Esselunga ha ricevuto il premio Top Employer Italia 2018, che certifica l’eccellenza lavorativa, con un occhio di riguardo alle condizioni dei dipendenti stessi. Il processo in base al quale le aziende vengono valutate si basa su un’analisi delle condizioni di lavoro, prendendo in considerazione svariati fattori come la strategia, le priorità, i ruoli di gestione esecutiva, gli specifici KPI – gli indicatori di prestazione – e il supporto tecnologico.
La società fondata da Bernardo Caprotti, grazie all’impegno dimostrato nel miglioramento dei processi organizzativi, alla crescita dei talenti a tutti i livelli aziendali, all’attenzione dei bisogni dei propri dipendenti si è aggiudicata la certificazione su un totale di 90 società.
Il questionario compilato dalle aziende viene analizzato dall’istituto olandese Top Employer Istitute, ma non prevede domande dirette ai dipendenti. I risultati vengono poi sottoposti a un audit esterno. La graduatoria stilata segue valutazioni di standard internazionale.
L’insegna con quella ‘esse rossa’, frutto della mano esperta del grafico di fama mondiale, Max Huber, ha compiuto 60 anni l’anno scorso. Il primo supermercato è stato infatti inaugurato nel 1957 in una ex officina di viale Regina Giovanna a Milano e tra i soci fondatori di Supermarkets Italiani S.P.A oltre a Caprotti, c’è anche Nelson Rockfeller, ex governatore di New York.
Quella che oggi è una grande catena di distribuzione organizzata, è nata casualmente, quando Caprotti e Marco Brunelli, fondatore di Supermercati GS e Finiper, scoprono le trattative tra il gruppo La Rinascente e il colosso Rockefeller per aprire dei supermercati in Italia. I due amici capiscono al volo che si tratta di un’opportunità unica. A quel punto parte subito l’operazione per battere la Rinascente. Grazie alla mediazione della contessa Laetitia Boncompagni Pecci Blunt, contattano il magnate di New York e riescono ad averlo ospite nella dimora alle spalle della Scala. Dopo la cena viene sancita la nascita di Esselunga.
Un premio come eccellente realtà in cui lavorare dunque, anche se la società è stata più volte accusata di comportamenti antisindacali, come quello di non permettere a una cassiera di andare in bagno per tutto il turno lavorativo. Nel 2009 però la vicenda è stata archiviata perché il fatto non sussisteva, in quanto la donna avrebbe sofferto di disturbi psichici.
L’azienda ha una rete di oltre 150 supermercati in Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Liguria e Lazio; dà lavoro a quasi 23mila persone e ha un fatturato di 7,5miliardi di euro – nel 2007 era la ventitreesima azienda italiana per incasso, e prima nella grande distribuzione organizzata italiana, seguita da Auchan.