Pete Buttigieg ha annunciato domenica, 1 marzo, il suo ritiro dalle primarie dei democratici statunitensi per le elezioni presidenziali del 2020.
L’ex sindaco di South Bend (Indiana) ha cancellato i suoi impegni in Texas -un comizio a Dallas nella stessa giornata di domenica e una raccolta fondi ad Austin lunedì 2 marzo- per fare ritorno nella sua città e rendere nota la sua decisione.
Buttigieg: «Un passo indietro per unire il nostro Paese»
«Il nostro obiettivo è sempre stato quello di unire l’America per sconfiggere Donald Trump vincendo grazie ai nostri valori. Dobbiamo riconoscere che a questo punto il modo migliore per rimanere fedeli ai nostri obiettivi e valori è fare un passo indietro per unire il nostro partito e il nostro Paese». È quanto dichiarato da Buttigieg davanti a una folla di sostenitori, che ha poi aggiunto: «Non correrò più per la nomina a candidato democratico per le elezioni 2020, ma continuerò a fare tutto il possibile perché il Paese abbia un nuovo presidente democratico dal prossimo gennaio».
La decisione è arrivata dopo il deludente risultato ottenuto alle primarie in South Caroline, stravinte da Joe Biden. Buttigieg, infatti, ha raggiunto solo l’8,2%, classificandosi quarto. Segnale della difficoltà dell’ex sindaco di South Bend di riuscire ad ottenere il consenso degli elettori afroamericani. In generale, Buttigieg si è dimostrato incapace di vincere negli Stati in cui l’elettorato è meno omogeneo dal punto di vista etnico, qualità necessaria per poter diventare il candidato presidente per il Partito Democratico. È successo precedentemente anche in Nevada, dove era arrivato terzo, a grande distanza da Bernie Sanders, che ha vinto, e da Joe Biden, arrivato secondo, non essendo riuscito a raccogliere i voti dei latinos.
L’ascesa di “Mayor Pete”
Pete Buttigieg, 38 anni, è stato il primo candidato apertamente gay alle primarie dei democratici statunitensi. Durante il suo mandato da sindaco, si era arruolato nell’esercito e aveva trascorso un periodo in guerra in Afghanistan. Per la sua retorica, molti lo hanno paragonato all’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
Nonostante la scarsa esperienza politica, era riuscito a vincere i caucus in Iowa e ad arrivare secondo nelle primarie in New Hampshire, ottenendo più voti di Amy Klobuchar e di Elizabeth Warren, entrambe ancora in corsa.
Immediata la razione del senatore del Vermont, Sanders, che si è congratulato con Buttigieg per aver condotto «una brillante campagna» e che ha aggiunto: «Stasera voglio solo dare il benvenuto a tutti i suoi sostenitori nel nostro movimento e spingerli a unirsi a noi nella lotta per un vero cambiamento in questo Paese». Ma anche l’ex vicepresidente Biden ha chiesto l’appoggio di “Mayor Pete”.
In attesa del Super Tuesday
Non è chiaro, però, se l’ex sindaco di South Bend sosterrà un altro candidato. Trarranno sicuramente vantaggio da questa decisione Joe Biden e Mike Bloomberg, in primis, ma anche Amy Klobuchar. Tutti appartenenti al fronte moderato, di cui Buttigieg era uno dei principali rappresentanti.
.@PeteButtigieg ran a strong campaign that inspired audiences and made history.
His dedication to serving our nation – as a mayor and veteran – reflected a love of country I deeply admire.
Our party is stronger and our nation is better because of his run.
— Mike Bloomberg (@MikeBloomberg) March 2, 2020
Questa notizia è arrivata poco prima dell’atteso Super Tuesday del 3 marzo. Il martedì in cui voteranno 14 stati, più il territorio di Samoa e gli elettori all’estero, su un totale di 50 e in cui verranno nominati 1.357 delegati democratici (un terzo dei 3.979 delegati dem).