Sono almeno cinque le persone uccise dall’Idf nell’attacco missilistico del 23 novembre nella zona di Haret Hreik, nella periferia sud di Beirut. Tra questi risalta il nome di Haytham Alì Tabatabai, capo di stato maggiore di Hezbollah e membro più anziano del gruppo armato a essere eliminato da Israele dall’inizio del cessate il fuoco del novembre 2024.
«Il grande comandante Tabatabai è stato ucciso in un attacco a tradimento», dichiara Hezbollah, sottolineando come «ogni attacco al Libano è un superamento di una linea rossa». Esulta invece il premier Benjamin Netanyah per la riuscita dell’operazione militare, che ha definito Tabatabai «un assassino con le mani sporche del sangue di israeliani e americani».

Chi era il numero due del Partito di Dio
Nato nel 1968 a Bashoura, un quartiere di Beirut, da genitori libanesi, Alì Tabatabai è cresciuto nel Libano meridionale e si è unito ad Hezbollah (‘Partito di Dio’ nella traduzione araba) fin dalla sua fondazione nel 1982 contro l’occupazione israeliana del Libano meridionale. La lunga esperienza nelle file del gruppo armato jihadista lo hanno portato a ricoprire ruoli sempre più rilevanti, prendendo parte a diverse operazioni sul campo, come quelle portate avanti dal 1996 fino al ritiro di Israele dal Libano meridionale nel 2000.
Tabatabai ha poi guidato l’asse Khiam dal 2000 al 2008 e ne è stato al comando durante la Guerra del Libano del 2006, che ha visto Israele e Hezbollah scontrarsi per 34 giorni, risolta con la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. In seguito, il futuro numero due di Hezbollah è stato responsabile delle operazioni lungo il confine con la Siria. Ha poi assunto la responsabilità della sezione operativa durante la guerra con Israele del 2024, andando poi a sostituire Ali Karaki, ucciso durante il conflitto, come comandante del fonte meridionale.
Alì Tabatabai fu infine nominato capo di stato maggiore di Hezbollah, in cui la maggior parte dei principali leader militari del Partito di Dio erano stati uccisi da Israele.