpasso del Genoa in classifica con il successo sulla Spal a Marassi ha dato loro la giusta carica. Ma a fermare la fame di vittoria dei salentini ci hanno pensato un palo incredibile di Babacar nel primo tempo e le parate di un miracoloso Cragno. Il Lecce si ritrova così nella zona rossa a 29 punti, ma il carattere dimostrato contro il Cagliari può non far perdere le speranze di salvezza.

Deludente, invece, la gara offensiva dei rossoblù, soprattutto dopo l’infortunio di Nainggolan. I ragazzi di Walter Zenga, che festeggia panchina numero 100 in Serie A, hanno portato a casa un altro punto accomodandosi così a metà classifica con 41 punti.

Udinese-Sampdoria

Quella della Dacia Arena è stata una vera e propria sfida salvezza, con nessuna delle due squadre che ha arretrato di un centimetro. Alla fine l’ha spuntata la Sampdoria, grazie ai goal dei suoi attaccanti, mettendo un sigillo importante nella lotta per non retrocedere.

A passare in vantaggio, però, è l’Udinese con il solito Kevin Lasagna, alla sua rete numero sei nelle ultime cinque partite, quando invece prima della sosta forzata era fermo a quota quattro. A una vena realizzativa ritrovata per i bianconeri e per il suo attaccante fa però da contraltare la mancanza di solidità difensiva, il punto forte dei friulani per gran parte della stagione.

Fabio Quagliarella, 37 anni, contro l’Udinese ha segnato il suo primo goal dalla ripresa del campionato

Il pareggio di un redivivo Fabio Quagliarella chiude il primo tempo sull’1-1 e la partita, come la maggior parte di questa 32esima giornata, si risolve nei minuti finali. È la magia di Bonazzoli a portare in vantaggio la Sampdoria: su un pallone vagante nell’area avversaria, il giovane attaccante segna in sforbiciata dal limite dell’area piccola. L’Udinese si riversa in avanti e trova il pareggio con Nuytinck, su una brutta respinta di Audero, ma la rete viene annullata perché viziata da un tocco di mano del difensore bianconero.

Dalla gioia al dolore per Nuytinck e per l’Udinese, perché nel recupero l’olandese si fa sorprendere da Gabbiadini, che stoppa il pallone in area e con un sinistro a giro sul secondo palo batte Musso e chiude la partita.

Grazie a questa vittoria la Sampdoria sale a quota 35 e aggancia proprio l’Udinese. Ora le due squadre si trovano a sei punti dal terzultimo posto, occupato dal Lecce.

Genoa-Spal

Una partita che potrebbe valere un campionato. La sfida salvezza tra Genoa e Spal si tinge di rossoblù grazie ai gol di Pandev e Schone che assicurano al Grifone tre punti importanti. Complice anche il pareggio del Lecce, il Genoa può tirare un piccolo sospiro di sollievo: con 30 punti si trova appena fuori dalla zona rossa, ma la squadra di Liverani è in agguato.

La Spal appare poco propositiva, con tanta buona volontà (specialmente sino all’intervallo), ma incapace di concretizzare e creare veri pericoli. Il match non è stato comunque facile per la squadra di Nicola, che dopo il lockdown non aveva ancora vinto.

Una vera e propria ripartenza per i rossoblù che però dovranno affrontare una serie di sfide tutt’altro che semplici per garantirsi la permanenza in Serie A: Torino, Lecce e Sampdoria attendono infatti il Grifone. La Spal, invece, si ritrova con un piede in Serie B. Quasi due.

Goran Pandev, 36 anni, con i suoi goal sta trascinando il Genoa verso la salvezza

Questa volta non c’è nemmeno un giorno di pausa, perché la 33esima giornata si aprirà martedì 14 luglio con il derby lombardo tra Atalanta e Brescia. Il giorno dopo sarà il turno di ben sette partite, quattro alle 19.30 (Sampdoria-Cagliari, Bologna-Napoli, Milan-Parma e Lecce-Fiorentina) e tre alle 21.45 (Sassuolo-Juventus, Roma-Verona e Udinese Lazio). Chiuderanno giovedì 16 Torino-Genoa e Spal-Inter.

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