Corte dell’Aja, chiesto l’arresto per Netanyahu, Gallant e i leader di Hamas

Il procuratore capo della Corte Penale Internazionale, Karim Ahmad Khan, ha presentato due mandati di arresto contro il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il suo ministro della Difesa Yoav Gallant. Ma non è tutto, durante l’udienza alla Camera preliminare, Khan ha anche richiesto l’arresto dei leader di Hamas Yahya Sinwar, Mohammed Deif, Ismail Haniyeh e Diab Ibrahim Al Masri.

Facendo un passo indietro, però, ci sono molte domande che necessitano di una risposta. Prime fra tutte: cos’è la Corte Penale Internazionale e chi altro è ricercato dalla CPI?

La Corte Penale Internazionale

Fondata nel 2002 con sede all’Aja, in Olanda, la CPI è un tribunale per crimini internazionali di discreta serietà e importanza. Come il genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. E la sua regolamentazione dipende dallo Statuto di Roma, che ne definisce la composizione, la funzione e il rapporto con le varie istituzioni governative e non. Per esempio, la CPI agisce per gli Stati, nel caso essi non vogliano o non possano, punire crimini internazionali.

L’avvio di un procedimento contro uno o più individui può avvenire se il procuratore o uno Stato firmatario dello Statuto di Roma (o un membro del Consiglio di Sicurezza ONU) decide di muovere un’accusa. E, solo dopo aver raccolto un numero sufficiente di dati, è possibile presentare la richiesta alla Camera preliminare che autorizzerà o meno le indagini e l’eventuale mandato di arresto. Tuttavia, anche in questo caso, il “braccio lungo” dell’ONU può intervenire. Bloccando l’attività della camera preliminare qualora lo stesso caso fosse sotto esame del Consiglio di Sicurezza.

Il procuratore
Karim Khan è un avvocato britannico, Procuratore capo della Corte penale internazionale dal 2021.

Ormai incaricato del ruolo di procuratore del CPI dal 2021, Karim Khan, è un avvocato britannico. Dopo anni passati a lavorare sui crimini commessi in Ruanda, Cambogia e in Sierra Leone. Nel 2018 Antonio Guterres, il segretario generale ONU, mise Khan a capo di una commissione per investigare eventuali violazioni dei diritti umani commessi dall’ISIS in Iraq. Dopo solo un anno dalla sua elezione, nel 2022, Khan avviò un’indagine di motu proprio nei confronti del leader del Cremlino, Vladimir Putin, per la deportazione e il trasferimento di bambini dal territorio ucraino.

E il 20 maggio la stessa sorte è toccata al leader israeliano Benjamin Netanyahu, al suo ministro della Difesa, Yoav Gallant, e a tre capi di Hamas: Yahya Sinwar, Mohammed Deif, Ismail Haniyeh e Diab Ibrahim Al Masri. E nel caso di Bibi le accuse sono di utilizzare la fame come metodo di guerra, e più in generale crimini di guerra e conto l’umanità.

Altri casi

Tra gli altri ricercati dalla CPI risultano Capi di Stato, ex militari e ministri di ogni calibro.

Gheddafi, è stato un militare, rivoluzionario, politico e dittatore libico.

A partire da nomi conosciuti come Muammar Mohammed Gheddafi, capo delle forze armate libiche e dittatore, il cui caso fu chiuso con la sua morte. Ma ancora, la Corte Penale Internazionale ha aperto indagini in più di 12 paesi. Tra cui il Sudan, la Repubblica Democratica del Congo, il Kenya e la Costa d’Avorio.
Omar Al Bashir, Presidente della Repubblica del Sudan, ha ricevuto due mandati di arresto. Il primo nel 2009 e nel 2010, con l’accusa di crimini contro l’umanità, genocidio e altri. E gli stessi capi d’accusa sono valsi anche per Jean-Pierre Gombo, Presidente del Movimento per la Liberazione del Congo. Tuttavia, la CPI ha deciso, a maggioranza, di assolvere Gombo nel 2018. Stessa sorte che toccò nel 2023 a Maxime Mokom Gawaka, accusato di crimini contro l’umanità commessi nella Repubblica Centrafricana nel 2018.

E ora?

Ritornando al 20 maggio, dopo la richiesta d’arresto di Netanyahu e Gallant da parte del Procuratore, Israele ha reagito ferocemente. L’estrema destra del Paese ha accusato di antisemitismo Khan e la CPI, dichiarando che «non si vedeva una tale dimostrazione di ipocrisia e di odio verso gli ebrei come quella mostrata dalla corte dell’Aja dai tempi della propaganda nazista». E anche la reazione di Hamas non è stata moderata. Un funzionario citato dal quotidiano israeliano Haaretz, ha commentato la scelta del CPI dichiarando che la Corte dell’Aja sta «equiparando vittima e carnefice». Stesso commento, con accezione diversa, fatto dalla Casa Bianca che ha definito la decisione del Procuratore «oltraggiosa». E anche il Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, non si è detto favorevole alla richiesta definendola «inaccettabile poiché si equipara un governo legittimamente eletto con una organizzazione terroristica».

Come spiegato precedentemente, quindi, adesso è tutto nelle mani della CPI che esaminerà la richiesta del Procuratore e valuterà se emettere o meno il mandato di arresto e renderlo esecutivo. Se accusati, i tre leader di Hamas, il Premier israeliano e il Ministro della Difesa dovranno trovarsi nei 124 paesi che hanno ratificato lo Statuto di Roma, di cui Israele non fa parte, per essere arrestati.

Vittoria Giulia Fassola

Classe 2001. Ligure e anche un po' francese. Laureata in International Relations and Global Affairs, all'Università Cattolica di Milano. Mi interesso di politica estera e di tutto ciò che penso valga la pena di raccontare. Il mio obiettivo? Diventare giornalista televisiva.

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