La vicenda libica sarà al centro del Consiglio di sicurezza dell’Onu, convocato in seguito all’annuncio del maresciallo Khalifa Haftar di voler conquistare Tripoli. A fare il punto della situazione durante l’assemblea sarà l’inviato speciale Ghassan Salamè. Nella giornata del 4 marzo, dopo l’entrata a Garian (100 km dalla capitale Tripoli) delle forze della Libyan National Army, Francia, Italia, Emirati Arabi Uniti, Gran Bretagna e Stati Uniti avevano espresso la loro preoccupazione per i combattimenti, esortando «tutte le parti a ridurre le tensioni».
Secondo diversi analisti Haftar non avrebbe la forza necessaria per poter attaccare Tripoli. Questa tesi è stata rafforzata dal fatto che Misurata, in seguito allo stato “d’emergenza massima” proclamato il 4 aprile, ha mobilitato diverse milizie verso la capitale, allertando anche l’aviazione. L’annuncio di un’avanzata su Tripoli potrebbe quindi trattarsi di una mossa per presentarsi in una situazione di forza alla conferenza nazionale voluta dall’Onu a Ghadames, prevista dal 14 al 16 aprile. La riunione, programmata proprio per risolvere la disputa, sembra però al momento in bilico.
Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, ha invocato alla moderazione, perché «in queste circostanze», la conferenza nazionale che dovrebbe scegliere una data per le elezioni «é impossibile». Gli scontri sono però ripresi nella serata del 4 aprile, ed è giunta notizia che un uomo dell’esercito di Haftar è caduto in combattimento il giorno prima nei pressi della città di Asaba.
L’attacco militare di Haftar mira a rovesciare il governo di Fayez Serraj, sostenuto dall’Onu e dall’Italia. Il premier Giuseppe Conte ha dichiarato che «le opzioni militari, tanto più se unilaterali, non offrono alcuna garanzia di realizzare soluzioni responsabili e durature». Il ministro degli Interni Matteo Salvini ha invece posto l’attenzione sull’argomento alla riunione dei ministri dell’Interno del G7 a Parigi, per poi contattare telefonicamente il vicepremier libico Maitig.