Due icone della televisione e degli show varietà del sabato sera. Due personaggi che hanno scritto la storia della tv entrando nelle case degli italiani con linguaggi universale come la danza e il canto. Due gemelle che, dal primo giorno di vita all’ultimo, hanno scelto di stare l’una al fianco dell’altra, fino alla fine. Sempre in due.
Alice ed Ellen Kessler, nate in Germania nel 1936, conquistarono il pubblico grazie alla loro eleganza, al talento come ballerine e cantanti e a una presenza scenica sempre sincronizzata. Una simmetria costante che sullo schermo restituiva una sensualità molto forte, ma mai volgare. Dopo gli inizi al Lido di Parigi, il loro successo esplose in Italia negli anni Sessanta, quando diventarono protagoniste indiscusse di celebri varietà televisivi e simboli di un’epoca di grande fermento televisivo e non, da Giardino d’inverno firmato da Antonello Falqui fino a Studio Uno.
Sempre in due
«Il nostro desiderio è andarcene insieme» avevano dichiarato. Una scelta forte, significativa, che ha accentuato il dualismo che ha caratterizzato tutta la vita e la carriera delle gemelle. La scomparsa è avvenuta all’età 89 anni nel pomeriggio di lunedì 17 novembre, nella loro abitazione vicino a Monaco di Baviera nel giorno prescelto da loro stesse. Il ricorso al suicidio assistito per mettere fine a due vite che, in realtà, sono state una sola. «Io e Ellen vogliamo che le nostre ceneri vengano mescolate, anche con quelle di nostra madre e possano essere conservate tutte e tre insieme» aveva dichiarato anni fa Alice Kessler a Bild.
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Tra sensualità e morale
«Le gemelle Kessler sono state un simbolo importante della televisione degli anni ’60» dichiara Daniela Cardini, professoressa di Linguaggi della televisione all’Università IULM. «Hanno senz’altro rotto alcune regole di una morale che all’epoca era molto rigida. E lo hanno fatto attraverso una fisicità e con un modo di porgere questa qualità che non aveva dimensioni erotiche esplicite. Aveva un erotismo forte, sì, che però era in qualche misura attenuato dalle loro origini nord-europee, da una presunta freddezza anche estetica, con i loro colori, i capelli biondi, gli occhi azzurri: un modello fisico lontano dal tipo mediterraneo italiano».
Uno specchio della televisione
Ellen e Alice hanno rappresentato il contraltare della femminilità tipicamente italiana, incarnata per esempio da Mina e da Raffaella Carrà, con le quali hanno più volte diviso lo schermo. «Questa presunta freddezza delle gemelle Kessler era attenuata e allo stesso tempo amplificata in maniera ossimorica dal loro essere gemelle. La loro sensualità era in parte nascosta, in parte assolutamente esibita». Delle figure straordinariamente dense di significati e di contraddizioni, dichiara la prof.ssa Cardini. «Erano veramente lo specchio di quella televisione».
Un linguaggio, quello degli anni ’60, molto complesso perché restituisce un riflesso strepitoso della società italiana del tempo, pieno di contraddizioni, pieno di non detti. «Le gemelle Kessler sono ed erano un esempio perfetto di questi ossimori».

Perfettamente a metà tra i non detti della società e la rappresentazione mediatica, le gemelle erano un ponte tra i desideri degli spettatori e il mezzo, capace di amplificare l’immagine stessa delle sorelle: «Se la televisione fosse stata a colori, sarebbe stato diverso. Invece il bianco e nero pulisce ed estetizza il corpo. Dava la possibilità di vedere quei due corpi meravigliosi, quelle gambe nude, ma velate di nero, elegantissime».
Dagli anni ’60 a TikTok
La loro carriera internazionale, lunga e ricca di riconoscimenti, le ha rese figure indelebili della cultura pop e dello showbiz e il loro Da-da-un-pa è ancora cantato da grandi e piccoli. Il brano, nato come sigla per Studio Uno e diventato presto un inno degli italiani e di tutti raggiungendo la popolarità anche grazie alla coreografia fatta di elementi semplici, facilmente replicabili che, infatti, sono stati largamente riproposti.
Una dirompente modernità la loro, che ci permette di fare un salto fino a oggi, a piattaforme come TikTok, in cui la ripetizione di balli e movimenti semplici è alla base dei numerosi trend. «TikTok ha delle radici che si fa fatica a vedere, ma la vicinanza tra il tipo di televisione delle gemelle e la piattaforma è chiarissima. Le coreografie semplici hanno influenzato tutto il varietà successivo, così come la scelta della brevità ci aiuta a comprendere il linguaggio dei social di oggi. Era già tutto lì».