Ore 16.30, via Freguglia, pochi metri dal tribunale di Milano. In un’inferriata viene trovato da un passante un oggetto non ben identificato, ma la sua forma è quella di una bomba a mano. Nella notte è morto il boss Totò Riina. Parte l’allarme, c’è una granata davanti al palazzo di giustizia milanese. Arrivano i carabinieri, gli artificieri, la Digos, e il procuratore aggiunto Alberto Nobili coordinatore del dipartimento antiterrorismo. L’area viene transennata e le strade limitrofe chiuse.
Poi l’analisi del presunto ordigno, simile in tutto e per tutto a una bomba tipo ananas. Una volta aperta però, i militari scoprono che al suo interno non si trova nessun tipo di esplosivo. L’oggetto è un grinder, un macina-erba per marijuana, riprodotto con la forma di una granata. Paura scongiurata.
#Milano, rientra l’allarme #bomba al #Tribunale: la granata era finta ? https://t.co/lzjyC89cHY pic.twitter.com/tSTxTLFK2n
— Sky TG24 (@SkyTG24) 17 novembre 2017
Nel frattempo però anche a Firenze dilaga la psicosi attentato. In piazza Duomo, vicino alla Basilica di Santa Maria del Fiore, lato via Martelli, viene identificata una valigia abbandonata, si legge sulle pagine de La Nazione. Nuovo allarme bomba. La valigia, rosa e senza una ruota, era stata lasciata vicino a un cestino, in un luogo però altamente sensibile per l’antiterrorismo. Nuovo intervento delle forze dell’ordine, zona chiusa e messa in sicurezza. La valigia era vuota. Allerta sventata.
A Livorno invece si fa sul serio. Ieri pomeriggio, 16 novembre, un auto piena di esplosivo viene ritrovata nei pressi del porto Mediceo. Sembra che all’interno della Smart fossero presenti anche detonatori e un telecomando. La notizia è riportata da La Nazione e dal Telegrafo. Quattro gli ordini esplosivi rudimentali presenti all’interno della macchina, dal peso complessivo di oltre un chilo, collegati con una miccia a degli accenditori, connessi a loro volta con riceventi elettroniche attivabili tramite un telecomando. Arrestato il conducente della vettura, un livornese che non ha però dato nessuna spiegazione sul perché la sua Smart fosse piena di esplosivo. Al momento è esclusa la motivazione terroristica, sono però in corso le indagini. (CS)