Qualche buona notizia anche nel mondo dell’editoria: “nella nebbia dei contenuti discutibili, i lettori sono sempre più alla ricerca di contenuti affidabili e di qualità”. È quanto ha dichiarato nel World Press Trends 2019 Vincent Peyrègne, Ceo della WAN-IFRA (World Association of News Publishers). Il report, giunto ormai alla 30esima edizione, analizza i dati raccolti in più di 50 Paesi.
Gli autori sono giunti a questa conclusione soffermandosi soprattutto sui dati ricavati dall’online: dal 2013 al 2018, a livello mondiale, il numero di utenti che si sono abbonati a un giornale digitale è aumentato del 208%, percentuale che nel 2019 si è alzata di un ulteriore 13%. Questa crescita, si legge sempre nel report, si contrappone ai cali registrati nella carta stampata.
Non sono solo gli abbonati, che rappresentano il 10% dei visitatori dei siti di informazione, a essere cresciuti. Analizzando i dati raccolti da Chartbeat, si nota che in 11 mesi (agosto 2018 – febbraio 2019) il numero di visualizzazioni da parte di utenti non abbonati è aumentato del 76%.
Secondo gli autori del World Press Trends questi riscontri sono indice del fatto che i lettori, stanchi di destreggiarsi tra siti di notizie gratuiti ma inaffidabili, preferiscono pagare per assicurarsi qualità e affidabilità. Questa tendenza non può che giovare al sistema degli abbonamenti che “dimostra di avere grandi potenzialità”.
La diffusione del digitale è aumentata notevolmente negli ultimi cinque anni (+166,8% dal 2014), anche se bisogna rilevare che i lettori che scelgono l’online rappresentano ancora una quota minoritaria. Nel 2018 la diffusione su carta è invece rimasta invece stabile (- 0,3% dal 2017, -1,1% dal 2014).
Ma quali sono i mezzi che gli utenti preferiscono per accedere ai giornali online? Sempre secondo i dati di Chartbeat, il 56% dei lettori digitali scelgono di informarsi attraverso i propri smartphone, che surclassano così computer (39%) e tablet (5%). “Il fatto che questi dispositivi siano di centrale importanza nelle vite dei lettori praticamente ovunque, è un mutamento di panorama” commenta il report, “La misura in cui gli editori riescono a incontrare le aspettative del pubblico attraverso prodotti competitivi è una sfida sia per l’intero settore, sia per l’organizzazione interna di ogni azienda”. “Mobile first deve essere il nuovo mantra, deve essere la missione”, suggeriscono gli autori. Per le aziende che operano in questo campo diventa quindi vitale orientare tutte le proprie strategie e i propri metodi produttivi alla creazione di contenuti fruibili sugli smartphone.
Per quanto riguarda i motori di ricerca invece, Google continua a dominare, seguito a distanza da Facebook e Twitter. Chartbeat mostra che due utenti su tre scelgono di cliccare su un articolo a partire dallo scroll dei risultati del motore di ricerca. Google Search resta il mezzo che porta più lettori ai giornali online: il consiglio del report è quello di implementare le strategie SEO per ottimizzare i risultati delle ricerche.
Non solo buone notizie
Nonostante la “fame” di contenuti di qualità sia in crescita, il giro d’affari mondiali dell’industria dei quotidiani continua a diminuire: è in calo del 3,4% rispetto al 2015 e del 13,2% rispetto al 2014. I ricavi mondiali nel 2018 sono si attestano a circa 111 miliardi di euro, nel 2014 se ne contavano invece 127.
Da quali componenti è formato il ricavo totale? Se ne possono distinguere principalmente due: diffusione e pubblicità. Entrambe poi possono essere registrate nell’ambito del cartaceo o del digitale.
I ricavi generati dalla diffusione digitale segnano discreti incrementi: nel 2018 si registra +14,2% sull’anno precedente e +104,5% sul 2014. Anche i ricavi ottenuti dalla pubblicità digitale sono in aumento: nel 2018 sono aumentati del 5,3% rispetto al 2017 e del 24,8% sul 2014.
Ma perché allora il piatto piange? Gli autori del World Press Trends spiegano che il digitale rappresenta una minima parte del giro d’affari mondiale: solo il 3,7% della diffusione e il 9,8% della pubblicità. Nel 2018 infatti l’86,5% degli introiti proviene dalla carta stampata, che però è in vertiginosa perdita: la pubblicità ha registrato un calo del 8% sul 2017 e del 28,9% sul 2014; la diffusione perde il 2,5% rispetto l’anno precedente e il 7,4% dal 2014.
Anche il rapporto tra diffusione e pubblicità è cambiato: dal 2014 al 2018 si assiste a un progressivo aumento dei ricavi dati dalle vendite e, al contrario, alla diminuzione di quelli provenienti dalla pubblicità. A partire dal 2016, i ricavi diffusionali sono diventati la fonte principale di ricavi del settore.
Il World Press Trends mostra dunque un quadro in continuo mutamento, in cui la qualità dei contenuti, nonostante la perdita di fiducia nei confronti del mondo dell’informazione, è ancora un valore da ricercare.