La Banca del Giappone ha compiuto un passo storico tra il 18 e il 19 marzo 2024, aumentando i tassi di interesse per la prima volta dal 2007. La scelta pone fine a una politica monetaria ultra-accomodante. Un programma economico caratterizzato dagli sforzi per stimolare l’economia del Paese per quasi due decenni.
La banca centrale giapponese ha alzato il tasso di interesse in una forbice compresa tra lo 0% e lo 0,1%, dall’iniziale -0,1%. La mossa segna la fine di un’era di tassi di interesse negativi, adottati nel 2016 nella speranza di rilanciare la crescita economica.
I motivi della scelta
«La Banca del Giappone ha concluso che le politiche di tassi di interesse negativi e altre misure di stimolo hanno assolto il loro ruolo», ha affermato la banca in una nota.
L’aumento dei tassi riflette le crescenti aspettative che l’economia giapponese abbia raggiunto un ciclo virtuoso di crescita dei salari e dell’inflazione dopo anni di stagnazione.
L’inflazione annuale ha raggiunto il 2,2% a gennaio, di poco oltre l’obiettivo del 2% della banca centrale. Nel frattempo, però, i salari negoziati sono aumentati in media del 5% quest’anno, il più grande incremento dal 1991.
«È un altro traguardo nella normalizzazione della politica monetaria in Giappone», ha affermato Arnout van Rijn, gestore di portafoglio di Robeco. «Per chi segue il Giappone da tempo, questo è molto significativo».
L’unicorno dei tassi d’interesse
La decisione della Banca del Giappone di abbandonare i tassi negativi, che dovrebbe rafforzare lo yen indebolito, è vista dagli investitori come un passo importante per il rilancio del Paese.
Nonostante questo incremento e il passaggio dal negativo al positivo, i tassi giapponesi rimangono ben al di sotto di quelli delle altre principali economie sviluppate. Ad esempio la Federal Reserve (Fed) statunitense e la Banca Centrale Europea (Bce) mantengono politiche molto più restrittive. I tassi della Fed sono fissati in un intervallo compreso tra il 5,25% e il 5,5%.
Per quanto riguarda la Bce il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%.
Shizuka Nakamura, 32 anni, residente a Yokohama, ha confermato di aver avvertito l’impatto dell’inflazione crescente. «Sento il costo della vita in aumento», ha detto Nakamura al New York Times. «Gli amici della mia età che hanno avuto figli dicono che cose come pannolini e latte in polvere stanno diventando più costose».
Pur accogliendo con favore la recente ripresa economica, la Banca del Giappone ha suggerito che qualsiasi ulteriore inasprimento della politica monetaria avverrà in modo graduale. Tutto per evitare di soffocare la crescita prima che si consolidi.