Ispezione nello stabilimento siderurgico Arcelor Mittal di Taranto. L’operazione è stata richiesta dalla Procura ed è stata eseguita dai carabinieri del Noe di Roma, dal Nucleo sulla sicurezza sul lavoro e dal Comando provinciale dopo le indagini avviate in seguito all’esposto dei commissari dell’Ilva. Le forze dell’ordine stanno verificando le operazioni di bonifica nella struttura, la situazione generale della fabbrica, le attività di manutenzione finora eseguite e la sicurezza sul lavoro. Ai controlli collaborerà anche l’Ispra.
L’obiettivo è quello di accertare se c’è stato un impoverimento delle materie prime, se sono state eseguite manutenzioni o se gli impianti rappresentano un pericolo per i lavoratori, un esame complessivo dei parchi minerali, dei nastri trasportatori, delle cokerie, degli altiforni,dell’agglomerato, degli altiforni e delle acciaierie in generale.
Le Procure di Taranto e Milano, che hanno avviato indagini parallele sul caso, si sono scambiate gli atti istruttori. L’indagine milanese ipotizza i reati di distrazione di beni dal fallimento e di aggiotaggio informativo, oltre a un fascicolo autonomo per omessa dichiarazione dei redditi su una società lussemburghese di ArcelorMittal. La Procura di Taranto indaga per i reati di Distruzione di mezzi di produzione e Appropriazione indebita.
«C’è massima collaborazione fra la Procura di Milano e quella di Taranto», ha detto il procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli che con i pm Stefano Civardi e Mauro Clerici coordina l’inchiesta.
Intanto per il quinto giorno consecutivo sta proseguendo il presidio alle portinerie dove le ditte stanno rivendicando il pagamento delle fatture. Confindustria ha detto che gli autotrasportatori saranno pagati per il 70 per cento del fatturato e per le altre articolazioni dell’indotto per circa il 50 per cento. Secondo gli imprenditori «sono arrivati pochissimi avvisi di pagamento» e per questo si dicono “disorientati”. «Le aziende stanno cercando di governare una situazione – ha detto il presidente di Confindustria Taranto, Antonio Marinaro – di esasperazione da parte dei loro dipendenti in attesa delle mensilità loro spettanti. Oltre a questo aspetto, le imprese rivendicano una identica valenza di fronte all’azienda siderurgica e respingono la suddivisione operata dalla stessa Ami fra aziende ritenute strategiche ed altre non strategiche».