Se vi capitasse di andare a Londra tra una sessantina di anni, potreste trovarvi in una situazione paranormale. In giro tra Hyde Park e Trafalgar Square, Piccadilly Circus e il Big Ben potreste non vedere neanche una persona con una sigaretta in mano. Non per dovere civico, non per una nuova etica di massa, non per amor di sé stessi e del prossimo. Ma per un semplice pacchetto di leggi che è attualmente in approvazione in Gran Bretagna.
La misura proibizionista
Niente più nicotina per chi è nato dopo il 31 gennaio 2008. Per sempre. In poche parole, ogni dodici mesi la soglia di legalità per acquistare un pacchetto di Marlboro o di Camel si alzerà di un anno. E per chi è venuto al mondo dal 2009 in poi si fa sempre più concreta la possibilità di non poter mettere in bocca nemmeno l’ombra di un filtro.
Un insieme di norme fortemente voluto dall’attuale primo ministro britannico Rishi Sunak. L’obiettivo, come dichiarato da lui stesso, è quello di «combattere la maggiore causa di malattia, disabilità e morte». E che ha trovato, al 16 aprile 2024, la prima approvazione da parte del Parlamento: 383 favorevoli e solo 67 contrari. Vittoria schiacciante che ha consegnato il disegno di legge al successivo step: quello delle proposte di modifiche ed emendamenti prima della sua approvazione definitiva.
Il partito spaccato
Si tratterebbe della normativa più restrittiva al mondo in tema di anti-fumo. Ben più di quella che Jacinda Ardern, premier neozelandese, ha tentato di far approvare ad Aukland poco prima di dimettersi. E proprio per il suo carattere sui generis ai legislatori era stata concessa la libertà del cosiddetto free vote: potevano esprimere la loro opinione a prescindere dal fatto che si allineasse o meno con la posizione del partito. Non a caso il Partito Laburista l’ha sostenuta ampiamente nonostante all’opposizione di governo.
Diverso è il caso del Conservative Party: 57 rappresentati dello schieramento di Sunak hanno infatti votato contro il provvedimento. Tra questi il Segretario per gli Affari e il Commercio Kemi Badenoch. Ma anche gli ex primi ministri Liz Truss e Boris Johnson, concordi sul fatto che il governo debba tenersi a distanza dalle scelte individuali dei cittadini. Se per il secondo la misura è «folle», per la prima è l’emblema di uno «Stato-balia». Gli esperti però la pensano diversamente. Come il capo ufficiale medico nazionale Chris Witty: «Essere a favore delle scelte individuali dovrebbe significare essere contro la deliberata dipendenza di bambini e giovani da qualcosa che li danneggerà, potenzialmente in maniera fatale».
No-smoking area
Secondo le stime dell’Office for National Statistics, nel 2022 6,4 milioni di persone erano fumatori nel Regno Unito. Circa il 13% della popolazione adulta. Una percentuale molto inferiore ai 18-23% di Italia, Germania e Francia. In Gran Bretagna si calcola che i decessi per fumo ogni anno siano 76 mila, e che ancora più persone soffrano di malattie croniche. Un peso gravoso per il sistema sanitario nazionale.
È anche vero che solo un quarto della popolazione inglese, secondo gli ultimi sondaggi, è contrario alla misura. Il 30% è favorevole a un divieto tout court, e il 35% a limitazioni graduali e sempre più stringenti. Ma è una direzione verso cui vanno sempre più realtà. Anche al di fuori dell’isola d’oltremanica.