Il Comune dice no al circo con animali a Milano

Nel 2024 il circo con gli animali non torna più a Milano. Con i nuovi regolamenti adottati dal Comune, infatti, si disincentivano gli attendamenti di tutte le strutture itineranti con animali non domestici nei loro spettacoli.

Una scelta apprezzata dal mondo animalista ma che fa discutere la comunità dei circensi, che per adattarsi si attenda nei territori comunali circostanti.

La normativa nazionale

Nel luglio 2022, il Parlamento ha approvato una legge delega che stabilisce la graduale abolizione dell’utilizzo di animali nei circhi. A questa normativa il governo avrebbe dovuto far seguire un decreto legislativo attuativo entro nove mesi. Così non è stato. Anzi, a febbraio 2023 il Senato ha rimandato al 18 agosto 2024 l’emanazione del decreto. La legge nazionale stabilisce che, da subito, i circhi non possano acquistare nuovi animali né far riprodurre quelli di proprietà dei gestori.

Ciò per garantire che questa sia l’ultima generazione di esemplari tenuti in cattività. Ma cosa succederebbe agli animali, una volta entrata in vigore la normativa? Una delle prospettive è che rimangano di proprietà dei circhi: il gestore dovrebbe impegnarsi per trovare loro la migliore sistemazione possibile.

Parliamo di migliaia di animali esotici. Come sottolinea Walter Caporale, presidente di Animalisti italiani Onlus, associazione che si batte contro la presenza di bestie selvatiche nei circhi: «Più di 2000 animali in Italia vengono costretti a compiere esercizi contro la loro natura. Viaggiano e vivono in gabbia per divertire persone che godono nel vedere la sofferenza del più debole».

Il circo con gli animali non va più a Milano
Un clown del circo con un pappagallo Ara Ararauna, uno dei tanti esemplari di animali cresciuti in cattività
I divieti milanesi

La normativa del Comune di Milano aggiunge ulteriori limitazioni per i circensi. A partire dal divieto d’impiego di animali non domestici in circhi, spettacoli e mostre itineranti. La norma è contenuta all’interno del Regolamento per il benessere e la tutela degli animali del Comune di Milano.

Inoltre il capoluogo lombardo «disincentiva sul proprio territorio» anche il solo attendamento di circhi e spettacoli itineranti che abbiano esemplari di «primati, cetacei, lupi, orsi, pennipedi, rinoceronti, ippopotami, giraffe, grandi felici ed elefanti».

«Il Regolamento sul benessere animale – dichiara Eleonora Panella, responsabile Lav area animali esotici – costituisce un’importante risorsa per tutelare gli animali. Viene adottato in molte città italiane, come in questo caso nella città di Milano, proprio per la mancanza di una legge moderna e aggiornata che consenta di vietare ai circhi con animali di esibirsi».

Così i gestori hanno deciso di spostare il loro circo poco fuori dal territorio di Milano. È il caso del Madagascar Circus, che a gennaio 2024 si è attendato a Novegro, nel comune di Segrate. A poche centinaia di metri dal confine con Milano. E non mancano i controlli delle autorità competenti.

Il dibattito

Sullo sfondo di queste regolamentazioni nazionali e comunali, da anni va avanti il dibattito tra gli animalisti e la categoria dei circensi. I primi, che non vorrebbero più vedere animali nei circhi e ne denunciano i maltrattamenti. I secondi, che invece sostengono di garantire il benessere e la salute mentale degli esemplari nati in cattività.

A questo proposito, l’AAP (Animal Advocacy and Protection) ha recentemente pubblicato i dati di una ricerca condotta tra il 2015 e il 2021. Dei 73 animali salvati dall’associazione in quel periodo – dai circhi di Spagna, Francia, Polonia e Germania – l’89% soffriva di traumi mentali o fisici. L’associazione sostiene quindi che le visite veterinarie condotte nei circhi siano, in realtà, false o poco accurate. Uno dei casi più eclatanti è quello degli elefanti.

