Ozempic, Wegovy, Zepbound e Mounjaro. Sono solo alcuni dei nomi dei farmaci iniettabili a base di semaglutide utilizzati per il trattamento del diabete e, inoltre, per dimagrire e combattere l’obesità. Il mercato di questi farmaci potrebbe, però, subire presto uno scossone. L’azienda farmaceutica statunitense, Eli Lilly and Company, sta sperimentando orforglipron: il semaglutide in pillola. Se i test andassero a buon fine, la pastiglia potrebbe sostituire, o diventare diretta concorrente, dei già disponibili farmaci iniettabili sottocute.
L’attesa per i risultati della sperimentazione
Tra poco più di un mese Eli Lilly dovrebbe annunciare i risultati finali della sperimentazione di orfoglipron. Sono però già consultabili gli esiti intermedi dei test. Questo ultimi sono stati promettenti e hanno fatto ben sperare la farmaceutica. Infatti, i volontari che si sono sottoposti alla sperimentazione, hanno perso in media il 14,7% del loro peso iniziale utilizzando il farmaco in pastiglia per un periodo della durata di circa 9 mesi.
Gli effetti collaterali
Nausea e disturbi gastrointestinali, soprattutto nelle prime settimane di uso, sono gli effetti collaterali individuati nella pastiglia dimagrante, esattamente gli stessi provocati dal farmaco iniettabile.
Una gara tra aziende farmaceutiche
Alla formulazione in pillole del semaglutide sta lavorando anche Novo Nordisk, la farmaceutica celebre per aver commercializzato Ozempic. Il farmaco iniettabile aveva riscosso grande successo soprattutto in America e, in particolar modo, tra le star di Hollywood. Ma non è tutto. Anche l’anglo-svedese AstraZeneca sta lavorando alla creazione di una pillola dimagrante.
Le due aziende stanno cercando una formulazione più potente, che possa essere in grado di superare l’asticella del 20% di dimagrimento e di concentrare la perdita di peso nel tessuto grasso, e non in quello muscolare.
Un mercato da 25 miliardi di dollari
Il mercato mondiale dei farmaci dimagranti ha un valore di 25 miliardi di dollari. Per una farmaceutica, riuscire a dare vita ad una pillola di semaglutide rappresenterebbe la possibilità di intercettare una grande fetta di consumatori e, di conseguenza, contribuire ad allargare un mercato che, soprattutto negli ultimi tempi, è in continua crescita.