Luci spente a Marineland: il triste destino delle orche di Antibes

Cercando oggi su Google “Marineland” di Antibes, il sito web appare ancora perfettamente funzionante mentre la scritta che campeggia in home page recita: “Il più grande zoo marino d’Europa”. Ma basta scorrere poco più in basso perché l’illusione si infranga contro un alert che non lascia spazio a interpretazioni, informando che il parco è chiuso dal 5 gennaio 2025. I visitatori non ci sono più, le risate dei bambini sono svanite e non ci sono più nasi schiacciati contro le vetrate delle vasche. Eppure, a quasi un anno di distanza, qualcuno è rimasto. In uno stato di semi-abbandono, tra quelle mura, nuotano ancora le due orche Wikie (che ha 24 anni), suo figlio Keijo (di soli 11 anni e nato a Marineland) oltre un gruppo di 12 delfini tursiopi.

Il fallimento di un mito

La chiusura di Marineland è il risultato di un mix tra nuove sensibilità etiche e pressioni legislative. Con l’entrata in vigore in Francia della legge che vieta lo sfruttamento dei cetacei negli spettacoli, i parchi acquatici si sono trovati in una crisi irreversibile. Marineland, parte di una holding che gestisce una sessantina di strutture tra Europa e Stati Uniti, ha visto i suoi numeri crollare drasticamente. Se fino al 2021 il 90% del pubblico era attratto proprio dagli show di orche e delfini, nell’ultimo decennio lo scenario è mutato radicalmente. Complici gli stop della pandemia e la nuova legge sul benessere animale — che ha radicato nell’opinione pubblica l’idea che quegli show fossero eticamente inaccettabili — i visitatori sono passati da 1,2 milioni l’anno a soli 425 mila.

Lo spettacolo fantasma a un drone

La testimonianza più straziante della condizione attuale delle orche arriva dal fotografo e attivista Steve Lawless, che ha sorvolato l’area con il suo drone mentre Wikie e Keijo hanno reagito in modo inaspettato. Sentendo il ronzio del velivolo, hanno iniziato a esibirsi. Hanno ripetuto i gesti che per anni sono stati costretti a fare, quasi come se ricordassero cosa significasse essere al centro della scena. Probabilmente hanno cercato di spezzare la noia mortale in cui sono sprofondati, o forse speravano che quella presenza meccanica portasse loro cibo e ricompense. I reportage di Lawless, divenuti virali con oltre 50 milioni di visualizzazioni, hanno avuto l’obiettivo di scuotere le coscienze e spingere le istituzioni francesi a intervenire immediatamente.

Un trasloco impossibile e il paradosso burocratico

Mentre gli altri quattromila animali di Marineland sono stati ricollocati subito dopo la chiusura in strutture idonee, per le due orche e il branco di delfini il tempo si è fermato. Sono rimasti lì, prigionieri della burocrazia e della mancanza di autorizzazioni. La situazione è paradossale, poiché il governo francese ha vietato gli show ma ha respinto le proposte di trasferimento verso altri parchi acquatici dove gli animali sarebbero potuti tornati a esibirsi. L’obiettivo del governo sarebbe trasferirli in un santuario, il Whale Sanctuary Project in Nuova Scozia, ma l’area non è ancora pronta ad accogliere gli animali e i lavori – che richiederanno altro tempo – sono in corso. Nel frattempo, Sea Shepherd si è offerta di versare 5 milioni di euro per mantenere le orche ad Antibes in condizioni dignitose, pur di evitare quello che definiscono il “trasferimento della vergogna” verso altri circhi acquatici.

L’area destinata al Whale Sanctuary project che sorgerà in Nuova Scozia
Apatia in acqua torbida

La realtà quotidiana per Wikie e Keijo è complessa. Le immagini mostrano un’acqua torbida, in una piscina troppo piccola che limita i movimenti e nega qualsiasi comportamento naturale. L’apatia è evidente, con Wikie spesso ripresa mentre galleggia inerte appena sotto la superficie, quasi priva di vita, e il figlio che le nuota accanto stancamente. Sebbene custodi e veterinari continuino a nutrirli e a tenere attivi i filtri, le condizioni sono al limite. Considerando che l’aspettativa di vita delle orche in natura è di 50-60 anni per i maschi e fino a 90 per le femmine, in queste condizioni di stress e inattività la longevità di Wikie e Keijo è destinata a ridursi drasticamente.

Perché non basta liberarle
Il branco o pod di orche che nuotano in mare aperto

Molti si chiedono perché non sia possibile liberarli subito, ma la risposta è dannatamente crudele quanto scientificamente inconfutabile. Liberarle adesso significherebbe condannarle a morte certa. Come sottolinea Sabina Airoldi, biologa marina dell’Istituto Tethys, gli animali nati o vissuti tanti anni in cattività non sono in grado di vivere liberi e gli esperimenti tentati in passato sono sempre falliti. I motivi sono molteplici: non sanno procacciarsi il cibo da soli perché abituati a essere nutriti dall’uomo e non hanno l’esperienza del branco, vitale per cetacei che vivono in complessi sistemi matriarcali chiamati pod. Inoltre, il loro sistema sonoro e il repertorio vocale sono compromessi, rendendo impossibile la comunicazione o il riconoscimento da parte di orche selvatiche, che potrebbero respingerle o attaccarle. A tutto ciò si aggiunge lo stress fisiologico, potenzialmente letale di spostare un animale di tre tonnellate e di otto metri di lunghezza abituato a piccole vasche.

Il vero problema e il fantasma di Free Willy

La difficile situazione di Marineland non risiede solo nello stato di abbandono attuale, ma è radicata nel fatto stesso che questi animali si trovino lì. Orche nate per percorrere migliaia di chilometri negli oceani sono state ridotte a giocattoli per il nostro divertimento. Il problema non è che il parco sia chiuso, ma che sia esistito.

Dal film Free Willy – Un amico da salvare di Simon Wincer

La storia di Wikie e Keijo rimanda alla mente il film di Simon Wincer “Free Willy – Un amico da salvare”, che ha fatto emozionare tutti con l’amicizia tra un ragazzino orfano e un’orca prigioniera in un parco divertimenti in difficoltà. Anche Keiko, il cetaceo che interpretò Willy, ebbe una fine travagliata dopo il rilascio, morendo di polmonite mentre cercava ancora la compagnia umana e non accettava molto il cibo. Siamo di fronte allo stesso bivio: condannare Wikie e Keijo a consumarsi in una vasca sporca ad Antibes o tentare un trasferimento verso un santuario che forse non arriverà mai in tempo.

 

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