Doveva essere l’anno dei numeri da record per il mondo dei motori nel Regno Unito, ma il 2019 è risultato invece il peggior anno dal 2010. La crescita esponenziale post crisi economica ha avuto una brusca frenata. La Brexit non ha portato i frutti sperati e l’industria del settore è crollata.
I dati e i cambi di opinione
Promettevano benissimo i risultati riscontrati nel 2016 ma in questo ultimo triennio i dati sono stati preoccupanti con la produzione che è crollata del 24%. A far registrare questo calo sono stati gli investimenti: nella prima metà del 2019 si sono fermati a 90 milioni di sterline mentre nel 2014 erano stati oltre i 4 miliardi.
La Brexit era però stata accolta in modo favorevole dagli addetti dell’industria dei motori con Stuart Garner, proprietario di Norton Motorcycle, che nel 2018 che aveva definito l’uscita dall’Unione Europea una «grande opportunità».
«Prospereremo fuori dall’Unione. Ci saranno alcuni ostacoli di breve termine, ma ne verremo fuori più forti». Parole che sono state però smentite dallo stesso imprenditore lo scorso 29 gennaio quando il gruppo motociclistico è stato affidato all’amministrazione controllata della società di revisione BDO dopo essere finito in tribunale per 300 mila sterline di tasse non pagate.
Non se la passa meglio neanche il settore automobilistico che ha visto crollare i veicoli prodotti da 1,76 a 1,3 milioni. Inoltre, dal prossimo settembre Ford terminerà le sue attività nello stabilimento di Bridgend. Anche Honda ha già annunciato la chiusura dello stabilimento di Swindon nel 2021.
Differente invece il discorso riguardante la Nissan con la casa automobilistica giapponese che, secondo alcuni rumors, avrebbe intenzione di abbandonare l’Europa investendo il doppio nel Regno Unito, ma si attende ancora un’eventuale smentita. Carlos Ghosn, amministratore delegato di Nissan fino al 2017, in un’intervista alla BBC di inizio gennaio non ha smentito le indiscrezioni degli anni scorsi su un aiuto di Stato segreto per convincere Nissan rimanere nel Regno Unito dopo la Brexit.