Satelliti in legno contro l’inquinamento dello spazio

Il prototipo di un satellite di legno è stato assemblato in Giappone. Il modello, chiamato LignoSat, è grande quanto una mano ed è fatto di legno di magnolia.

Cos’è Lignosat

L’Università di Kyoto e Sumitomo Forestry, un’azienda di disboscamento, hanno creato un satellite fatto di legno. Dopo essere stato testato in laboratorio in condizioni simili a quelle spaziali, il prototipo è stato portato sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) per una prova in condizioni reali. Il satellite non ha riportato alcun danno dopo 12 mesi. Nonostante l’esposizione alla radiazione solare e alle condizioni tipiche dell’orbita spaziale, infatti, il legno è rimasto intatto. L’assenza di ossigeno e di organismi che potrebbero causarne la decomposizione, lo rendono quindi un candidato ideale per i satelliti del futuro.

Tradizionalmente i satelliti sono composti da materiali metallici. Il legno però è molto più sostenibile e una volta che entra in contatto con l’atmosfera, lo smaltimento è totale. Al momento, infatti, i satelliti morti vengono fatti collassare sulla Terra, attraversando l’atmosfera e disintegrandosi come dei piccoli meteoriti. Non molti, però, sanno che questo processo sta creando un nuovo disastro ambientale.

Cosa accade ai satelliti in disuso

Entro il 2030, il numero di satelliti in orbita attorno alla Terra potrebbe aumentare di dieci volte, passando dagli attuali 6.000 operativi a 58.000, secondo un recente rapporto del Government Accountability Office degli Stati Uniti. Questo incremento porterebbe a un notevole aumento dei detriti spaziali, rappresentando una seria minaccia per lo strato di ozono. “Tutti i satelliti che rientrano nell’atmosfera terrestre bruciano e generano minuscole particelle di allumina, che rimarranno nell’alta atmosfera per molti anni”, spiega Takao Doi, ingegnere spaziale presso l’Università di Kyoto. Secondo studi recenti, queste particelle potrebbero danneggiare lo strato di ozono.

I satelliti, infatti, sono costruiti con metalli come l’alluminio e il titanio, e contengono altre sostanze potenzialmente tossiche. Quando i vecchi satelliti non più operativi rientrano nell’atmosfera terrestre e bruciano, rilasciano questi materiali. La combustione dell’alluminio, però, produce ossidi di alluminio e, secondo il documento Scientific Assessment of Ozone Depletion pubblicato il 16 gennaio 2024, questo causa un impatto ambientale significativo nel lungo termine.

Il satellite LignoSat in fase di costruzione
L’inquinamento dello spazio

L’idea di costruire satelliti in legno, dunque, rappresenta un’alternativa sostenibile agli attuali materiali usati e potrebbe mitigare il crescente problema della spazzatura spaziale. Secondo le stime del World Economic Forum (Wef), dei quasi 6.000 satelliti utilizzati per le comunicazioni, la navigazione e le previsioni meteorologiche che orbitano intorno alla Terra, il 60% è ormai in disuso e non operativo. I satelliti in legno, invece, brucerebbero senza rilasciare sostanze nocive o detriti nell’atmosfera.

Si stima che in orbita ci siano più di 100 trilioni di pezzi di vecchi satelliti e la quantità è destinata ad aumentare nei prossimi anni. Solo nell’orbita bassa, nel 2022, i frammenti più grandi di 10 cm erano già oltre 36.000, mentre quelli più piccoli si stima fossero circa un milione. Oltre a rilasciare particelle che possono interferire con il sistema climatico terrestre, i detriti spaziali creano anche problemi di inquinamento luminoso, che impediscono di vedere il cielo stellato da terra e compromettono la ricerca astronomica.

Oltre 100 trilioni di detriti orbitano attorno alla Terra

Anche l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) sta cercando soluzioni per ridurre la spazzatura spaziale. Recentemente, ha firmato un accordo con una startup tedesca per il progetto ClearSpace Sa. Attraverso un mezzo di recupero dotato di telecamere, sensori e arti robotici, i detriti saranno spinti verso l’atmosfera terrestre per essere distrutti. La prima missione è prevista per il 2025.

Cosimo Mazzotta

LAUREATO IN GIURISPRUDENZA ALL'UNIVERSITA' DEL SALENTO CON UN ANNO DI STUDI IN SPAGNA PER APPROFONDIRE LE TEMATICHE DI DIRITTO INTERNAZIONALE. MI INTERESSO DI CRONACA, POLITICA INTERNA E SPETTACOLO. MI PIACE IL DIALOGO IN OGNI SUA FORMA. SFOGO IL MIO SPIRITO CRITICO ATTRAVERSO LA PAROLA E IL DISEGNO.

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