Attraverso i suoi contenuti, Irina Potinga, creatrice di Spazio Grigio , propone un cammino di alleggerimento totale grazie alla filosofia del minimalismo. Partendo dagli oggetti superflui accumulati, promette di trasformare pensieri, abitudini e relazioni.
Come è nato Spazio Grigio?
Ho aperto la pagina nel 2019, subito prima della pandemia. Il nome riflette il mio obiettivo: volevo creare uno spazio di condivisione dove chiunque potesse ritrovarsi. Uno spazio, dove non esiste solo il bianco o il nero, ma in cui si prende consapevolezza del fatto che esistono mille sfumature nel mezzo. Per questo motivo l’ho chiamato Spazio Grigio.
Cosa l’ha spinta ad abbracciare il minimalismo e a condividerlo?
Ero in un periodo di insoddisfazione. Avevo un lavoro d’ufficio, ma non mi sentivo appagata. Il mio percorso verso il minimalismo è iniziato quando ho realizzato quanto il superfluo influisse negativamente nella mia vita. Ho studiato Economia e Marketing e per anni ho sentito parlare di come si possa influenzare il consumatore. Poi ho realizzato di essere io stessa una vittima inconsapevole dell’accumulo e degli acquisti inconsapevoli. Per questo ho deciso di eliminare tutto ciò che non aggiungeva valore alla mia vita. Volevo condividere questa trasformazione e aiutare gli altri a fare lo stesso.
Qual è l’idea centrale dietro il minimalismo che promuove?
Mi verrebbe da dire “Less is more”, ma voglio specificare che il minimalismo non è una gara a chi possiede meno. È uno strumento per vivere meglio. Si tratta di focalizzare ciò che conta davvero, eliminando ciò che ci distrae e appesantisce. Ogni oggetto, persona o impegno deve portare valore alla nostra vita. L’essenza è l’intenzionalità: scegliere cosa tenere e a cosa dire “no”.
Nei suoi video suggerisce di dedicare 10 minuti al giorno per eliminare la confusione e concentrarsi sull’essenziale. Come funziona questo approccio nella pratica quotidiana?
La “regola dei 10 minuti” è un metodo semplice per iniziare il percorso verso il minimalismo senza sentirsi sopraffatti. Consiste nel dedicare quotidianamente pochi minuti a riordinare un piccolo spazio, come un cassetto o una mensola, ponendosi domande chiave: “Mi serve davvero? Porta valore alla mia vita? Merita di occupare il mio spazio e il mio tempo?” Questo approccio graduale facilita l’eliminazione del superfluo e l’acquisizione di abitudini più consapevoli.
Nel suo libro “Solo Cose Belle” consiglia un decluttering a 360 gradi
Ho strutturato il libro in quattro parti: guardaroba, casa, stile di vita e abitudini. L’idea è quella di offrire un percorso di alleggerimento a 360 gradi. Si parte dal guardaroba, spesso luogo di accumulo, per poi estendere il minimalismo agli altri ambienti della casa, ai pensieri, alle relazioni e alle abitudini quotidiane. Questo approccio progressivo aiuta i lettori a comprendere come il minimalismo possa influenzare positivamente ogni aspetto della loro vita, portando chiarezza, pace e soddisfazione.
Quali sono le sfide più comuni che le persone affrontano quando iniziano ad adottare uno stile di vita minimalista?
Una delle sfide principali è il distacco emotivo dagli oggetti, spesso legati a ricordi. Consiglio di procedere gradualmente, iniziando dagli oggetti meno significativi, e di focalizzarsi sui benefici che derivano dall’avere meno: maggiore spazio, ordine mentale e libertà. È importante anche comunicare con i propri cari, spiegando le motivazioni dietro questa scelta, per ottenere supporto e comprensione.
Ha parlato spesso del minimalismo digitale. Cosa significa e perché è importante?
Non ci rendiamo conto di quanto tempo sprechiamo su social media o piattaforme inutili. Il minimalismo digitale è un modo per “ripulire” la nostra relazione con la tecnologia, eliminando distrazioni e utilizzando il tempo online in modo migliore, produttivo.
Secondo lei, il minimalismo può migliorare davvero il benessere mentale?
Assolutamente sì. Il minimalismo ci conduce quasi automaticamente a vivere in modo più consapevole, perché ci obbliga a identificare i nostri valori, ci spinge all’introspezione, all’autoanalisi. Vivere in un ambiente più ordinato e con meno oggetti riduce l’ansia e aiuta a concentrarsi su se stessi, piuttosto che sulle cose materiali.