164 migranti fermi 19 giorni al largo di Lampedusa. Accadeva ad agosto 2019 a bordo dell’imbarcazione ONG Open Arms, una vicenda che ha coinvolto in prima persona l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Un caso sul quale si è dibattuto per mesi e mesi allo scopo di stabilire se si sia trattato di un lecito procedimento politico o di un atto di responsabilità individuale. I giudici del Tribuinale dei Ministri non hanno dubbi, per loro quello fu sequestro di persona. L’atto d’accusa è chiaro, 114 pagine che spiegano le ragioni per le quali il Senato dovrebbe autorizzare la magistratura a procedere nei confronti del leader della Lega.
Le accuse a Salvini
Stando a quanto scritto sulla relazione, quella di Salvini fu una scelta presa in completa autonomia: «sin da quando, apprendendo dell’intervento di soccorso posto in essere in zona Sar libica dalla Open Arms, coerentemente con la politica inaugurata all’inizio del 2019, adottava nei confronti di Open Arms, d’intesa con i Ministri della Difesa e delle Infrastrutture e dei Trasporti, il decreto interdittivo dell’ingresso o del transito in acque territoriali italiane, qualificando l’evento come episodio di immigrazione clandestina, a dispetto del riferimento alla situazione di stress del natante su cui i soggetti recuperati stavano viaggiando».
Un altro elemento che scagionerebbe il Governo e riporrebbe tutte le responsabilità su Salvini riguarda lo scambio di mail che avvenne tra il premier e il capo del Viminale. «Il presidente del consiglio il 16 agosto rispondeva a una missiva del ministro Salvini, ribadendo con forza la necessità di autorizzare lo sbarco immediato dei minori presenti a bordo della Open Arms, anche alla luce della presenza della nave al limite delle acque territoriali (in effetti vi aveva già fatto ingresso) e potendo, dunque, configurare l’eventuale rifiuto un’ipotesi di illegittimo respingimento aggiungeva di aver già ricevuto conferma dalla Commissione europea della disponibilità di una pluralità di Stati a condividere gli oneri dell’ospitalità dei migranti della Open Arms, “indipendentemente dalla loro età”. Invitava, dunque, il ministro dell’Interno ad attivare le procedure, già attuate in altri casi consimili, finalizzate a rendere operativa la redistribuzione».
Adesso la palla passa alla Giunta, che dovrà esaminare tutte le accuse e decidere se concedere o meno al Senato l’autorizzazione a procedere.