L’impatto di cinema e teatri sull’economia: ricerca Iulm

Cinema e poi ristorante. Magari acquistando nel frattempo qualcosa che ci salta all’occhio. È lo schema base di molte coppie di innamorati, famiglie o gruppi di amici. Quello che però, sovrappensiero, molti tendono ad ignorare è il meccanismo virtuoso che così si va a generare per l’economia del territorio.

Recentemente l’Università Iulm, assieme alla Camera di Commercio, l’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo e la Confcommercio, ha condotto una ricerca chiamata “Spazi culturali ed eventi di spettacolo: un importante impatto economico” volta a capire quanto la presenza di un cinema, un teatro o un festival culturale possa incidere sull’economia del territorio, non soltanto per quanto riguarda gli esiti del botteghino ma anche per tutte le altre spese extra che vengono compiute prima o dopo la proiezione dello spettacolo. Per esempio lo shopping, il parcheggio, il trasporto, i pasti e, nei casi del festival distribuiti su più giorni in località specifiche, anche tutte le spese di soggiorno effettuate dai turisti.

Secondo l’indagine infatti, gli effetti economici e occupazionali generati, nel contesto urbano, dalla presenza di una sala cinematografica, di un teatro o dalla realizzazione di un evento culturale derivano in primo luogo dagli investimenti e dalle spese attivate da gestori e organizzatori, sia pubblici che privati, per la realizzazione della loro attività. Alle spese di gestione e organizzazione si affiancano poi le spese degli spettatori per i quali l’uscita al cinema o al teatro diventa anche occasione di socialità estendendosi così dall’aperitivo alla cena fino all’acquisto di prodotti più o meno utili. Questo processo è favorito anche dalla posizione geografica del luogo che organizza e ospita lo spettacolo, quasi sempre inserito in un contesto commerciale naturale come il centro città oppure ricavato dentro un vero e proprio grande magazzino. Ma entriamo pure nello specifico.

I Numeri

Il 68% degli spettatori dichiara che l’uscita per assistere ad uno spettacolo teatrale o cinematografico è in genere un’occasione per altre spese. Oltre a quella per il biglietto di ingresso, l’attività di cinema e teatro genera, infatti, una spesa media a spettatore di 53 euro (cioè 5 volte il prezzo d’ingresso in una sala cinematografica e circa il doppio del prezzo di un ingresso al teatro) che vale complessivamente 5,3 miliardi di euro di spese aggiuntive in beni e servizi.

Il grafico a torta che rappresenta la spesa media nazionale di 53€. Oltre al biglietto del cinema infatti lo spettatore spende di più, in media, al ristorante/pizzeria con 17,6€. Le altre spese riguardano lo shopping (13,4€), gli acquisti per i bambini (3,7€), quelli personali o per altri familiari (6,9€), il bar (5,8€) e parcheggio e altro (2€). Spesa minore è quella relativa all’utilizzo delle sale giochi: 1,7€.
Spesa per classi d’età
Nelle varie categorie di tipologia d’acquisto la fascia delle persone tra i 65 e i 75 anni è la più “spendacciona” con 81€ pro capite di spese “esterne” al biglietto d’ingresso al cinema o al teatro. In particolare la spesa maggiore sembra essere quella relativa al pasto con 28,4€ di spesa media a testa. La spesa minore riguarda invece l’utilizzo delle sale giochi: 1,2€. Questa classe di età anche quella che spende di più per il parcheggio con 5€. Chi spende molto è anche la fascia 35-44 anni con 69€ di spesa media a testa. 22€ su 69€ vengono spesi per lo shopping, 17€ al ristorante/pizzeria e 7€ al bar. La spesa minore? Ancora una volta la sala giochi (1,6€) che è invece la spesa preferita dei ragazzi tra 25 e 34 anni con 4,3€ spesi in videogame su 45,1€ di spesa totale media per una giornata al cinema. Chi spende di meno in assoluto sono gli over 75: 23€ divisi tra i 3€ del bar e i 20€ del ristorante.
Spesa per “macroregioni” geografiche
Gli spettatori del Nord Ovest spendono 63,3€ in media oltre al biglietto d’ingresso (10€ in più rispetto alla media nazionale). Quasi 22€ per il ristorante, 17,6€ per lo shopping e 7,3€ per gli acquisti personali o per altri familiari. Spesa minore il parcheggio: 2,3€. Al secondo posto in graduatoria gli spettatori del Sud e Isole con 56,3€. Segue il Centro (43€) e il Nord Est (42,6€). Per quanto riguarda i festival, la spesa media giornaliera a spettatore (biglietto d’ingresso escluso) è di quasi 66 euro e supera i 200 euro nel caso dei turisti che trascorrono almeno una notte nella località in cui si svolge l’evento. Ciò si traduce nel complesso in circa 182 milioni di euro di spese aggiuntive che generano a cascata 370 milioni di euro di produzione di beni e servizi intermedi, 160 milioni di euro di maggior valore aggiunto e 3mila e 400 unità di lavoro. In particolare, durante il periodo di soggiorno, lo spettatore di un festival spende in media 28,8€ pro capite per la ristorazione (ristoranti, pizzerie, punti di ristoro, tavole calde) e 36,7€ pro capite in altre attività che vengono svolte in occasione dell’evento come: l’acquisto prodotti tipici o dell’artigianato locale; di libri, guide turistiche, di stampa ed editoria collegata o no allo spettacolo; di merchandising collegato allo spettacolo; l’ingresso a mostre, musei, parchi divertimento; le spese per sport, parchi termali e servizi vari collegati al territorio.

