Incendio Notre-Dame
cantiere sotto accusa

Il giorno dopo

L’incendio è stato spento, ma per ora non è possibile quantificare con precisione i danni subiti dalla cattedrale di Notre-Dame. La polizia scientifica infatti non ha ancora la possibilità di accedere all’interno dell’edificio, perché la struttura non è considerata pienamente sicura. Le opere d’arte sono state temporaneamente spostate nel municipio parigino, in attesa di essere trasferite al museo del Louvre. Buone anche le condizioni dei tre grandi rosoni del XIII secolo e delle vetrate policrome, insieme ai tre organi.

La causa dell’incendio non è ancora nota e gli inquirenti sono al lavoro già da ieri notte per ascoltare alcuni operai impegnati nei lavori di ristrutturazione. Esclusa l’ipotesi dell’attentato e del dolo: secondo il procuratore Rémy Heitz non ci sono indizi che portino a pensare a un gesto volontario. Alcune indiscrezioni citate da Le Parisien riportano che le fiamme sarebbero state provocate da un lavoro di saldatura sul telaio di legno del tetto di Notre-Dame. Heitz ha anche spiegato che gli allarmi sono scattati due volte ieri, la prima volta alle 18:20 e la seconda alle 18:43, quando il fuoco era ormai divampato.

È partita la gara di solidarietà per la ristrutturazione della basilica, con alcuni importanti imprenditori e miliardari francesi che hanno già mostrato il loro interesse per la causa. Il re del lusso Bernard Arnault, proprietario del gruppo LVMH, ha donato 200 milioni di euro per la ricostruzione della cattedrale.

Il bilancio dei feriti è salito a tre, di cui due poliziotti e un vigile del fuoco. La Santa Sede ha espresso massima vicinanza ai cattolici francesi,

Uno scatto di Notre-Dame la mattina dopo

Le foto dall’interno della cattedrale

Alcune foto dall’interno di Notre-Dame dopo l’intervento dei vigili del fuoco.

L’interno della basilica gotica divorata dalle fiamme durante la notte. (foto Getty Images)

 

Un dettaglio dell’edificio andato in fiamme (foto Getty Images)

Le parole di Macron durante l’intervento dei pompieri

Il presidente francese, Emmanuel Macron, lunedì sera ha parlato alla nazione davanti alla cattedrale ancora parzialmente in fiamme. Macron ha ringraziato i pompieri che stavano lavorando per spegnere l’incendio. «Grazie a nome di tutta la nazione. Grazie al loro coraggio la facciata non è crollata. Grazie anche al personale di Notre-Dame, alla Prefettura di Parigi, all’Arcivescovo della capitale, e a tutte le autorità che hanno garantito impegno e professionalità. Il nostro pensiero questa sera va a tutti i cattolici. Notre-Dame de Paris non è solo la cattedrale ma è qualcosa di molto di più. Rappresenta il luogo in cui abbiamo vissuto i più grandi avvenimenti della nostra storia, è il centro del nostro mondo. La cattedrale di tutti i francesi, anche coloro che non sono mai venuti qui. La nostra storia adesso sta bruciando. E questo mi rattrista molto».

Il presidente francese parla alla nazione

Ma nelle parole del presidente francese c’è stato spazio anche per esprimere un bagliore di ottimismo. «Ma voglio anche esprimere un pensiero di speranza. Noi tutti insieme salveremo questa cattedrale. Ci risolleveremo come è già successo altre volte. Il progetto che abbiamo per i prossimi anni, inizierà già domani. Lanceremo un appello a tutti i giovani talenti che verranno qui a darci una mano, esprimendo al meglio tutte le loro qualità. Ricostruiremo Notre-Dame perché la nostra storia lo merita». Ha chiuso così il suo intervento un emozionato Macron.

Notre-Dame de Paris avvolta dalle fiamme

La notte di lunedì

Notre-Dame brucia. E con lei una parte dei parigini. «Come tutti i nostri compatrioti, sono triste nel vedere in fiamme una parte di noi». Così il presidente francese Emmanuel Macron ha commentato su Twitter l’incendio che ha inghiottito la cattedrale gotica simbolo dell’intera Francia, poco prima di recarsi sul posto per seguire da vicino gli interventi dei vigili del fuoco.

