Ancora nessuna novità su padre Maccalli, missionario rapito in Niger

Il rapimento di Silvia Costanza Romano, avvenuto martedì sera, inevitabilmente ci porta a ricordare un altro caso successo più di due mesi fa e caduto ormai nel silenzio. La sera del 17 settembre 2018 nel piccolo villaggio di Bomoanga, in Niger, qualcuno si era presentato anche alla porta di padre Pier Luigi Maccalli, da più di dieci anni missionario per la Società delle missioni africane. A bussare alla porta non erano però né un abitante del villaggio per chiedere un medicinale, né una partoriente che aveva urgenza di essere trasportata in auto all’ospedale più vicino. Ma i suoi rapitori, che nella notte del 17 settembre 2018 lo hanno immobilizzato e bendato, hanno rubato quel poco che sono riusciti a trovare nella sede della missione. Poi si sono allontanati in moto, sparando dei colpi in aria per spaventare gli abitanti del villaggio.

«A oggi nessuna notizia certa su dove si trovi padre Pier Luigi Maccalli e sui passi intrapresi per liberarlo. Noi continuiamo a pregare per lui e siamo speranzosi»: lo scrive padre Marco Prada sulle pagine di Sma notizie, giornale della Società delle missioni africane a cui apparteneva il sacerdote rapito.

Come per la volontaria Silvia Costanza Romano, anche nel caso di Padre Pier Luigi Maccalli i suoi rapitori avevano chiaro che l’obiettivo del sequestro fosse lui. Tant’è che l’altro missionario presente al momento del rapimento, padre John Dass, è rimasto completamente illeso.

Chi sono i suoi rapitori? «Jihadisti o estremisti islamici, che hanno organizzato attentati e rapimenti nel Nord del Paese, ma anche nei vicini del Mali e del Burkina Faso. Ma nessuno li ha mai visti in faccia e finora non si sono dichiarati», scrive ancora padre Marco Prada sulle pagine di Sma notizie. Numerose quindi le ipotesi su chi siano i suoi sequestratori, ma finora nessun nome.

(sf)

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