L'attivista per gli animali Walter Caporale, presidente della Animalisti Italiani Onlus
L’attivista per gli animali Walter Caporale, presidente della Animalisti Italiani Onlus

«Abbiamo presentato numerose evidenze di studi condotti sulla difficoltà di tenere gli elefanti in strutture circensi – sottolinea Panella – vanno tutte nella direzione di dismettere con urgenza questa specie, insieme a tutte le altre costrette ad esibirsi in tour estenuanti e spazi angusti».

Di opinione simile è anche Walter Caporale: «Se vedo l’elefante legato alla catena, io piango. La loro specie percorre decine di chilometri al giorno. Sono tra gli animali più intelligenti al mondo, non dimenticano nulla. Ma sono anche animali buoni, buonissimi, che si vendicano raramente. Io piango li vedo costretti a fare esercizi su due zampe. Molti non hanno idea del dolore che ha l’elefante quando deve alzarsi su due zampe. Noi pensiamo che si diverta, invece non è così».

La lotta animalista

Il presidente di Animalisti italiani onlus combatte da circa 30 anni contro la presenza degli animali esotici nei circhi: «Ero tra chi ha iniziato le proteste contro i circhi in Italia, negli anni ‘70. Abbiamo iniziato a manifestare contro le due grandi famiglie italiane che ora stanno decadendo: gli Orfei e i Togni».

«A un certo punto – prosegue Caporale– abbiamo cominciato a mostrare fuori dal circo, con degli schermi giganti, quello che avviene dietro le quinte. Quello che gli Orfei e i Togni non ti fanno vedere. La tortura degli animali. La sofferenza e le fruste. Perché è così che vengono addestrati. Vengono torturati in maniera anche molto crudele».

La scomparsa del circo

Nonostante tutto, il numero di famiglie che vanno a vedere il circo sta diminuendo. Secondo i dati della Siae, se nel 2010 i biglietti venduti superavano il milione, nel 2022 si è arrivati a venderne 785mila. Un calo percentuale del 28,64%.

Una protesta degli animalisti guidata da Walter Caporale
Una protesta degli Animalisti Italiani Onlus guidata da Walter Caporale

«Ormai il circo non va più di moda – sostiene Caporale-. Quando ero piccolo ci andavo perché per me, che vivevo in un paese abruzzese, vedere gli animali feroci esprimeva il massimo del mio amore per queste creature. Oggi i giovani non sono più interessati al circo. E nelle ultime manifestazioni siamo sempre di più. E al contrario non entrano più al circo migliaia di persone come una volta; ma solo qualche centinaio».

Un altro segno che gli spettacoli itineranti con animali siano sempre più distanti dalla cultura Occidentale è la chiusura, nel 2017, dello storico circo americano Ringling Bros. and Barnum. «I circhi come il Ringling Barnum sono nati esibendo il diverso da noi: i cosiddetti freaks», spiega Walter Caporale. Gli animali sono arrivati per sostituirli.

«Oggi al circo abbiamo gli animali al posto degli uomini – continua Caporale – ma la vergogna rimane. Sappiamo che non sono giocattoli a nostra disposizione. Loro soffrono come noi, sono esseri viventi capaci di provare felicità, dolore, di amare, di comunicare, di soffrire».

C’è ancora il dubbio sulla destinazione degli animali una volta che la legge entrerà in vigore e i circhi non potranno più tenerli in gabbia. Nel frattempo molti circhi si stanno riorganizzando per trovare delle alternative. Il caso più famoso è quello del Cirque du Soleil, ma non mancano gli esempi nostrani. Come il circo Medrano, in cui già dal 2022 il proprietario, Brian Casartelli, ha scelto di presentare al pubblico uno spettacolo senza bestie esotiche.

«Per noi è stata una decisione importante, naturalmente sofferta. Abbiamo cercato di sostituire i nostri animali con grandi artisti per realizzare gli spettacoli. In questi anni sono cambiate tante cose, noi diamo lavoro a circa 250 persone e certe decisioni seguono una linea precisa». Un segno dei tempi. Di un’evoluzione culturale che interessa il mondo del circo, ma soprattutto la sfera dei diritti degli animali.

Ivan Torneo

Giornalista praticante. Siciliano trapiantato a Milano. Motivato, eclettico, curioso. Laurea Magistrale in Scienze Cognitive e Teorie della Comunicazione. Il mio obiettivo è il giornalismo televisivo, la mia motivazione incrollabile.

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