Migrazione e giustizia, il nodo dell’ultimo emendamento

Nuova frattura politica sui temi di immigrazione e giustizia. Il 25 novembre è stato modificato dal Governo il decreto Flussi, la legge che impone il numero massimo di cittadini stranieri che ogni anno può entrare in Italia per lavorare. Il decreto che gestisce la migrazione era già in aula. L’opposizione è esplosa quando la maggioranza, su input del Colle, ha aggiunto all’ultimo momento una nuova norma. Infatti, saranno i giudici d’appello a decidere sulle sorti dei richiedenti asilo e subentreranno, così, ai giudici dei Tribunali dell’Immigrazione. In questo modo si sorvola sulle sezioni immigrazione dei Tribunali che hanno sempre bocciato le convalide dei migranti portati in Albania.

Cosa prevede il decreto?

Al decreto Flussi per il 2024-2025 era stato dato il via libera il 2 ottobre dal Consiglio dei Ministri. L’11 ottobre 2024 era stato votato il decreto legge. All’interno del documento si prevedono più di 70mila ingressi per lavoro subordinato non stagionale. 730 ingressi per lavoro autonomo e 110mila ingressi per lavoro subordinato stagionale. Le istanze dei lavoratori richiedenti possono essere trasmesse solo tramite via telematica.

In realtà, l’aspetto che si discosta particolarmente dai precedenti decreti è che i richiedenti, in caso di domanda negata, avranno solo 7 giorni per contestare e non più 14. Ma la maggioranza ha lasciato tutti di stucco quando ieri, dopo l’ingresso del decreto in Aula, ha fatto un ritorno fulmineo per aggiornare l’emendamento.

La nuova norma

Il nodo della modifica aggiunta al decreto ha lasciato le opposizioni sorprese per due motivi. In primo luogo perché i partecipanti credevano che ormai si fosse chiusa la questione. In secondo luogo perché la scelta di lasciare che siano i giudici d’appello a decidere crea ulteriori screzi tra giudici e Governo. Ed è proprio per questo motivo che l’opposizione ha agito compatta, forse per la prima volta, disertando il voto in commissione.

La richiesta dei capogruppo di PD e M5S di organizzare una seduta straordinaria per confrontarsi sul tema è stata respinta. Il Governo ha dato la fiducia al decreto, spetterà definitivamente alla Corte d’Appello civile avere l’ultima parola in materia di migrazione. Per potersi organizzare è stata accettata la richiesta delle Corti d’Appello di avere 30 giorni di tempo per organizzare i lavori.

Ma è veramente boom migratorio?

La diatriba intorno al decreto Flussi passa all’opinione pubblica come una vera e propria invasione di stranieri. La verità è che i dati statistici sull’immigrazione in Italia sono stabili da quasi 10 anni. il rapporto di Caritas e Fondazione Migrantes riporta che si tratta di circa 5milioni di persone straniere che risiedono in Italia. Non si può quindi parlare di invasione. Il problema è un altro e riguarda le politiche di integrazione.

Difficoltà a trovare lavoro, impossibilità di frequentare con continuità la scuola e l’ostacolo della lingua creano un vero e proprio disagio. Tutto questo si riflette anche sulla percezione che gli “autoctoni” hanno nei confronti di queste comunità.

Francesca Neri

Laurea triennale in Storia Contemporanea all'Università di Bologna. Laurea Magistrale in Scienze Storiche e Orientalistiche all'Università di Bologna, con Master di I Livello in African Studies all'Università Dalarna.

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