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Basket, il pagellone delle Final Eight: capolavoro Trento, male Bologna

Trento trionfa alle Final Eight di Coppa Italia 2025. I trentini conquistano il primo grande trofeo della storia del Club davanti ad una Inalpi Arena di Torino sold out. Delusione Milano che cede nettamente il passo in finale. Buon torneo per Brescia e soprattutto per Trieste, a un passo dall’eliminare proprio i vincitori in semifinale. Segnali incoraggianti da Tortona e Reggio Emilia. Passo falso per Trapani; disastro Virtus Bologna.

Tortona 7

La squadra piemontese esce a testa alta dalla competizione. Entrati per ultimi in tabellone, Justin Gorham e compagni si trovavano di fronte la prima testa di serie, Brescia. Gli uomini di De Raffaele, dopo un avvio complicato, disputano una grande prova corale. Guidata da un ottimo Leo Candi (13 punti e 5 assist), la Bertram Derthona ribalta il risultato e inizia gli ultimi 120 secondi di gioco in vantaggio.

Le giocate di Burnell e Ivanovic vanificano lo sforzo e regalano però il successo ai lombardi. I bianconeri rimangono con un pugno di mosche tra le mani. Ma con la consolazione di aver tenuto testa a una delle squadre migliori in Italia. E la consapevolezza di poter fare bene da qui alla fine della stagione.

Virtus Bologna 5

Ci si attendeva un motto d’orgoglio in una stagione alquanto complessa. E soprattutto, si pensava che la rivalità con Milano potesse far scattare una scintilla in casa delle Vu Nere. Nulla di tutto questo. Milano va avanti nelle battute iniziali e controlla la partita piuttosto agevolmente. Belinelli e compagni, privi di Morgan, non riescono a difendere con continuità e faticano a trovare la via del canestro.

A fine terzo quarto la partita è di fatto chiusa: gli ultimi 10 minuti servono più per le statistiche che per altro. Il tabellone recita 91-77 per la squadra di coach Ettore Messina. Bologna saluta anzitempo la Coppa Italia. Per salvare una stagione oltremodo negativa, resta solo una cosa: vincere il tricolore.

L’allenatore della Virtus Bologna, Dusko Ivanovic
Reggio Emilia 6.5

Reggio disputa una partita da 8 in pagella, ma il “suicidio” con qui fa rientrare Trento a inizio ultimo quarto non può non influire. Gli uomini di Priftis iniziano in modo magistrale e a metà secondo quarto toccano addirittura il +15. La squadra di coach Galbiati, prima in campionato, è brava però a rintuzzare prima dell’intervallo. Nel terzo quarto i biancorossi, sfruttando un ispirato Winston, sembrano dare la spallata definitiva al match. Fra il 29’ e il 32’ Trento firma però un parziale di 11-0 e pareggia i conti.

Nel finale i reggiani sbagliano troppo in attacco e il nervosismo fa capolinea: tecnico all’allenatore ed espulsione per Faried. Toto Forray e compagni ne approfittano e vanno in fuga. Alla fine è 85-80 per i trentini che avanzano il turno. Per gli emiliani rimane il fatto di aver messo in serissima difficoltà la capolista di Serie A. Una base da cui ripartire in campionato con l’obiettivo di centrare i Playoff.

Trapani Shark 5.5

La squadra rivelazione del campionato saluta la Coppa Italia prematuramente. Gli uomini di coach Repesa giocano una discreta partita contro un’ottima Trieste. La sfida è tirata, ma i siciliani sembrano poter avere la meglio guidati dai soliti Horton, Alibegovic e Robinson. Nel finale però il meccanismo che questa stagione ha regalato grandi gioie si inceppa. Sopra di 6 punti a 2 minuti dalla fine, si spegne la luce. A 6’’ dalla sirena finale, Brown pareggia i conti dalla lunetta per Trieste.

Il tabellone recita 72-72. Possesso Trapani che ha fra le mani il pallone della vittoria. Notae perde però palla sulla rimessa e Brooks si immola in solitaria a canestro. Inutile la preghiera finale degli “squali” che non trova nemmeno il ferro. Una sconfitta cocente, che ha messo in mostra tutti i limiti di inesperienza di una squadra altrimenti fortissima. Perché nonostante il presidente Antonini abbia parlato di «errori arbitrali incredibili», la realtà è che Trapani deve prendersela solamente con sé stessa per aver perso un match già vinto.