Il cinema: il preferito dagli italiani

Tra le varie forme di spettacolo il cinema continua ad essere la più seguita: nell’ultimo anno il 97% degli spettatori si è recato almeno una volta in una sala cinematografica e il 94% si dichiara soddisfatto della qualità delle strutture. Tuttavia, la frequenza resta bassa: solo il 20% va al cinema due o più volte alla settimana. I festival hanno soprattutto un pubblico di affezionati: chi partecipa a questi eventi di solito lo fa più di una volta all’anno.

Perchè andare al cinema?
Tante le ragioni per andare al cinema. Domina l’interesse per il film proiettato (46,5%). Segue la visione del film come occasione per condividere un’esperienza con amici o parenti (34,1%).
La frequenza
Il 55,7% degli italiani va al cinema una o due volte l’anno. Per il 2% è invece un appuntamento mensile. Il 20,4% ci va due o più volte a settimana mentre il 15,7% dichiara di non andarci quasi mai.
Chi ci accompagna al cinema?
Come da facile previsione, la maggioranza degli spettatori va al cinema con il proprio partner (43,9%). Con gli amici il 32,5%, con la famiglia il 22,8%. Lo 0,8% va al cinema con conoscenti.
Chi va al cinema/teatro?
La maggioranza degli spettatori è compresa nella fascia di età 35-44 anni. Cinema e teatro sono, infatti, frequentati da chi ha già acquisito una certa capacità di spesa. I più giovani rappresentano meno dell’11% degli spettatori mentre dopo i 45 anni la fruizione di spettacoli diminuisce progressivamente sia per maggiori impegni familiari e di lavoro, sia per la difficoltà di raggiungere le strutture quando non sono sotto casa.

Un campione: meglio l’Anteo (Palazzo del Cinema) o il City Life?

Prevalenza di giovani e giovani famiglie a CityLife: il 56% degli spettatori ha meno di 45 anni con il picco del 22,6% nella classe d’età 25-34 anni (la percentuale dell’ Anteo Palazzo Cinema si ferma al 32,4%, fascia 25-34 anni al 16,9%). La maggioranza del pubblico dell’Anteo ha infatti tra i 55 e i 64 anni (31%).
L’impatto sul territorio
Il 69% degli spettatori dichiara che uscire al cinema è anche un’occasione per fare altre spese. Secondo il 29,9% degli intervistati invece no. Si osservi come il City Life sia più occasione di altre spese rispetto all’Anteo.
La spesa media
Come accennato nel grafico precedente al City Life si spende di più che all’Anteo: 300€ di spesa media contro 70€. La voce che fa la differenza è quella degli “acquisti per famiglia” (166,67€) che possono essere fatti direttamente all’interno del centro commerciale presso cui il cinema del City Life è stato ricavato.
Niccolò Bellugi

Senese, laureato in Scienze Politiche. Da toscano capita che aspiri qualche consonante, ma sulla "c" ci tengo particolarmente: Niccolò, non Nicolò. La mia è una sfida: mascherare il mio dialetto originario per poter lavorare in televisione o radio. Magari parlando di Sport. Ma tutto sommato va bene anche un giornale, lì non ho cadenze di cui preoccuparmi.

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