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Caso Verzeni. Sangare ritratta: “non l’ho uccisa io”

Moussa Sangare, reo confesso dell’omicidio di Sharon Verzeni, ha ritrattato la sua versione proclamandosi innocente.  È successo il 18 marzo 2025, quando Sangare e il suo avvocato, Giacomo Maj, hanno dovuto presentarsi al tribunale di Bergamo per la nomina del consulente che condurrà la perizia psichiatrica per determinare la capacità dell’uomo di stare in giudizio e di intendere e di volere al momento del delitto. Il consulente è stato individuato nella persona della psichiatra Giuseppina Paulillo.

Il delitto

Moussa Sangare è accusato di aver ucciso, Sharon Verzeni, accoltellata a Terno d’Isola, in provincia di Brescia, la notte tra il 29 e 30 luglio del 2024. Le 33enne quella sera stava camminando per il paese in cui viveva quando ha incontrato l’uomo che poi l’ha uccisa. Non c’erano telecamere nel luogo del delitto, ma molte altre erano presenti nelle strade circostanti. Le riprese mostrano una sola persona oltre Sharon entrare e poi uscire dalla strada in cui è avvenuto il delitto. Si trattava di un uomo in bicicletta, presto identificato come l’assassino di Sharon. Dopo circa un mese di indagini, gli inquirenti individuarono in quell’uomo in bicicletta, Moussa Sangare. Nei giorni successivi Sangare, italiano, originario del Mali e che viveva a Suisio in una casa occupata, si è disfatto degli abiti che indossava quella notte, si è rasato i capelli e ha modificato la bicicletta, in modo da essere il più irriconoscibile possibile.

Le confessioni

Quando fu fermato, dopo diverse dichiarazioni contradditorie, rivelò dei dettagli che solo l’assassino poteva conoscere. E questo fece scattare l’arresto. Confessò di aver scelto una vittima “a caso”. Dichiarò che “questa ragazza che camminava guardando le stelle e ascoltando la musica” gli aveva dato un certo “feeling”. Allora la raggiunse, le disse “Scusa per quello che sta per succedere” e poi la accoltellò. Confessò anche di aver nascosto in un luogo preciso l’arma del delitto, il coltello usato per accoltellare Sharon. Forse come un trofeo, forse per avere un’arma pronta da utilizzare in caso volesse reiterare il reato. Nell’appartamento di Sangare venne rinvenuto un manichino di cartone con un cuscino, sul quale l’assassino aveva disegnato uno volto stilizzato. C’erano diversi squarci: Sangare li addusse a un macabro tiro a segno. Quella notte l’assassino sgozzò anche una statua a Terno d’Isola. “Ho visto la statua, ho tirato fuori il coltello, sono andato lì e gli ho fatto una cosa così (mimando il gesto di sgozzare). È complicato da spiegare il motivo, magari era una prova. Il modo in cui mi son sentito lì è stato un qualcosa tipo un assaggio di sentimenti, un qualcosa così. All’inizio non c’era neanche paura, era strano, c’era qualcosa tipo eccitamento.  In quel momento non pensi a quello che è successo. C’era quel comfort lì, come se mi fossi liberato di un peso“.

Moussa Sangare
L’incarico ufficiale al perito e la proclamazione d’innocenza

La Corte d’Assise di Bergamo ha poi stabilito la necessità di effettuare una perizia psichiatrica. Il consulente, Giuseppina Paulillo appena nominata, inizierà a lavorare il 1° aprile e avrà 90 giorni per depositare la perizia. Sangare e il suo legale, Giacomo Maj, erano presenti in aula nella giornata della nomina del consulente, quando il reo confesso ha chiesto la parola. Il presunto assassino di Sharon ha ritrattato la sua versione dei fatti, di fatto smentendo la confessione rilasciata a inizio settembre 2024. Ha adesso spiegato che lui con questo omicidio, al contrario di quanto sostenuto in precedenza, non c’entrerebbe nulla e che avrebbe confessato solo perché stremato dal tanto tempo passato nella caserma dei carabinieri. Tutte le sue mosse a posteriori, le modifiche alla bici, ai capelli e l’aver buttato i vestiti sarebbero state azioni per nascondersi dal vero assassino che quella sera avrebbe visto Sangare fuggire dal luogo del delitto.

La perizia psichiatrica farà luce sull’argomento. La lucidità dimostrata nella preparazione e nell’esecuzione del delitto, nella confessione di settembre e nella smentita di questi giorni, si scontra infatti con quell’azione così macabra e immotivata che l’avrebbe portato ad accoltellare Sharon.

Chiara Balzarini

Milanese, classe '98. Laureata in Psicologia Sociale , ho scoperto che il mio futuro è nel giornalismo. Appassionata di cavalli e sport equestri, oggi voglio raccontare il mondo in tutta la sua varietà e complessità.

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