I lunghi baffi neri arrotolati all’insù lo hanno reso riconoscibile in tutto il mondo. Salvador Dalì è uno degli artisti dalla personalità più eccentrica e bizzarra del novecento. Me ne Faccio un Baffo è il titolo della mostra a lui dedicata, inaugurata il 13 febbraio alla Kasa dei Libri di Milano. L’esposizione è curata da Andrea Kerbaker, suo fondatore.
Varcando la soglia di Kasa, si entra all’interno di un percorso che ripercorre le tappe dell’arte e della vita dell’ideatore del surrealismo. La mostra parte dalla Divina commedia: per celebrare la nascita di Dante, nel 1951 il governo italiano commissionò a Dalì l’illustrazione del poema. Quando però si diffuse la voce che il progetto era stato affidato ad un artista spagnolo, questo venne improvvisamente interrotto. Poi, «Dalì se ne andò a Parigi, qui incontrò il marito di Gina Lollobrigida che rimase colpito da quest’operazione, acquisì lui le opere per la sua casa editrice Salani a Firenze. Pubblicò lui questa Divina Commedia in 6 volumi» spiega il curatore Kerbaker.
Il percorso espositivo in gironi
L’organizzazione della Kasa dei Libri riflette la suddivisione dei gironi danteschi. Si parte dal basso con l’Inferno, coinvolgente e forte nelle immagini, proprio come quello di Dante. Salendo un po’ si arriva al Purgatorio. Qui, 33 tavole illustrano la terra dantesca in cui le anime, non ancora del tutto purificate, attendono il loro destino. Infine, con l’ultimo gradino del percorso si raggiunge il Paradiso, dove le tavole di Dalì sono appese al soffitto tramite fili di nylon.
Inoltre, all’ultimo piano sono raccolte anche alcune curiose realizzazioni dell’artista: bottiglie disegnate, cataloghi dei suoi gioielli e persino un libro di cucina con le sue ricette sono alcuni dei più bizzarri.
Un luogo dove vivere la cultura
Lo spazio che fa da sfondo alle opere di Dalì è un po’ fuori dagli schemi, proprio come lo è stato lo stesso artista. La Kasa dei Libri non è il classico museo o area espositiva. Si tratta di un luogo di incontro, dove il visitatore ha la possibilità di avvicinarsi alla cultura in maniera diversa. La Kasa è uno spazio intimo, che va oltre l’idea stessa di biblioteca ed è diviso in tre appartamenti: uno dedicato alle mostre, uno ai libri e uno ad eventi culturali. Chi entra è circondato dai libri: può toccarli, sfogliarli e muoversi liberamente tra gli scaffali. Tra esemplari rari e acquisti a poco prezzo, sono oltre trentamila i volumi raccolti all’interno. «Ogni libro comprato è una intenzione di lettura» spiega Kerbaker stesso, che oltre ad essere il fondatore del luogo è anche autore di romanzi e racconti.