Era contenta, perché grazie alla dieta Ma.Pi impostale dal Maestro Mario Piranesi era arrivata a pesare 35 chili. Ma il suo corpo aveva smesso di appartenerle presto, rendendola schiava di una psico-setta che operava tra le Marche e l’Emilia-Romagna nel campo dell’alimentazione macrobiotica e che la polizia di Ancona ha finalmente smantellato. E sono cinque le persone indagate con l’accusa di manipolazione, attuata attraverso il rigido controllo dell’alimentazione e la negazione di ogni contatto con il mondo esterno.
La lunga e articolata indagine condotta dai poliziotti delle squadre mobili di Ancona e Forlì e supportata dalla squadra anti sette del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, aveva avuto inizio nel 2013 grazie alla denuncia di una ragazza. La testimone, in passato vittima della setta, aveva all’epoca raccontato ai poliziotti di aver creduto ai racconti sui benefici «miracolosi» della dieta elaborata dal capo della setta che, a suo dire, sarebbe stata in grado di guarire malattie incurabili per la medicina ufficiale.
Le indagini della Polizia hanno così accertato che il rigido stile di vita imposto dal capo dell’industria dell’alimentazione Mario Piranesi attraverso diete MA.PI (dal nome del maestro) in numero di 5 (gradualmente sempre più ristrette e severe) e le lunghe “conferenze” da lui tenute (durante le quali si parlava per ore della forza salvifica della sua dottrina alimentare) miravano a plasmare un asservimento totale delle vittime.
È emerso dai racconti e dai riscontri effettuati come Pianesi, unitamente ad alcuni suoi collaboratori anch’essi indagati, fosse riuscito a carpire la fiducia di numerose persone che versavano in condizioni psicologiche fragili a causa di problemi di salute personali o famigliari. Le avrebbe pertanto convinte che la dieta macrobiotica e i dettami della sua filosofia potessero garantire una guarigione e una soluzione concreta ai loro problemi personali e di salute, tanto da indurre le stesse ad abbandonare le cure della medicina ”ufficiale”.
«Tutta la loro vita era gestita dal maestro, che si avvaleva dei suoi collaboratori prescelti» emerge dalle testimonianze. Agli indagati vengono altresì contestati reati di natura finanziaria per aver evaso il pagamento di imposte per centinaia di migliaia di euro.
(cc)