Brilla la stella di Lara Colturi, l’italiana che scia per l’Albania

La nuova stella dello sci alpino femminile è italiana, ma corre sotto la bandiera albanese. La stagione 2025/26 potrebbe essere quella della consacrazione per Lara Colturi, ad oggi la prima antagonista a sua maestà Mikaela Shiffrin, dominatrice incontrastata della Coppa del Mondo. La 19enne è già a quota tre podi ottenuti in cinque gare.

Numeri che mettono in imbarazzo il movimento sciistico azzurro che manca una top 3 dal gennaio 2011 (l’ultima a farlo Manuela Moelgg a Zagabria). Nell’annata che porta ai Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina, l’Italia guarda sbocciare definitivamente, con ammirazione e rammarico, un talento straordinario. Per questo motivo è inevitabile che la decisione presa dalla madre Daniela Ceccarelli il 26 maggio 2022 faccia discutere anche ad anni di distanza.

Perché l’Albania? L’influenza genitoriale e le difficoltà del percorso
Daniela Ceccarelli e Lara Colturi, madre e figlia

Ad incidere nella scelta dell’ex atleta delle Fiamme Oro sul futuro della figlia sono stati principalmente due fattori. Il primo riguarda il ruolo che aveva accettato di assumere, ovvero quello di direttrice tecnica delle Nazionali albanesi, acquisendo per sé e per l’intera famiglia il passaporto. La seconda concerne invece il percorso tortuoso che Lara avrebbe dovuto affrontare con la FISI, nonché la possibilità di allenarsi con maggiori libertà, come se si trattasse di un team privato. 

Grazie a questa svolta, tanto sofferta quanto criticata, Colturi ha avuto l’opportunità di debuttare già all’età di 16 anni nel Circo Bianco in occasione dello Slalom di Levi nel novembre 2022. C’è poi anche un terzo fattore, meno marcato, ma altrettanto importante: la pressione.

A causa del vuoto azzurro nel settore, la ragazza avrebbe dovuto sostenere un’attenzione mediatica superiore e avrebbe attirato su di sé, giovane dalle grandi promesse, aspettative difficili da soddisfare. Essere invece in gara per un Paese con una tradizione sciistica non di prim’ordine le ha permesso di competere sempre al massimo livello, sbagliando e crescendo gradualmente in un ambiente a tutti gli effetti familiare. 

Caso Colturi, i precedenti: ecco chi ha gareggiato sotto altra bandiera
Lara Coltura sul podio a Gurgl

Quella di Lara Colturi non è la prima storia di un atleta che rappresenta una nazionalità differente dalla propria in gare sciistiche. Il caso più importante è quello di Marc Girardelli, austriaco naturalizzato lussemburghese, in attività tra gli anni ‘80 e gli anni ‘90 del secolo scorso. Dietro alla scelta della famiglia ci fu un contrasto con la Federazione austriaca circa l’educazione e il percorso del ragazzo. Un cambio che ha fatto le fortune del Lussemburgo, perché è tutt’oggi il secondo sciatore più vincente della storia per Coppe del Mondo generali conquistate (5), dietro solo a Marcel Hirscher con 8.

Ancor più controversa, e attuale, è la vicenda che ha coinvolto Lucas Pinheiro Braathen. Figlio di padre norvegese e madre brasiliana, il 25enne ha gareggiato fino al 2023 con la Norvegia, prima di annunciare il ritiro prematuro a due giorni dall’inizio della nuova stagione. Alla base della diatriba con la Federazione c’era l’annosa questione dei diritti d’immagine, detenuti proprio dall’organizzazione scandinava. Dopo un anno di stop, l’eclettico sciatore nato a Oslo è tornato per rappresentare il Brasile.

L’ultima casistica interessa Marcel Hirscher, citato poc’anzi. Ritiratosi sotto bandiera austriaca nel 2019, all’età di 30 anni, ha deciso di riaprire la sua carriera nel 2024 con i colori dei Paesi Bassi. Nessuna polemica con l’Austria questa volta: il 36enne ha voluto omaggiare le origini olandesi della madre.

A cura di Daniele Minini 

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