Le fiamme hanno avvolto Notre-Dame nel tardo pomeriggio, e non si sono mai fermate. Poco dopo le 19 l’intera Île de la Cité è stata evacuata e la zona completamente transennata. Stando alle prime informazioni, l’incendio sarebbe partito da un’impalcatura montata per i lavori di ristrutturazione della basilica, e da lì si è propagato fino a far crollare la guglia centrale e il tetto. I pompieri hanno lavorato ininterrottamente con le autogru per cercare di rallentare le fiamme.

 

Prima delle 23 c’era poca certezza e molta paura per questo capolavoro dell’arte gotica. «Non resterà nulla» secondo un sovrintendente della cattedrale francese, eretta 800 anni fa nel cuore della capitale francese. Poco prima di mezzanotte è arrivata la notizia che la struttura avrebbe retto. Un portavoce ha poi fatto sapere che i cimeli preziosi contenuti all’interno della basilica sono al sicuro, e non sono stati intaccati dalle fiamme.

Le reazioni dalla Francia e dal mondo

Tantissimi i parigini che nelle ore di intervento dei vigili del fuoco si sono affacciati sui balconi e radunati sulle rive della Senna per osservare uno dei loro simboli crollare sotto le fiamme, mentre il cielo della città si tingeva di rosso. Le campane delle altre chiese di Parigi hanno suonato a lutto per la basilica di Notre-Dame su richiesta dell’arcivescovo. Per le strade si sono radunati in preghiera i cittadini, cantando rivolti verso Notre-Dame in fiamme.

Il sindaco parigino Anne Hidalgo lo ha definito «un incendio terribile». Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il sindaco di Londra Sadiq Khan hanno parlato su Twitter: i grandi del mondo hanno cinguettato la loro vicinanza al popolo francese.

L’ex presidente statunitense Barack Obama ha postato una foto di famiglia, che lo ritrae durante una visita alla cattedrale parigina.

Anche dall’Italia sono arrivati messaggi di incoraggiamento. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è unito agli altri capi di stato nell’esprimere vicinanza e solidarietà alla Francia.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dedicato un tweet alla vicenda, scritto in francese. «Un colpo al cuore per i francesi e per tutti noi europei» scrive Conte.

Ma dall’Italia è arrivato un altro messaggio, che sa di speranza. L’account Twitter del Teatro La Fenice di Venezia ha scritto: «Siamo stati assaliti dal fuoco, ma dal fuoco siamo risorti più forti di prima». Il teatro, infatti, è bruciato due volte, e per due volte è stato ricostruito: la prima nel 1836 e la seconda nel 1996. Un incoraggiamento a non arrendersi.

Il nostro dramma

«Notre Drame», il nostro dramma. Questa la prima pagina del quotidiano francese Libération in uscita martedì 16 aprile. Un titolo asciutto, accompagnato dalla foto della guglia della cattedrale al momento del crollo. Un’apertura d’effetto, che racconta molto di quello che provano i francesi.

La prima pagina di Libération

La vignetta

Quasimodo, il gobbo della Disney, che piange mentre abbraccia la sua cattedrale. La vignetta più emblematica di questa tragedia viene dalla penna dell’illustratrice Cristina Correa Freile, che rimanda a Il gobbo di Notre-Dame, capolavoro disneyano del 1996, a sua volta basato sul romanzo Notre-Dame de Paris di Victor Hugo.

L’illustrazione di Cristina Correa Freile
Alice Scaglioni

Ho frequentato il Master di Giornalismo IULM. Mi occupo principalmente di economia, tecnologia ed esteri. Scrivo per il Corriere della Sera, redazione Economia, PrimaOnline e D la Repubblica, nella sezione DYoung. Fan di Twitter, dove condivido tutto quello che scrivo (@alliscaglioni)

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