La diffusione di “Torre Milano”, nel quartiere Maggiolina, ha suscitato non poche polemiche. Il progetto, che prevede la costruzione di un grattacielo di 86 metri tra via Stresa e piazza Carbonari, ha fatto infuriare i residenti. I venticinque piani comprenderanno più di cento appartamenti di varie dimensioni, dai microliving ai pentalocali, con prezzo medio di 5mila euro al metro quadro.
I cittadini milanesi contrari alla costruzione dell’edificio sono riuniti nella pagina Facebook “Torre via Stresa, torre insostenibile per la zona”. Il gruppo è composto da 170 partecipanti che si oppongono a quello che definiscono «un ecomostro che andrà a inserirsi in un’area con edifici decisamente più bassi». «Non ne comprendiamo il senso e non vediamo neppure la continuità con i grattacieli di Porta Nuova, inseriti in un altro contesto – spiega Gabriele Colli Lanzi, amministratore della pagina – Siamo preoccupati per l’impatto del futuro edificio perché la zona è già densamente urbanizzata, in più stanno sorgendo altri nuovi complessi edilizi, ad esempio tra le vie Tarvisio e Fava e altri due in via Melchiorre Gioia».
Il progetto però è stato già approvato dalla Commissione tecnica comunale per il paesaggio e i lavori inizieranno in primavera.
Torre Milano sarà un complesso residenziale di Opm (Impresa Rusconi e Storm.it) da 45 milioni di euro. Si tratta inoltre del primo equity crowdfunding immobiliare in città, ovvero un progetto in cui gli investitori hanno potuto partecipare a una raccolta di capitali per 750mila euro promossa on line.
Al momento sono in corso i lavori di svuotamento dell’area e a breve prenderanno il via le demolizioni dell’edificio esistente. Quest’ultimo, abbandonato da 15 anni, occupa una superficie superiore rispetto a quello della futura torre, che andrà invece a svilupparsi verso l’alto. La parte in eccedenza, dunque, sarà destinata ad un’area verde. Il grattacielo sarà così pronto nel 2022.
«Vorremmo avere un incontro pubblico coi tecnici che hanno dato parere favorevole -continua Lanzi – Pannelli solari e raccolta delle acque sono sufficienti per dichiarare ecosostenibile un mostro del genere? Soprattutto, bisogna capire come il costruttore abbia maturato il titolo di costruzione e per quale cubatura. Vedremo se ci saranno spazio e tempo per porre rimedio alla situazione».
Samuele Piscina (presidente di Municipio 2 Milano della Lega) sottolinea che il progetto approvato «rispetta le normative del Pgt» e l’obiettivo quindi è «aprire un dialogo con i costruttori per portare servizi e riqualificazione nel quartiere».