Brescia 7.5

Una vittoria di grinta e carattere ai quarti contro Tortona. Poi lo stop in semifinale contro Milano. La squadra di coach Peppe Poeta disputa una buona prova, tiene testa a una compagine sicuramente più attrezzata, esperta e talentuosa, ma non riesce a centrare l’ultimo atto. Forse è mancata un po’ di intensità difensiva con cui inceppare l’attacco meneghino per poi correre in transizione coi suoi uomini.

Una sconfitta che ci può tranquillamente stare, ma che lascia l’amaro in bocca vedendo poi l’esito della finale. Della Valle e compagni avevano una buona opportunità di lottare per la coppa, ma qualcosa è mancato. Le possibilità di fare bene in campionato ci sono tutte. La Germani è forte e ben allenata. Serve però più cinismo.

Trieste 8

Neopromossa, entrata in tabellone come testa di serie numero 7, eppure una bella realtà. I biancorossi sconfiggono Trapani prima e vanno vicinissimi a battere Trento poi. Dopo un avvio difficile in cui si ritrovano a -15, Brooks e compagni mettono la sesta e firmano il sorpasso nel terzo quarto. A 5 minuti dalla conclusione, grazie a uno strepitoso Denzel Valentine, la squadra di Christian tocca il +6.

In un finale punto a punto la spunta Trento, con la preghiera finale di Ruzzier che non trova il canestro. Una sconfitta che brucia per come è arrivata, ma che nulla toglie alla grande Coppa Italia disputata. Questa formazione può essere una vera e propria mina vagante da qui alla fine del campionato. Una compagine completa con del potenziale non indifferente.

Milano 7

La finale raggiunta non può bastare per una formazione di questo livello. Bene ai quarti contro la rivale Bologna e ottima prova contro Brescia per conquistare l’ennesima finale in questa competizione. Poi il buio, o quasi. Dopo aver già perso di 34 punti contro Trento in campionato, Messina e i suoi capitolano un’altra volta. L’avvio è piuttosto equilibrato, poi i bianconeri accelerano e vanno all’intervallo sul +7. Più col talento individuale di Mirotic e Leday che con il gioco e le idee, l’Emporio Armani Milano si rifà sotto a metà terzo quarto.

Alcuni dei canestri di Nikola Mirotic in finale

Trento alza ulteriormente il livello e Mannion e compagni si sciolgono come neve al sole. Una sola tripla a bersaglio in tutto il match e neanche 65 punti segnati per una formazione con tantissimi punti nelle mani. Numeri pessimi per una squadra che continua a non convincere del tutto, nonostante alcune prove di grande livello in Eurolega. Per caratura rimane la principale candidata allo scudetto, ma urge fare meglio. Le contendenti sono tante e forti.

Trento 10

Una pagina di storia indelebile per la storia del club. Un trionfo frutto di un grande gruppo squadra, allenato in maniera eccelsa da Paolo Galbiati. Il talento del trio americano Lamb, Cale e Ford, a cui si uniscono due giovani in grande rampa di lancio come Ellis e Niang. E poi il capitano Forray, Pecchia e Zukauskas. Un successo di tutti, nessuno escluso. La finale con Milano è la ciliegina sulla torta di una stagione fino a qui straordinaria. Una partita ai limiti della perfezione: eccellenti in difesa, cinici e costanti in attacco.

Quinn Ellis, MVP delle Final Eight

Ma forse, la fotografia perfetta dell’unicità di questo gruppo va oltre al basket giocato. È il passaggio in più per il compagno e un tuffo per salvare un pallone. È la pacca sulle spalle del più esperto ai giovani e la voglia di non mollare mai. Certo, il mercato estivo aveva fatto sperare in qualcosa di bello, ma questo trofeo va sicuramente oltre le più rosee aspettative. Le lacrime di Forray a fine partita sono l’immagine più bella di questa vittoria. Un esempio, qualora ce ne fosse bisogno, di cosa lo sport sia in grado di offrire. Nel castello della Inalpi Arena di Torino, è Trento la Cenerentola della competizione.

 

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