Essere costretti a scappare da Milano per sfuggire alla Shoah all’età di 9 anni. È quello che successe a Bruna Cases nel 1943, quando insieme a sua madre e alle sue sorelle si rifugiò in Svizzera. Tra contrabbandieri, “camioncini chiusi”, silenzio assoluto nel bosco e buchi nella rete della frontiera, Bruna iniziò a scrivere. Appunti, dettagli del suo viaggio. Tutto su foglietti di carta e mezzi di fortuna che, una volta in salvo, sarebbero diventati un diario.
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