Incidente Flixbus, ecco come opera la compagnia low cost

Ci sono tante storie di vita dietro un qualsiasi incidente. Sconosciuti che perdono la vita, che rimangono feriti senza alcuna colpa. E sono tante le storie personali di chi ha vissuto l’incidente a bordo del bus partito da Genova e diretto a Dusseldorf, in Germania. All’alba, infatti, un pullman che appartiene a un partner del gruppo Flixbus ha sbandato in corrispondenza di un tratto della A3 in cui la strada devia bruscamente, nei pressi di Zurigo.

A perdere la vita è stata l’italiana Nicoletta Nardoni che si stava recando a Stoccarda per trovare il padre e il fratello, impiegati in un ristorante. Quarantaquattro le persone rimaste ferite, tra cui il conducente, ora in gravi condizioni. Eppure basti pensare che il bus, che parte dal capoluogo ligure alle 21:30, è il modo più economico per riuscire ad arrivare a Zurigo. In treno, infatti, ci si impiegherebbero cinque ore e mezzo di viaggio e un cambio a Milano, mentre in aereo la spesa è ingente. L’alternativa, quindi, è il viaggio low cost in pullman a una cifra che è quasi un quarto di quella del treno. È certamente la rotta preferita dai lavoratori che in sei ore e venti minuti arriverebbero a Zurigo. Fino al 2020 con il Terzo Valico (che garantisce l’arrivo in treno in sole quattro ore senza cambio a Milano) il bus sembra essere l’unica opzione possibile.

E così chi stava tornando a casa dal lavoro o per le vacanze di Natale si è trovato coinvolto in questo tragico incidente. Fonti vicine all’azienda, ieri, hanno confermato che si tratta di un mezzo di Stav Autolinee che ha sede a Vigevano (Pavia) e lavora nell’hinterland milanese, in collaborazione con Flixbus, per alcune destinazioni a lunga percorrenza. Era quindi un partner in associazione temporanea di impresa con autisti assunti da altri e non direttamente da Flixbus.

Si tratta dunque di una “filiale” della compagnia tedesca arrivata in Italia nel 2015. Un vero e proprio boom dopo la proposta di viaggi a un prezzo scontato, tanto da essere paragonata a Ryanair per le sue offerte, come il Roma-Milano a un euro. L’operatore ha infatti trasportato oltre 10 milioni di persone, collegando più di 300 città e creando 1500 posti di lavoro. Così, dopo l’incidente avvenuto ieri mattina all’alba, Flixbus ha voluto fare delle precisazioni. Ma quello che l’azienda dei bus verdi vuole mettere in chiaro è che la sicurezza è al primo posto. Gli oltre 60 partner che collaborano con Flixbus devono infatti sottoscrivere un protocollo per quanto riguarda questi standard di sicurezza. «Chiediamo che gli autobus siano di ultima generazione e che vengano cambiati al massimo ogni tre anni – continua la compagnia – per tutti i viaggi notturni chiediamo che ci siano due autisti a bordo e che vengano rispettati gli orari di riposo». Inoltre la società spiega di aver installato «un sistema di Gps che ci permette di monitorare il rispetto da parte degli autisti della velocità di percorrenza, dei tempi di guida e dei ritmi di riposo».

Il modello Flixbus, secondo le sue regole, non ha infatti in Italia mezzi di sua proprietà ma stipula accordi con le ditte presenti sul territorio, così come successo con Stav Autolinee. Eppure un mese fa su Linkedin è comparso un annuncio di Stav  per la ricerca di «un autista a chiamata per servizio bus a lunga percorrenza per la linea notturna Genova-Dusseldorf con patente D». Una casualità, sì, ma di certo la persona alla guida del mezzo non conosceva bene quel tracciato pericoloso.

Un modello, quello di Flixbus, che ha sedotto tantissimi viaggiatori, complice il prezzo ma anche i servizi che offre. Wi-Fi gratuito e attivo per tutta la durata del viaggio, la possibilità di portare una valigia di grandi dimensioni e un bagaglio a mano e la presa della corrente disponibile sotto ogni sedile.

È chiaro, gli incidenti non si possono mai prevedere. E la sicurezza non sembra essere un punto critico della società Flixbus o dei suoi partner. Eppure qualcosa, ieri mattina, è andato storto. Ci sarà da capire la vera dinamica, ma forse quello che è successo rischia di mettere in discussione questo modello unico nel settore dei mezzi di trasporto.

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